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Il caso
21 Novembre 2024 - 13:47
Proteste a Chivasso dove un autobus di linea ha lasciato di nuovo a piedi gli studenti
Gli studenti corrono per salire sul pullman, ma l’autista chiude loro le porte in faccia, accelera e se ne va.
Questa è la scena che si è ripetuta oggi, appena prima delle 13, al Movicentro di Chivasso, dove i ragazzi che frequentano le scuole superiori si trovano costretti a rincorrere letteralmente gli autobus della linea Gelosobus, sulla tratta Chivasso-Asti, per non rimanere a piedi.
Poco fa il pullman è partito chiudendo le porte pochi minuti prima dell'orario di partenza, fissato alle 13. E lasciando a piedi diversi ragazzi e ragazze. Lo stesso è capitato ieri.
Nonostante gli abbonamenti annuali salati che le famiglie pagano per il servizio, l’autista ha chiuso le porte, senza concedere il tempo di salire, e si è limitato a dire: “Prendete il prossimo".
I genitori, esasperati, si sono rivolti alla nostra redazione per denunciare una situazione inaccettabile. “Non è una questione di orario o di ritardo: ci sono posti vuoti, non era ancora l'orario di partenza del bus. Perché non aprire le porte? Basterebbe un minimo di rispetto...” racconta un papà furioso.
La frustrazione non deriva solo dal disservizio, ma anche dal contesto in cui avviene.
Controlli dei carabinieri al Movicentro di Chivasso
Il Movicentro di Chivasso, infatti, non è un luogo sicuro: di recente, è stato teatro di controlli contro lo spaccio, il bivaccio, ecc... ecc... e, appena sabato scorso, una rissa ha coinvolto diversi giovani, confermando l’impressione diffusa di degrado e insicurezza.
La sicurezza dei ragazzi dovrebbe essere una priorità, ma qui sembra venire ignorata.
Costringere degli adolescenti ad aspettare il prossimo autobus, in un luogo dove le forze dell’ordine intervengono regolarmente per episodi di violenza, significa esporli a rischi inutili. L’ultimo episodio è emblematico: un giovane, visibilmente ubriaco, ha aggredito altri ragazzi alla stazione, mentre i pendolari assistevano impotenti.
“Ci sentiamo presi in giro,” aggiunge un altro genitore. “Paghiamo cifre importanti per gli abbonamenti, ma ci ritroviamo con un servizio che manca di umanità e attenzione. Aspettare gli studenti non è solo buon senso, è rispetto per chi, ogni giorno, sceglie i mezzi pubblici e sostiene il loro costo.”
La richiesta è chiara: che gli autisti dimostrino maggiore flessibilità, specialmente quando ci sono posti disponibili, e che l’azienda di trasporti prenda seri provvedimenti per garantire un servizio più attento alle esigenze dei passeggeri. O, meglio: più che flessibilità sarebbe il caso di parlare di educazione.
Allo stesso tempo, l’appello si estende alle istituzioni locali: il Movicentro, così com’è oggi, non è un luogo adeguato per gli studenti. Serve un intervento deciso per aumentare la sorveglianza, migliorare l’illuminazione e rendere finalmente sicuro un nodo di trasporto essenziale per Chivasso e dintorni.
“Non possiamo accettare che i nostri figli siano trattati in questo modo,” concludono i genitori.
Il rispetto passa anche da gesti semplici, come aprire una porta invece di sbatterla in faccia.
Sulla sicurezza in città è intervenuto proprio oggi, con una lettera alla redazione, anche il chivassese Marco Riva Cambrino.
"Chivasso sta vivendo un periodo difficile in termini di sicurezza urbana, con un susseguirsi di episodi che stanno facendo preoccupare i cittadini. Oltre al danneggiamento del pannello informativo in Piazza d’Armi, che ha messo in evidenza un atto di vandalismo evidente e dannoso per il decoro della città, si è recentemente verificata una rissa nei pressi della stazione ferroviaria, un luogo frequentato quotidianamente da molti pendolari e residenti. Questi eventi hanno sollevato interrogativi sull’efficacia delle misure di sicurezza adottate finora - inforca nel suo appello alle istituzioni il chivassese -. Il sistema di videosorveglianza, che è stato installato con l’obiettivo di monitorare le aree più sensibili e di identificare i responsabili di atti vandalici e altre violazioni, sembra non aver prodotto i risultati sperati. La presenza delle telecamere dovrebbe fungere da deterrente, ma la domanda che molti cittadini si pongono è: “Le telecamere stanno davvero funzionando? Sono state utili per risolvere i casi più recenti?” A queste domande si aggiunge la necessità di una maggiore trasparenza sui costi sostenuti per il mantenimento del sistema e sui risultati ottenuti in termini di prevenzione e identificazione dei colpevoli.
"La stazione ferroviaria, in particolare, sta diventando un punto critico per la sicurezza cittadina. La rissa verificatasi recentemente ha messo in luce una carenza di controlli in un’area che, oltre ad essere un snodo importante per i trasporti, è anche un luogo dove si concentrano molte persone. È fondamentale che vengano presi provvedimenti per garantire che la stazione e gli altri luoghi sensibili siano sicuri, non solo per i pendolari, ma per tutti i cittadini - prosegue -. Cosa si può fare per migliorare la situazione? In primo luogo, è necessario potenziare il sistema di videosorveglianza, introducendo telecamere ad alta risoluzione e migliorando la copertura delle zone più frequentate. Inoltre, un aumento della presenza delle forze dell'ordine nelle aree critiche sarebbe un passo importante per dare un segnale di presenza e controllo. Le autorità dovrebbero anche promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte ai giovani, affinché comprendano l'importanza del rispetto delle regole e del patrimonio pubblico".
"Infine - conclude Riva Cambrino -, è importante che i cittadini possano partecipare attivamente alla sicurezza della loro città. Favorire segnalazioni anonime e promuovere iniziative di sicurezza partecipata potrebbe essere una soluzione efficace per rafforzare il legame tra le istituzioni e la comunità locale. La sicurezza è un tema che riguarda tutti e, sebbene non esistano soluzioni rapide o facili, è fondamentale che l’amministrazione comunale e la cittadinanza collaborino per creare un ambiente più sicuro e decoroso. Solo attraverso azioni concrete e una visione condivisa sarà possibile restituire a Chivasso la tranquillità che merita".
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