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Dibattito
28 Novembre 2024 - 06:00
La condizione di solitudine degli anziani, un fenomeno sempre più diffuso nella nostra società in rapido invecchiamento, è stata al centro di un incontro pubblico organizzato presso la sala consiliare di Brandizzo. Moderato dall'ex sindaco Paolo Bodoni, l'evento ha raccolto interventi di esperti del settore medico, sociale e del volontariato, ponendo l’accento sulla necessità di affrontare con urgenza e coordinazione questa problematica.
Tra i relatori hanno preso la parola figure di rilievo come il dottor Antonio Barillà, medico di famiglia, segretario regionale dello SMI (Sindacato Medici Italiani) e presidente del CISS (Consorzio Intercomunale Servizi Socio-Sanitari) di Chivasso; il dottor Oscar Bertetto, oncologo; il dottor Mario Trioni, direttore del distretto sanitario di Chivasso (ASL TO4); il dottor Giuseppe Di Gravina, geriatra e vicepresidente dell’AGE (Associazione Geriatri Extraospedalieri) Piemonte; la dottoressa Silvia Canuto, geromotricista presso la RSA Piccola Lourdes di Brandizzo; la signora Marcella Cosenza, presidente dell’associazione Una Finestra su Brandizzo; e la dottoressa Elisa Bianchi, assistente sociale e assessora di Montanaro.
Con una popolazione over 65 in continuo aumento, l’Italia affronta una sfida demografica senza precedenti. Secondo le proiezioni, entro il 2050 quasi un terzo della popolazione sarà costituito da anziani, con inevitabili ripercussioni sul sistema sanitario, sociale ed economico. L’incontro ha affrontato questa realtà sottolineando che la solitudine non è solo una conseguenza naturale dell’invecchiamento, ma il risultato di un progressivo indebolimento delle reti sociali e familiari, aggravato da fenomeni come il divario digitale e le difficoltà di mobilità.
Il dottor Antonio Barillà ha aperto il dibattito descrivendo il quadro attuale e prospettando un futuro preoccupante. “Il nostro sistema sanitario è stato concepito in un’epoca in cui l’età media era molto più bassa. Oggi, con un numero crescente di anziani e una diminuzione delle nascite, è evidente che non è più in grado di rispondere alle esigenze della popolazione”, ha affermato. Barillà ha sottolineato che la diminuzione dei posti letto ospedalieri e l’attenzione quasi esclusiva alle cure acute sono inadeguate per una società che invecchia. Ha proposto una maggiore attenzione all’assistenza territoriale e domiciliare, mettendo al centro il benessere dell’anziano e il sostegno alla sua autonomia.
Il suo appello è stato chiaro: “Gli anziani non sono un peso, ma una risorsa. È nostro compito valorizzarli e garantire loro una vecchiaia dignitosa, dove la solitudine non sia una condanna”.
Oscar Bertetto
Il tema della solitudine è stato affrontato da più angolazioni. Oscar Bertetto, oncologo, ha sottolineato come la solitudine non sia solo un problema sociale, ma anche un fattore di rischio per la salute. “L’isolamento aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, declino cognitivo e depressione”, ha spiegato. Bertetto ha messo in evidenza la necessità di adottare un approccio multidisciplinare, che coinvolga non solo i medici ma anche le istituzioni, il volontariato e la comunità.
La perdita del “capitale sociale”, ovvero delle reti di relazione che un tempo caratterizzavano i piccoli centri abitati, è uno dei fattori che aggravano l’isolamento degli anziani. Bertetto ha insistito sull’importanza di piccoli gesti quotidiani, come visite a domicilio o semplici telefonate, per rompere il ciclo della solitudine.
Il dottor Mario Trioni, direttore del distretto sanitario di Chivasso, ha aggiunto una prospettiva artistica al dibattito, richiamandosi a un famoso quadro di Edvard Munch per descrivere la solitudine come una condizione non solo fisica, ma anche esistenziale. Trioni ha ricordato che molti anziani, pur circondati da persone, si sentono soli a causa della perdita di connessioni significative. Ha sottolineato che il volontariato, che tradizionalmente ha svolto un ruolo cruciale nel contrastare la solitudine, sta invecchiando senza trovare un ricambio generazionale.
Tra le proposte di Trioni spiccano progetti come il “Caldo Anziano” e la figura dell’infermiere di comunità, strumenti pensati per offrire assistenza e creare legami di prossimità, soprattutto nelle zone rurali dove l’isolamento è più marcato.
Un contributo pratico è arrivato dalla dottoressa Silvia Canuto, che ha raccontato l’esperienza della RSA Piccola Lourdes di Brandizzo. La geromotricità, l’ortoterapia e la pet therapy sono alcune delle attività che hanno dimostrato di migliorare il benessere psicofisico degli anziani, stimolando la socializzazione e riducendo l’ansia. Progetti intergenerazionali, come la collaborazione con scuole locali, hanno permesso di creare un ponte tra le generazioni, con benefici reciproci.
La signora Marcella Cosenza, presidente dell’associazione Una Finestra su Brandizzo, ha portato la voce del volontariato. “Ogni giorno incontriamo anziani che vivono in condizioni di isolamento e difficoltà economica. Il nostro obiettivo è offrire supporto gratuito, umano e concreto”, ha detto. Cosenza ha sottolineato che il lavoro dei volontari, spesso sottovalutato, è indispensabile per migliorare la qualità della vita degli anziani.
La dottoressa Elisa Bianchi, assessora di Montanaro, ha chiuso il cerchio offrendo una prospettiva normativa. Ha descritto come la legge regionale sulla promozione dell’invecchiamento attivo stia aprendo nuove possibilità per integrare gli anziani nella vita sociale, favorendo attività fisiche e ricreative, e creando reti di supporto che valorizzino il loro contributo alla comunità.
A chiudere l’incontro è stata la sindaca di Brandizzo, Monica Durante, che ha lanciato un messaggio di speranza e responsabilità. “Gli anziani non sono solo portatori di bisogni, ma custodi di esperienze preziose. Dobbiamo costruire una società che li accolga e li valorizzi”. Durante ha ringraziato i relatori e i presenti, sottolineando l’importanza di una rete di collaborazione tra istituzioni, servizi sociali e volontariato per contrastare la solitudine e promuovere l’invecchiamento attivo.
L’incontro non si è limitato a una riflessione teorica, ma ha offerto spunti concreti per affrontare un fenomeno che non riguarda solo gli anziani, ma tutta la comunità. Come emerso dai vari interventi, la solitudine non è un destino inevitabile, ma una sfida collettiva che richiede un impegno condiviso per garantire a tutti una vecchiaia serena e dignitosa.
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