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Docenti in rivolta al Colombatto: "La preside non ci ascolta"

Protesta contro la dirigente Silvia Viscomi. Ottantuno insegnanti scrivono all’Ufficio scolastico regionale. Al presidio anche la solidarietà del Peano

Docenti in Rivolta: La Crisi di Comunicazione nelle Scuole Torinesi

"Abbiamo grossi problemi di comunicazione con la nostra dirigente scolastica, che non ci ascolta." La denuncia arriva da un gruppo di docenti dell’Istituto Alberghiero Colombatto di Torino, protagonisti oggi di un presidio organizzato con il supporto di Flc Cgil e Cub. La contestazione si concentra sulla gestione dell’istituto da parte della preside Silvia Viscomi, accusata di atteggiamenti che i docenti ritengono incompatibili con un clima sereno e collaborativo. "È una situazione intollerabile," spiegano gli insegnanti, "i problemi vanno avanti da parecchi anni e ora non ce la facciamo più a reggere questa situazione. Abbiamo bisogno di aiuto."

 

L’esasperazione dei docenti si è tradotta in una lettera inviata al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Suraniti, nella speranza di un intervento risolutivo. Il documento, firmato da 81 professori, elenca le criticità gestionali che avrebbero portato al deterioramento dei rapporti tra la dirigente e il corpo docente. Le accuse ruotano intorno a una presunta mancanza di ascolto, accompagnata da decisioni che, secondo i firmatari, ostacolano il normale svolgimento delle attività scolastiche.

Al presidio di questa mattina erano presenti anche alcuni docenti di un altro istituto torinese, il Peano, che hanno voluto esprimere solidarietà ai colleghi del Colombatto. Le difficoltà sembrano infatti non essere isolate, ma parte di un quadro più ampio di gestione scolastica problematica. "Anche noi stiamo vivendo situazioni simili," hanno dichiarato i rappresentanti del Peano, "dovute a una gestione che spesso manca di trasparenza e coerenza. Questi problemi bloccano molte procedure ordinarie, rendendo difficile portare avanti azioni didattiche fondamentali per il nostro istituto."

Le richieste dei docenti non si limitano a denunciare i problemi: puntano alla costruzione di un futuro più trasparente e collaborativo, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola. "Restiamo uniti nella speranza di superare queste sfide," concludono, "ma è necessario che si intervenga presto per risolvere le criticità che affliggono la scuola pubblica."

Il presidio di oggi è solo l’ultimo episodio di una protesta che potrebbe assumere contorni più ampi se non si aprirà un dialogo costruttivo tra le parti. Per i docenti, la scuola non è solo un luogo di lavoro, ma il cuore pulsante della formazione delle nuove generazioni, e non può essere lasciata in balia di gestioni percepite come inadeguate o poco trasparenti.

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