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Ferrari, ristoranti e pescherie: l'ex calciatore Rino Gattuso testimone ad Ivrea per la Rsa di Favria

Il campione del mondo era stato anche indagato per questi fatti, ma la Procura aveva archiviato

Il campione del Mondo Gennaro Gattuso

Il campione del Mondo Gennaro Gattuso

Davanti al collegio giudicante del tribunale di Ivrea, presieduto dal giudice Augusto Salustri, l’ex calciatore del Milan e campione del mondo con la Nazionale italiana del 2006, Gennaro Gattuso, è stato chiamato a testimoniare nel processo che vede imputato Pasquale Motta. L’imprenditore, già condannato a sei anni dalla Corte d’Appello di Torino, è al centro di una complessa vicenda giudiziaria legata alla gestione della Rsa Villa Nizzia di Favria e alla società Cascina Tre Olmi di Gallarate.

L’incontro con Motta e la gestione societaria

«Ho conosciuto Pasquale Motta nel 2010, la vigilia di Natale. Si era presentato nella mia pescheria a Gallarate in cerca di pesce da acquistare. Non l’avevo mai visto prima. In seguito tornò altre volte», ha raccontato Gattuso, intervenuto in videocollegamento da Spalato, dove risiede e allena l’Hajduk.

L’ex calciatore è stato chiamato a testimoniare dalla difesa di Motta, rappresentata dall’avvocato Renato Cravero, per chiarire il ruolo dell’imprenditore nella Cascina Tre Olmi. Secondo gli inquirenti, Motta sarebbe stato un socio occulto della società, la cui metà delle quote era intestata a Carlo Bollero, mentre Gattuso deteneva il 35% grazie a un investimento di circa 200 mila euro.

«Ricordo che Motta non poteva intestarsi le quote perché aveva dei problemi legati alla vicenda di una Rsa. Ricordo che se le era intestate Bollero», ha dichiarato Gattuso, aggiungendo che alcune fatture per l’acquisto di pesce non erano mai state saldate da Motta.

Indagine e archiviazione

In un primo momento, proprio per queste operazioni, Gattuso era finito sotto indagine. Tuttavia, dopo l’interrogatorio del 16 aprile 2019, la sua posizione era stata archiviata dal pm della Dda di Torino, Ruggero Crupi, che aveva riconosciuto la buona fede dell’ex calciatore, considerandolo un socio inconsapevole.

Il ristorante Poseidon e i rapporti con Motta

Nel corso della testimonianza, Gattuso ha respinto qualsiasi coinvolgimento diretto con altre società di Motta, come il ristorante Poseidon di Montalenghe, controllato dall’imprenditore. «Sono stato invitato da Motta all’inaugurazione del ristorante, dove partecipai a titolo gratuito, fornendo anche il pesce», ha spiegato, sottolineando che le visite successive al locale furono casuali, legate al fatto che spesso si fermava a cena tornando dalla sua casa di Courmayeur.

Parlando delle abitudini di Motta, Gattuso ha rivelato: «Sapevo dai miei dipendenti che Motta spendeva 2 mila euro per volta per acquistare pesce. Si presentava con auto di lusso, come una Ferrari o una Bmw».

Pasquale Motta

Il "personaggio" Motta

Alla domanda sul tipo di rapporto personale con l’imprenditore, Gattuso ha fornito una descrizione netta: «Una volta mi aveva detto che lavorava per i servizi segreti. A mio padre non è mai piaciuto e da quella volta ho capito che tipo era».

Questo commento, seppur personale, ha gettato luce sul profilo controverso di Motta, già noto alle autorità per altre vicende giudiziarie.

Il caso Villa Nizzia

L’attuale processo a Ivrea riguarda la gestione della Rsa Villa Nizzia, di cui Motta era amministratore di diritto tramite la società Eurocoop. Secondo le accuse, la struttura avrebbe subito irregolarità nella gestione finanziaria e operativa, con conseguenze gravi per i pazienti e i lavoratori.

Un puzzle giudiziario complesso

La testimonianza di Gattuso si inserisce in un quadro di accuse che coinvolgono Motta e altri imputati, e potrebbe aiutare a chiarire i rapporti societari e il ruolo effettivo dell’imprenditore. Tuttavia, le dichiarazioni dell’ex calciatore sottolineano come sia stato un protagonista inconsapevole di una rete di operazioni intricate.

Con l’udienza ancora in corso, il tribunale di Ivrea è chiamato a fare luce su una vicenda che intreccia affari, lusso e presunti abusi nella gestione di una residenza per anziani, simbolo di una controversia giudiziaria che promette ulteriori colpi di scena.

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