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19 Novembre 2024 - 18:33
Coldiretti in piazza
Nel pomeriggio di martedì 19 novembre, il cuore di Torino è stato teatro di una manifestazione che ha messo al centro un tema cruciale per l’economia regionale: la sostenibilità delle imprese agricole piemontesi di fronte alle nuove normative ambientali.
Davanti a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale, decine di membri della Coldiretti, con cartelli, fischietti e campanacci, hanno espresso il loro dissenso verso il piano regionale per la qualità dell’aria, un progetto che, secondo l’organizzazione agricola, rischia di affossare ulteriormente le imprese del territorio.
La Coldiretti, pur sottolineando l’importanza della tutela ambientale, ha evidenziato le difficoltà che le misure previste impongono alle imprese agricole. "Il pericolo è quello di far chiudere migliaia di stalle ed aziende che costituiscono il tessuto economico del Piemonte", ha dichiarato l’organizzazione.
Una chiusura di questa portata avrebbe effetti devastanti, minacciando non solo l’economia locale, ma anche la tradizione agricola della regione, un patrimonio da tutelare.
Alla manifestazione ha partecipato Paolo Bongioanni, assessore regionale ad Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi, che ha incontrato una delegazione di allevatori e coltivatori. Durante l’incontro, sono stati discussi "i punti da modificare del piano di qualità dell’aria e le richieste di Coldiretti Piemonte per la sopravvivenza dell’agricoltura regionale".
Questo momento di confronto rappresenta un passo importante verso un possibile compromesso, volto a bilanciare le esigenze ambientali con quelle economiche.
Decine di membri della Coldiretti, con cartelli, fischietti e campanacci, hanno espresso il loro dissenso verso il piano regionale per la qualità dell’aria
Bruno Rivarossa, delegato confederale, e Bruno Mecca Cici, presidente della Coldiretti di Torino, hanno sintetizzato le preoccupazioni del settore: "È giusto che ci siano norme, ma devono essere poche, chiare e di buon senso, fatte confrontandosi anche con le aziende".
Le critiche principali riguardano alcune disposizioni che, secondo Coldiretti, risultano assurde e "non tollerabili", applicate solo in alcune regioni e che creano un divario competitivo tra territori.
La protesta di Torino è l’ultimo episodio di una serie di tensioni tra le politiche ambientali e le esigenze del settore agricolo. Il problema fondamentale resta: come garantire la protezione dell’ambiente senza compromettere un settore economico vitale? Trovare un equilibrio non è semplice e richiede un dialogo aperto e costruttivo tra tutti i soggetti coinvolti.
Il futuro dell’agricoltura piemontese dipenderà dalla capacità di sviluppare soluzioni che siano sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico. La speranza è che il confronto con le istituzioni porti a un progetto che rispetti le peculiarità del territorio e delle sue esigenze produttive, salvaguardando al contempo l’ambiente.
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