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Merry X Mas: il Natale della discordia a Biella. Tra luci, gaffe e memoria calpestata

La luminaria in piazza Lamarmora scatena la polemica: il sindaco la lascia al suo posto, mentre il Pd e Avs parlano di insensibilità storica e menefreghismo

Merry X Mas: il Natale della discordia a Biella. Tra luci, gaffe e memoria calpestata

Marzio Olivero contempla la scritta

A Biella, il Natale arriva sotto una luce particolare, quella di una scritta luminosa che ha il potere di evocare un'atmosfera festiva… o di scatenare un polverone politico. La frase "Merry X Mas", scelta per adornare piazza Lamarmora, non è solo una banale decorazione natalizia. No, è diventata l’epicentro di un dibattito surreale che riesce a unire l’estetica anglosassone e la memoria della Decima Mas, il famigerato reparto militare guidato da Junio Valerio Borghese, noto come il “principe nero”.

In effetti, non si può negare che la posizione della luminaria abbia un che di "strategico". Si affaccia proprio su Villa Schneider, oggi sede dell’Anpi e un tempo luogo di torture delle SS naziste. Insomma, un bel punto di partenza per accendere la magia del Natale, o almeno così deve aver pensato il sindaco di centrodestra Marzio Olivero, 63 anni, avvocato, che inizialmente si era detto disponibile a rimuovere le lettere X e M per evitare fraintendimenti. Perché sì, anche lui, a detta sua, avrebbe preferito un “italianissimo Buon Natale”.

la scritta

“Ero stato contattato da due autorevoli esponenti della sinistra biellese – racconta il sindaco – che con garbo e tono conciliante mi avevano segnalato l’inconveniente. Ho accolto la loro osservazione e avevo provveduto a coprire le lettere con teli neri”. Fin qui, tutto bene. Un compromesso sensato, per una volta. Ma, come spesso accade, non è durato.

Poi è arrivato l’attacco da parte del Pd e di Alleanza Verdi e Sinistra, che non hanno perso tempo per puntare il dito contro il sindaco e il suo presunto menefreghismo. E qui Olivero ha cambiato idea: la luminaria non si tocca. “Non è più tollerabile dover assistere a esercizi di arroganza, protervia e superbia da parte di chi non perde occasione di accusare gli altri dei propri difetti”, ha dichiarato con enfasi, lasciando intuire che dietro le critiche si nascondesse un complotto salottiero, animato da “vanità e presunzione”.

La decisione del sindaco ha, prevedibilmente, fatto infuriare l’opposizione. Andrea Basso, consigliere comunale del Pd, non le manda a dire: “Nessuno gli ha imputato di voler richiamare la X Mas. Gli abbiamo semplicemente fatto notare che piazzare quella scritta davanti a Villa Schneider è stata una gaffe. Sarebbe bastato spostarla. Invece, il sindaco preferisce calpestare le sensibilità di chi ha memoria storica e rispetto per ciò che quel luogo rappresenta”.

Da parte sua, Michele Magliola, di Alleanza Verdi e Sinistra, rincara la dose: “La scelta di mantenere la scritta evidenzia una superficialità preoccupante. È curioso che una destra così fiera del Made in Italy utilizzi un’espressione inglese per celebrare il Natale. Un’altra contraddizione in una gestione che dimostra scarso rispetto per il valore simbolico delle scelte pubbliche”.

E così, tra accuse di arroganza e menefreghismo, Biella si trova al centro di una polemica che sembra fatta apposta per spostare l’attenzione dai problemi reali. Perché alla fine, come sempre, il vero problema è “quale scritta mettiamo a Natale”.

Nel frattempo, Villa Schneider resta lì, con il suo peso storico. “Gli alleati del sindaco potranno anche minimizzare la questione – ha concluso Basso – ma non capiscono che per molti cittadini quella luminaria rappresenta un’offesa alla memoria. Forse dovrebbero prendersi una pausa e rileggersi un libro di storia”.

Il Natale a Biella, quest’anno, ha portato con sé un bel regalo: un dibattito tanto acceso quanto inutile, che probabilmente finirà per spegnersi dopo l’Epifania, quando qualcuno si ricorderà che il Merry X Mas dovrà essere smontato. Ma fino ad allora, lasciamo che le luci brillino, insieme all’eterna diatriba tra memoria e superficialità.

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