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Sanità
25 Novembre 2024 - 17:33
Federico Riboldi, Sarah Disabato e Daniele Valle
L'annuncio dell'assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, riguardo all'adozione di un nuovo piano sociosanitario entro febbraio 2025, ha suscitato scetticismo tra le opposizioni, che denunciano una gestione confusa, ritardi ingiustificabili e una mancanza di trasparenza. Al centro del dibattito vi sono gli undici nuovi ospedali promessi dalla Giunta regionale, tra cui Ivrea.
Il consigliere regionale Daniele Valle (PD), vicepresidente della IV Commissione, riconosce l'importanza del piano, ma evidenzia diverse criticità: «Il nuovo piano sociosanitario è una necessità ormai ineludibile. È positivo che si voglia lavorare su un documento decennale, che dia respiro alle scelte strategiche. Tuttavia, mancano informazioni essenziali. Quanto costeranno le bonifiche e i terreni? Quali saranno i tempi reali? Perché alcuni progetti avanzano più rapidamente di altri? Sono scelte politiche o casualità? La Giunta Cirio non ha mai chiarito questi punti fondamentali.»
L'ospedale di Settimo Torinese, acquisito dalla Regione per garantirne la gestione pubblica, rappresenta un nodo centrale. Valle sottolinea l'importanza di salvaguardare lavoratori e servizi, ma non risparmia critiche: «Manca trasparenza sulle priorità. Per AslTO5, Torino e Savigliano è già prevista la consegna del progetto a INAIL entro il 2025. Per Ivrea, invece, si parla del 2026, mentre Vercelli, Cuneo e Alessandria sono ancora senza previsioni. Per loro si ipotizza il 2027. Come mai alcuni progetti procedono spediti e altri no? E poi, come intende la Regione sostenere i costi dei canoni di locazione, considerando le risorse limitate e l’aumento dei tassi di interesse?»
Anche il Movimento 5 Stelle ha reagito duramente all'annuncio di Riboldi. In una nota, la capogruppo Sarah Disabato, affiancata dai consiglieri Alberto Unia e Pasquale Coluccio, ha ricordato i lunghi anni di attesa: «Dal 2019, con l'insediamento della prima Giunta Cirio, ci ripetono che il piano sociosanitario è in arrivo. Nel 2021 ci dissero che sarebbe stato pronto entro un anno dall'istituzione di Azienda Zero. Poi è slittato al 2022, quindi al 2023, e ora siamo a novembre 2024 con l'ennesima promessa: febbraio 2025. Ci chiediamo: quanto ancora bisognerà aspettare?»
Disabato ha poi denunciato l'immobilismo e le lotte interne alla Giunta: «Tra Riboldi e Icardi è tutto un teatrino. La sanità piemontese non ha un governo, ma due fazioni che si fanno guerra. Intanto, le liste d'attesa continuano a crescere, il personale sanitario è stremato e progetti fondamentali – come gli ospedali di Settimo, Ivrea e altri – restano impantanati.»
L'ospedale di Ivrea, infatti, è un altro esempio di come i progetti sanitari in Piemonte procedano a rilento. Pur essendo stato indicato come una priorità, la consegna del progetto a INAIL è stata posticipata al 2026, senza garanzie sui tempi successivi. Nel frattempo, le strutture esistenti devono affrontare una carenza cronica di risorse e personale, con i cittadini costretti a fare i conti con liste d'attesa insostenibili.
Valle ha lanciato un monito: «La mancanza di una pianificazione chiara e condivisa rischia di tradursi in un disastro a lungo termine. Bisogna agire con trasparenza e stabilire priorità chiare, altrimenti l'inefficienza di oggi sarà il problema di domani.» Anche il Movimento 5 Stelle ha ribadito l'urgenza di mettere la sanità al centro dell'agenda regionale: «Non possiamo più accettare immobilismo e promesse da marinaio. Se la Giunta non riesce a fare del piano sociosanitario una vera priorità, sarà la sanità piemontese a pagarne il prezzo.»
Con Settimo, Ivrea e altri ospedali in attesa di un futuro più chiaro, il quadro della sanità piemontese appare sempre più desolante. La politica continua a promettere, mentre i cittadini attendono risposte che, purtroppo, sembrano ancora lontane.
La Regione Piemonte ha avviato un ambizioso piano di edilizia sanitaria che prevede la costruzione di undici nuovi ospedali sul territorio regionale. Questo progetto, presentato dal presidente Alberto Cirio e dall'assessore alla Sanità Federico Riboldi, mira a modernizzare e potenziare le strutture sanitarie piemontesi, con un investimento complessivo di oltre 4,5 miliardi di euro.
Gli undici nuovi ospedali previsti sono:
Nuovo Ospedale dell'ASL TO5: servirà i comuni di Chieri, Carmagnola, Moncalieri e Nichelino, con un investimento di 202 milioni di euro.
Nuovo Ospedale dell'ASL VCO: situato nel Verbano-Cusio-Ossola, con un finanziamento di 155 milioni di euro.
Nuovo Ospedale dell'ASL Città di Torino: previsto un investimento di 185 milioni di euro.
Nuovo Ospedale dell'ASL TO4: nell'ambito eporediese (Ivrea), con un finanziamento di 140 milioni di euro.
Nuovo Ospedale dell'ASL VC: sostituirà l'attuale Sant'Andrea di Vercelli, con un investimento di 155 milioni di euro.
Nuovo Ospedale dell'ASL CN1: nell'ambito saviglianese, con un finanziamento di 195 milioni di euro.
Nuovo Ospedale dell'Azienda Ospedaliera di Alessandria: con un investimento di 300 milioni di euro.
Nuovo Ospedale dell'Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo: previsto un finanziamento di 310 milioni di euro.
Nuovo Ospedale di Settimo Torinese: con l'obiettivo di salvaguardare e implementare le attività sanitarie locali.
Nuovo Ospedale di Savigliano: con una capacità prevista di 382 posti letto.
Nuovo Ospedale di Cuneo: con una capacità prevista di 805 posti letto.
Oltre alla costruzione di questi nuovi ospedali, il piano regionale include:
4 ampliamenti e rigenerazioni di ospedali esistenti.
91 Case di Comunità: strutture sanitarie territoriali per l'assistenza primaria.
30 Ospedali di Comunità: per degenze brevi e assistenza intermedia.
43 Centrali Operative Territoriali: per il coordinamento dei servizi sanitari sul territorio.
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