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Rapporto Ispra: consumo di suolo record, le città soffocano sotto il cemento

L’allarme dell’Ispra: costi ambientali e economici fuori controllo

Rapporto Ispra

Rapporto Ispra: consumo di suolo record, le città soffocano sotto il cemento (foto di repertorio)

Frane, allagamenti, alluvioni. Gli effetti del consumo di suolo continuano a farsi sentire in Italia, dove la cementificazione procede al ritmo di 20 ettari ogni 24 ore. Nonostante un lieve rallentamento, il fenomeno rimane preoccupante, con conseguenze devastanti per l'ambiente e costi economici insostenibili.
Tra il 2006 e il 2023, la perdita di suolo ha generato un impatto stimato tra 7 e 9 miliardi di euro all'anno, secondo il rapporto dell'Ispra. Solo nel 2022, la riduzione dell'effetto spugna - la capacità del terreno di assorbire e trattenere l'acqua - è costata al Paese 400 milioni di euro.

Nel 2023, più di 21.500 chilometri quadrati di suolo risultano cementificati, l'88% dei quali su aree utili. L'impermeabilizzazione del terreno continua a crescere, con altri 26 chilometri quadrati trasformati rispetto all'anno precedente. Di particolare preoccupazione è il fatto che il 70% del nuovo consumo di suolo si concentra nei comuni urbani, secondo il regolamento europeo sulla Nature Restoration Law, che prevede di azzerare la perdita netta di superfici naturali e copertura arborea entro il 2024.

La disponibilità di aree verdi si riduce costantemente: meno di un terzo della popolazione urbana può raggiungere un'area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri a piedi. La crescente cementificazione sottrae anche suolo agricolo. Nel 2023, sono stati persi altri 4.000 ettari di terreno agricolo, di cui quasi il 10% destinato a impianti fotovoltaici a terra.

Frane, allagamenti, alluvioni. Gli effetti del consumo di suolo continuano a farsi sentire in Italia, dove la cementificazione procede al ritmo di 20 ettari ogni 24 ore

Le regioni più colpite

Le regioni italiane mostrano andamenti diversi nel consumo di suolo. Valle d’Aosta e Liguria si distinguono come le meno coinvolte, con incrementi rispettivamente di +17 e +28 ettari. Al contrario, gli aumenti maggiori si registrano in Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815), Lombardia (+780), Campania (+643), Piemonte (+553) e Sicilia (+521).

Anche la logistica contribuisce all'espansione dell'impermeabilizzazione: nel 2023 ha ricoperto altri 504 ettari. La crescita è attribuibile per il 63% all'indotto produttivo e industriale, mentre la grande distribuzione e l'e-commerce pesano rispettivamente per il 20% e il 17%.

A livello comunale, per la prima volta Roma registra un rallentamento del consumo di suolo, con un incremento di soli +71 ettari, una riduzione significativa rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, si conferma tra i comuni con i valori più alti, insieme a Uta (+106 ettari, città metropolitana di Cagliari) e Ravenna (+89 ettari).

Il rapporto dell’Ispra evidenzia la necessità di un’inversione di tendenza. Con il consumo di suolo a livelli ancora troppo elevati e solo parzialmente compensato dal ripristino delle aree naturali, le politiche di pianificazione urbana e ambientale devono diventare una priorità. Il costo economico e ambientale di questa tendenza rischia di compromettere ulteriormente il fragile equilibrio del nostro territorio, con danni irreversibili per il futuro.

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