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5G a tutti i costi: nel Canavese il Comune incassa e i residenti pagano il prezzo della paura

La collocazione di un nuovo ripetitore 5G a Mazzè accende il dibattito: cittadini preoccupati per la salute e la svalutazione delle case, mentre il Comune rassicura

5G a tutti i costi

5G a tutti i costi: il Comune incassa, i residenti pagano il prezzo della paura

La collocazione di un nuovo palo per telecomunicazioni, alto 25 metri, destinato a ospitare antenne per la telefonia mobile con tecnologia 5G, sta alimentando un acceso dibattito a Mazzè. L’argomento, riportato in consiglio comunale ieri dal gruppo di minoranza "Canavese Mazzè Futura", ha riacceso le preoccupazioni dei cittadini, soprattutto nella frazione di Tonengo, dove il ripetitore sarà posizionato su un terreno di proprietà comunale, a pochi passi dal cimitero e dal nuovo plesso scolastico.

Il progetto, promosso dalla società Inwit, era stato presentato lo scorso anno e aveva già suscitato reazioni contrarie, portando alla nascita del comitato "Cittadini in movimento", che denuncia potenziali rischi per la salute e l’impatto negativo sul valore delle abitazioni vicine. "Ci preoccupa il rischio per la salute – osservano i membri del comitato – soprattutto considerando la vicinanza al nuovo plesso scolastico. Non possiamo ignorare nemmeno la svalutazione delle proprietà immobiliari nella zona."

Nonostante queste proteste, la società ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie. Tuttavia, la mozione presentata in consiglio chiede alla giunta di mantenere alta l’attenzione e di monitorare le emissioni elettromagnetiche, come promesso dal sindaco Marco Formia.

Il Sindaco, il regolamento e i controlli promessi

Durante un incontro pubblico organizzato nella sala consiliare, il sindaco Marco Formia ha ribadito la propria posizione: "Personalmente sono contrario all’installazione, ma come Comune abbiamo pochi margini di manovra. La richiesta di Inwit rispetta tutti i parametri urbanistici e di sicurezza elettromagnetica. Abbiamo scelto di concedere il terreno comunale per mantenere il controllo sulla distanza da case e aree sensibili, oltre a incassare un canone annuo di 10 mila euro. Se non avessimo agito così, la società avrebbe comunque trovato un privato disponibile."

Nuovo palo per telecomunicazioni a Mazzè fa insorgere i cittadini

Il sindaco ha spiegato che il territorio di Mazzè è classificato come "zona bianca", priva di copertura sufficiente per avviare il processo di digitalizzazione previsto dal piano nazionale. "La frazione Casale, in particolare, è scoperta. Questo ha reso inevitabile la richiesta di Inwit, che segue un piano governativo per espandere la rete."

A seguito della richiesta, il Comune si è dotato di un regolamento specifico, redatto dall’esperto Stefano Roletti, per garantire il corretto insediamento degli impianti e la minimizzazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici. Il regolamento è stato approvato in giunta e prevede il monitoraggio continuo in collaborazione con Arpa Piemonte.

Formia ha rassicurato i cittadini sulla gestione del progetto: "I controlli saranno rigorosi e trasparenti. Riguardo ai rischi per la salute, non posso che fare riferimento agli studi scientifici disponibili, che al momento non forniscono prove definitive su eventuali pericoli legati al 5G."

Mentre il palo per telecomunicazioni non è ancora operativo, la comunità resta divisa. Se da un lato c’è chi riconosce la necessità di adeguarsi al progresso tecnologico per evitare l’isolamento digitale, dall’altro permane la preoccupazione per le possibili conseguenze sulla salute e sull’ambiente.

Il dibattito riflette questioni più ampie che interessano molti comuni italiani: come bilanciare innovazione tecnologica, tutela della salute pubblica e sviluppo economico. Per ora, a Mazzè, il dialogo tra cittadini, comitato e amministrazione continua, con la speranza che si possa trovare un compromesso che garantisca trasparenza e sicurezza per tutti.

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