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Chi ci risarcirà per i disagi dell’Acquedotto della Valle Orco?

Maxi-diga e grandi lavori: la minoranza chiede chiarimenti, il sindaco replica in Consiglio

Pont Canavese

Dibattito aperto a Pont Canavese per l'acquedotto della Valle Orco

Quanto grande sia l’impatto sul territorio canavesano dei lavori per l’Acquedotto di Valle lo sanno tutti. In molti si chiedono se sia giusto sopportare tanti disagi per un’opera che recherà vantaggi solo agli utenti della pianura mentre le ricadute più pesanti riguardano chi vive in montagna.

Oltre ai fastidi inevitabili si stanno verificando sempre più spesso conseguenze collaterali che inevitabili non sono e che è giocoforza attribuire a superficialità, approssimazione, incompetenza riguardanti non solo le ditte dei subappalti ma la stessa SMAT.

Le lamentele si moltiplicano e a Pont se n’è fatto interprete il capogruppo di “Noi per PontGian Piero Bonatto con un’interpellanza discussa durante l’ultima seduta di consiglio, quella di giovedì 28 novembre.

Già dal titolo si capiva che avrebbe riguardato non solo le criticità più evidenti (quelle sulla viabilità) ma le conseguenze indirette sul rifornimento idrico nonché “le relazioni fra Comune, Unione Montana e grandi società del settore idrico ed energetico”.

Ha sottolineato come i lavori “per il grosso impianto che la SMAT sta realizzando tra Locana ed il fondo valle interessano ed interesseranno ancora per molti mesi il nostro territorio, stravolgendolo: strade dissestate, prati rivoltati e conseguenti disagi per gli utenti delle strade, costretti a lunghe attese in corrispondenza dei sensi unici alternati. Circa le modalità di condotta della società durante i lavori, credo che ciò che Raffaele Costa ed io abbiamo evidenziato in sede di Commissione Edilizia sia più che sufficiente. In sintesi ci troviamo una grande società che in base alle proprie esigenze modifica, cambia ed anche stravolge la posa dei tubi a suo piacimento, senza preavvisi e soprattutto senza che venga eseguito alcun controllo. Parrebbe che mai come in questo caso il fine giustifichi i mezzi”.

E’ davvero così?

No perché “la grande opera sopra menzionata non porterà di certo alcun beneficio alla nostra comunità. Chi ci risarcirà per i disagi che stiamo subendo e soprattutto che cosa otterremo in cambio dell’acqua delle nostre valli? Vi rispondo io, nulla, niente! Anzi, ora vi illustro le politiche SMAT nel nostro paese”.

Perdita dell'acquedotto

COSA FARE SE L’ACQUEDOTTO E’ UN COLABRODO?
LA SMAT CONSIGLIA: “INSTALLI UN’AUTOCLAVE!”

Cosa fare se l’acquedotto è un colabrodo? “Installate un’autoclave!” è la risposta fornita dalla SMAT agli utenti che telefonano per protestare.

Lo ha riferito in consiglio comunale il capogruppo di <Noi per Pont> Gian Piero Bonatto, approfondendo le critiche che aveva appena rivolto alla SMAT per il suo modo di gestire i lavori nella realizzazione dell’Acquedotto di Valle. È un’esperienza che ha vissuto in prima persona ed ha voluto renderla pubblica perché potrebbe succedere ad altri. Il suo racconto colpisce e getta un’ombra molto pesante sui comportamenti della SMAT nei confronti degli utenti.

"Sia chiaro – ha premesso – non parlo per sentito dire, non perché me lo abbia detto uno di cui non mi ricordo il nome, ma perché è capitato al sottoscritto ed alla sua vicina di casa. Da alcune settimane l’acqua che esce dai rubinetti è talmente poca che in molte occasioni non consente nemmeno l’accensione della caldaia a gas. La mia vicina chiama la SMAT il 19 novembre e nel pomeriggio alcuni tecnici effettuano un sopralluogo, misurano la pressione dell’impianto e consigliano di installare un’autoclave. Quella stessa sera ne vengo informato e mi attivo. Già in passato si erano verificati cali di pressione dell’impianto. Anche all’epoca mi avevano consigliato di installare l’autoclave ma, come sempre, andai sino in fondo e venni a sapere che le problematiche riguardavano la porzione di acquedotto installato in località Oltreorco, un vero colabrodo che provoca dispersioni di pressione per molte utenze del nostro paese. Allora venne eseguita la riparazione e come d’incanto l’acqua tornò anche ai piani alti del condominio. Il giorno successivo anch’io segnalo il guasto alla SMAT e come un libro stampato l’operatore telefonico mi consiglia l’installazione di un’autoclave. Lo interrompo e gli spiego che conosco i motivi del calo di pressione dovuti agli impianti di fornitura vetusti e mal funzionanti indicandogli anche la probabile zona. Si zittisce e mi assicura che invierà nuovamente un tecnico per verificare l’inefficienza. L’operatore puntuale effettua un nuovo sopralluogo e nella circostanza mi informa che i suoi responsabili gli hanno assicurato che entro pochi giorni eseguiranno gli interventi in località Oltreorco”.

Questi i fatti ma fatti come questo inducono a cupe riflessioni.

Ha proseguito Bonatto: “Mi chiedo: è normale comportarsi così? Insisti per l’installazione dell’autoclave e quando ti rendi conto che l’utente conosce le problematiche fai quello che avresti dovuto fare a prescindere. È corretto, è etico un atteggiamento del genere? Ecco noi tutti concediamo il territorio e l’acqua a questi enti che poi ci ricambiano così. Solo per la precisione a tutt’oggi la situazione nel condominio non è mutata. Ritengo assolutamente necessario che Il Sindaco, gli Assessori ed i Consiglieri incaricati, provvedano a vigilare ed eseguire tutti i controlli per verificare lo stato degli impianti idrici comunali e laddove venissero riscontrati guasti e perdite nella rete ne richiedano l’immediato ripristino anche mediante la sostituzione delle condutture. In un periodo in cui SMAT realizza grandi opere nei nostri territori non è possibile sorvolare su problematiche così importanti che riguardano tutta la cittadinanza”.

BONATTO CHIEDE CHIARIMENTI SULLA POSSIBILE DIGA DI INGRIA

Parlando di acqua e di acquedotti in un paese come Pont si potrebbe forse trascurare il tema della maxi-diga caldeggiata dal presidente dell’Unione Montana Valli Orco e Soana ai confini fra questo paese ed Ingria? Certamente no. Nel corso della recente seduta di consiglio comunale, dopo essersi occupato dei problemi attuali, il consigliere di opposizione Gian Piero Bonatto si è infatti soffermato su questa prospettiva dichiarando di non essere contrario a priori ma di volere vederci chiaro.

“Il consigliere Raffaele Costa – ha detto – ha verificato che di fatto presso l’Unione Montana esiste un solo studio di pre-pre-fattibilità realizzato da un professionista di queste zone. Ritengo però che l’iter di un progetto così ambizioso, che interessa in maniera esponenziale tanti cittadini e il territorio, non debba assolutamente svilupparsi come quello dell’acquedotto di valle: la realizzazione di un’infrastruttura del genere dev’essere condivisa e la cittadinanza costantemente informata”.

Rivolgendosi al sindaco Paolo Coppo ha spiegato: “Lei non ha mai nascosto di essere ben propenso verso quest’opera, quindi Le chiedo di aggiornare noi consiglieri e la cittadinanza di ogni eventuale step ed evoluzione progettuale. È l’unico che può farlo visto che attualmente le minoranze non sono rappresentate nell’Unione.

Ha quindi comunicato di aver verificato che un progetto simile era già stato redatto ai tempi in cui – sotto la direzione generale dell’ingegner Brunetti – venne costruita la quasi totalità dei bacini ed impianti AEM in valle Orco. La diga non venne però realizzata.

Bonatto aveva partecipato al primo degli incontri pubblici per presentare la Comunità Energetica <Fervores>, svoltosi proprio a Pont il 12 ottobre, ed era rimasto “colpito particolarmente da due cose. La prima era il manifesto con in rilievo i pannelli solari, le pale eoliche ed il lago con la barchetta. La seconda era la presenza in sala del responsabile delle Dighe per l’IREN. Dobbiamo stare tranquilli? Signor Sindaco, sino a prova contraria ci fideremo di Lei, ma le sto a ribadire che intendiamo essere informati sull’evoluzione del progetto”.

LACONICHE LE RISPOSTE DEL SINDACO
ALLE DOMANDE SU ACQUEDOTTO E DIGA

Cos’ha risposto Coppo alle domande poste da Bonatto nella sua interpellanza? Ha affermato che “il progetto della diga è trasparente perché si tratta di un Atto Pubblico. È in una fase molto embrionale: sono in corso studi geologici ma rappresenterebbe un notevole vantaggio in caso di precipitazioni particolarmente intense perché il Soana non allaga, porta via. Una diga avrebbe la forza di frenare l’acqua. Ricordo anche che in Italia sono in progetto mille invasi”.

Sulle criticità idro-geologiche del territorio non ha detto nulla mentre, riguardo all’Acquedotto di Valle, ha sostenuto che non si deve ragionare in termini di scambio fra chi dà e chi riceve.

Rispetto alle criticità del servizio idrico attuale non è invece mancata la solita precisazione sui poteri limitati degli enti locali: “Una volta l’acqua la gestivano i Comuni ma dalla Legge Galli in poi non hanno più voce in capitolo. Possiamo dire la nostra ma finisce lì”.

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