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Canavese: la scuola dell'infanzia non è sicura. La comunicazione del sindaco in Consiglio

E' una notizia che prevedibilmente allarmerà i cittadini così come ha allarmato i gruppi di minoranza

Canavese: la scuola dell'infanzia non è sicura. La comunicazione del sindaco in Consiglio

La scuola dell'infanzia di Pont Canavese

L’edificio che ospita la Scuola dell’Infanzia di Pont Canavese non è più sicuro e dovrà essere sottoposto a lavori di risistemazione lunghi e costosi.

Lo si è appreso nel corso del consiglio comunale di giovedì 28 novembre ed è una notizia che prevedibilmente allarmerà i cittadini così come ha allarmato i gruppi di minoranza.

A darla è stato il sindaco durante l’illustrazione della Variazione di Bilancio, nella quale era stata inserita la spesa per la progettazione della nuova sede. La maggioranza uscita vincitrice dal voto di giugno aveva infatti già intenzione di spostare la Materna nell’attuale salone polivalente ed ora accelererà i tempi. La notizia è di quelle che fanno rumore.

Magari chi frequenta abitualmente l’edificio ha una percezione differente ma chi è abituato a guardarlo dall’esterno ne resta colpito: si sarebbe mai detto che uno dei fabbricati più significativi del paese presentasse tali problemi?

Ad accorgersene – ha spiegato Coppo – è stato il tecnico che si doveva occupare delle verifiche per progettare l’adeguamento sismico e l’efficientamento energetico: “Ha rilevato criticità notevoli e saranno necessari interventi importanti per la messa in sicurezza: i costi si aggireranno sul milione di euro e saranno necessari 6 o 7 mesi di lavori ma è più prudente calcolarne la durata in un anno visto che al momento è difficile trovare ditte disponibili”. Cosa si dovrà fare? Il sindaco non è entrato nel dettaglio, ha solo precisato che “la veranda dev’essere buttata giù e poi ci sono i pannelli in fibra di carbonio che vanno rimossi”.

La veranda e la scuola dell'infanzia di Pont Canavese

Dalle minoranze sono arrivate richieste di chiarimenti, innanzitutto sulla sicurezza: è sicuro per i piccoli e per le loro insegnanti rimanere lì nei mesi a venire visto che è difficile immaginare uno spostamento ad anno scolastico in corso? Poi è stato chiesto che fine faranno il Museo Etnografico e la sede dei Donatori di Sangue, ospitati nel medesimo edificio.

Infine la domanda di fondo: Non si potrebbero eseguire i lavori e poi riportare lì la Materna?

“Spiace pensare ad una spesa così elevata senza che poi si riutilizzi al pieno l’edificio” – ha detto Giovanni Costanzo. Coppo ha risposto così: “Di sicuro non si potrebbe lavorare con i bambini all’interno: fossero più grandicelli si sarebbe potuta trovare una soluzione ma qui si tratta di un’età che va dai 3 ai 6 anni… Ammesso e non concesso che si volesse mantenere lì la scuola bisognerebbe trovare una sistemazione provvisoria e non saprei dove reperire i locali”.

È caduto nel vuoto il suggerimento di Raffaele Costa di utilizzare temporaneamente l’area dell’ex-scuola elementare che si vuole adibire a sede della Biblioteca Civica.

Qualunque sede provvisoria – ha ripetuto più volte il sindaco – richiederebbe grossi lavori di adeguamento. Moreno Riva ha fatto notare che anche per adattare il salone polivalente a Scuola dell’Infanzia sarà necessario intervenire radicalmente ma lì, a quanto pare, si potrà contare sui finanziamenti ad hoc per i poli scolastici, quei famosi poli scolastici che stanno tanto a cuore ai legislatori ed al sindaco di Pont ma dei quali, in un paese di quelle dimensioni, non si sente probabilmente un bisogno così impellente da prevalere su ogni altra considerazione.

Quanto all’edificio dell’Asilo storico, al quale tanti pontesi sono affezionati, una volta trovati i finanziamenti – ovviamente tramite qualche bando vista la cifra necessaria – ed effettuati i lavori, verrà rioccupato da Donatori e Museo Etnografico mentre la parte al pianterreno che ora ospita la Scuola dell’Infanzia diventerà salone polivalente. Un vortice di trasformazioni incrociate e di denari che girano senza che si abbia nessuna ricaduta utile sulla stagnantissima economia di un paese il cui futuro appare sempre più immerso nella nebbia.

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