L’eredità Agnelli torna al centro delle cronache giudiziarie. La Procura di Torino, in collaborazione con la guardia di finanza, ha effettuato perquisizioni in diversi studi legali, tra cui lo storico studio Grande Stevens, nell’ambito dell’indagine sulla gestione della Dicembre Società Semplice, cassaforte della famiglia Agnelli-Elkann.
L'operazione, autorizzata da un gip, si è svolta alla presenza di rappresentanti del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, come previsto dal Codice di procedura penale.
Al centro delle indagini c’è la Dicembre, la società che controlla le partecipazioni della holding Exor, azionista di riferimento di gruppi come Stellantis, Ferrari e Juventus.
Gli inquirenti stanno indagando su presunte irregolarità nei contratti con cui, nel 2004, Marella Agnelli, vedova di Gianni Agnelli, cedette la nuda proprietà di circa il 40% delle sue quote ai nipoti John Elkann (attuale presidente di Exor), Lapo e Ginevra Elkann, riservandosi il diritto di usufrutto.
La Procura sospetta che i documenti relativi a queste operazioni siano incompleti, alterati o falsificati, con conseguenze dirette sul calcolo delle imposte di successione.
Le verifiche si estendono fino al 2019, anno della morte di Marella Agnelli, e mirano a chiarire se la somma dovuta allo Stato per imposte di successione sia stata sottostimata.
I sospetti coinvolgono inoltre l’autenticità della Declaratoria relativa alla composizione della Dicembre, documento depositato nel giugno 2021 presso l’Ufficio del Registro delle Imprese, ritenuto dagli inquirenti affetto da falsità ideologica.

John Elkann (attuale presidente di Exor) e Marella Agnelli
Il ruolo di Marella e i patti successori
Secondo quanto emerso, l’indagine trae origine da una denuncia presentata da Margherita Agnelli, unica figlia dell’Avvocato, che contesta le modalità con cui la madre Marella avrebbe escluso lei e i suoi discendenti dalla gestione diretta della Dicembre.
Al centro della disputa ci sono non solo le quote societarie, ma anche beni di ingente valore, tra cui gioielli, quadri, e due fondi alle Bahamas, il Providenza Settlement e il Settlement Due, con oltre 29 milioni di euro in rendite vitalizie versate a Margherita e altri 116 milioni in redditi di capitale.
L’ipotesi della Procura è che la cessione delle quote da Marella ai nipoti non sia stata accompagnata da un effettivo pagamento del prezzo pattuito, configurando una possibile truffa ai danni dello Stato.
L’inchiesta coinvolge nomi di spicco del panorama legale e imprenditoriale, tra cui John Elkann, Lapo Elkann, Ginevra Elkann, il notaio Urs von Grueningen e il commercialista Gianluca Ferrero, attuale presidente della Juventus.
Le perquisizioni hanno interessato anche lo studio Grande Stevens, il cui fondatore, Franzo Grande Stevens, 95enne soprannominato “l’avvocato dell’Avvocato”, è indicato negli atti come consulente storico di fiducia di Gianni Agnelli e Marella.
L’accusa non mira a modificare la compagine societaria della Dicembre, ma a verificare se le operazioni contestate abbiano portato a una evasione fiscale su scala milionaria.
Se le ipotesi della Procura trovassero conferma, le irregolarità nei contratti e nella documentazione potrebbero comportare una revisione significativa delle imposte di successione dovute allo Stato italiano.
L’indagine, che sta coinvolgendo alcuni tra i più noti esponenti della dinastia Agnelli, rappresenta un nuovo capitolo nella complessa storia dell’eredità Agnelli, un patrimonio stimato in oltre 800 milioni di euro.
Mentre gli investigatori proseguono nell’analisi dei documenti sequestrati, la vicenda potrebbe avere ripercussioni di ampio respiro non solo sul piano fiscale, ma anche su quello reputazionale per una delle famiglie più influenti d’Italia.