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Antibiotici inefficaci: l'Italia rischia di diventare il primo paese per morti da super-batteri

Ogni anno in Europa oltre 35.000 vittime: l'Italia tra i paesi più colpiti dall'antibiotico-resistenza.

Antibiotico-resistenza

Antibiotici inefficaci: l'Italia rischia di diventare il primo paese per morti da super-batteri

L'antibiotico-resistenza rappresenta una delle sfide più gravi per la sanità pubblica a livello globale, e l'Italia si trova in una posizione particolarmente critica. Secondo l'ultimo rapporto del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), ogni anno in Europa si registrano oltre 35.000 decessi attribuibili a infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici, di cui circa 12.000 avvengono nel nostro Paese. Questo dato colloca l'Italia al vertice della classifica europea per mortalità legata all'antibiotico-resistenza.

Le proiezioni per i prossimi decenni delineano uno scenario allarmante. Se non si interviene con decisione, l'antibiotico-resistenza potrebbe diventare la principale causa di morte in Italia entro il 2050, superando patologie come le malattie cardiovascolari e i tumori. Questo futuro inquietante richiede azioni immediate e coordinate per essere scongiurato.

Il circolo vizioso del consumo incontrollato

Uno dei fattori chiave che alimentano l'antibiotico-resistenza è l'elevato consumo di antibiotici, sia in ambito ospedaliero che nella popolazione generale. Nel 2023, il consumo di antibiotici in Italia è aumentato del 6,4% rispetto all'anno precedente, con una forte variabilità regionale. Questo uso indiscriminato favorisce lo sviluppo di batteri resistenti, creando un pericoloso circolo vizioso.

L'antibiotico resistenza è la prima causa di morte in Italia

L'impatto economico dell'antibiotico-resistenza è significativo. Ogni anno, le infezioni da batteri resistenti causano un aumento dei ricoveri ospedalieri e dei costi associati. Nel biennio 2022-2023, circa l'8,2% dei pazienti ricoverati in ospedale in Italia ha contratto un'infezione durante la degenza, un dato superiore alla media europea del 6,5%. Questo comporta un aumento dei costi per il Servizio Sanitario Nazionale e un impatto negativo sulla salute dei pazienti.

Una risposta che non può attendere...

Per contrastare efficacemente l'antibiotico-resistenza, è fondamentale adottare un approccio multidisciplinare che coinvolga cittadini, operatori sanitari e istituzioni. È necessario promuovere un uso responsabile degli antibiotici, implementare programmi di sorveglianza e prevenzione delle infezioni e investire nella ricerca di nuove terapie antimicrobiche. Solo attraverso un impegno collettivo sarà possibile invertire la tendenza e garantire un futuro in cui gli antibiotici continuino a essere strumenti efficaci nella lotta contro le infezioni.

Cosa dice il medico di famiglia?

Basta sentire il proprio medico di base che, essendo in prima linea nel prescrivere antibiotici e nel gestire le aspettative dei pazienti, probabilmente farà riflessioni pratiche e di sensibilizzazione sull'antibiotico-resistenza. 

L'antibiotico-resistenza rappresenta una delle sfide più rilevanti della pratica quotidiana. Troppo spesso, i pazienti richiedano antibiotici per condizioni non necessarie, come raffreddori o infezioni virali: questi farmaci funzionano solo contro i batteri!

A tale proposito è opportuno sottolineare l'importanza di seguire le terapie antibiotiche fino al termine prescritto. Interrompere i trattamenti in anticipo favorisce la sopravvivenza dei batteri resistenti, aggravando il problema su scala globale.

Perciò è importante educare i pazienti a un uso responsabile degli antibiotici. Ogni prescrizione viene fatta con estrema attenzione e solo quando strettamente necessaria. Secondo i medici di base, un uso corretto di questi farmaci li rende alleati preziosi, ma un abuso o un utilizzo improprio potrebbe riportare la società a un'epoca in cui infezioni comuni diventano nuovamente letali.

Alla luce di quanto detto, appare evidente che è fondamentale una collaborazione tra medico e paziente, invitando quest'ultimo a fidarsi delle valutazioni mediche e a evitare di insistere per una prescrizione non necessaria. Dopotutto, il futuro della salute pubblica dipende anche dalle scelte individuali.

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