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Carnevale

Febbre verderossa al Borghetto: iscrizioni alle stelle, ma i disagi infiammano il quartiere

File interminabili per i Tuchini tra entusiasmo e caos: marciapiedi occupati, proteste dei residenti e accuse all’Amministrazione comunale per l’inerzia.

Gabriele Garino

Gabriele Garino

Per due venerdì consecutivi la scena si è ripetuta tale e quale e non c'è il due senza il tre e fors'anche il quattro. Una fila sempre più lunga davanti alla sede dei Tuchini, nel Borghetto. Prima dieci, poi venti, poi trenta, poi quaranta, poi cento, duecento ragazzi e ragazze e anche oltre con la coda che si snoda lungo la piazza, arrivando fin davanti alla Chiesa di San Grato e proseguendo ancora. La chiamano febbre verderossa, quel richiamo irresistibile che spinge centinaia di appassionati a voler tirare arance per questa squadra e non per altre.

Arrivano da tutto l’Eporediese, dal Canavese, finanche da Chivasso, disposti a tutto pur di assicurarsi un posto nella celebre battaglia delle arance. Aspettare due, tre, anche quattro ore, per tutto il pomeriggio e fino a mezzanotte, non sembra un problema.

C’è chi si porta un libro e legge, chi gioca a carte, chi apre il proprio baracchino e mangia seduto sul marciapiede. Alcuni si presentano con tavolino e sedie, trasformando l’attesa in una sorta di picnic urbano. 

Chi non tira non può capire e a chi tira non gliene importa nulla di chi non capisce...

Il tesseramento ha preso il via dopo le finestre di prelazione dedicate ai Corvi d’Oro, i veterani con almeno dieci anni consecutivi di battaglia, e ai giovani: da una parte i neo-quattordicenni, pronti a lasciare la piazza dei bambini per unirsi al tiro "dei grandi", dall’altra i Corvi d’Oro in pectore, coloro che, con nove anni di partecipazione, otterranno l’ambito distintivo nell’edizione 2025. Nell’arco di qualche serata si prevede di raggiungere il tetto di 1.650 iscritti, lo stesso numero dello scorso anno.

la fila

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Ma l’entusiasmo non è condiviso da tutti. Quando il tesseramento inizia, non si vedono solo volti sorridenti con in mano la caratteristica busta rossa, ma anche chi si lamenta dei disagi che l’attesa porta con sé.

Gabriele Garino, consigliere comunale e titolare di una tabaccheria nel Borghetto, non nasconde la propria esasperazione: "Qui si è creato un certo disagio," commenta alzando le braccia al cielo.

"Già lo scorso venerdì - racconta e accusa  - avevamo assistito a uno spettacolo poco decoroso e in contrasto con le normative vigenti sul codice della strada per quanto riguarda l’occupazione dei marciapiedi, l'altro ieri (venerdì 15) si sono superati. La fila ha cominciato a prendere forma già intorno a mezzogiorno. Con il passare delle ore, la folla è cresciuta, occupando completamente i marciapiedi. Alcuni hanno montato tavolini e sedie, mangiando e bevendo come fossero a casa propria. È una mancanza di rispetto verso gli anziani e i portatori di handicap... La fila peraltro ostacola l'ingresso nelle abitazioni e nelle attività commerciali"

Garino non se la prende più di tanto con questi ragazzi ma dice di aver segnalato la situazione alla Polizia Municipale e al sindaco Matteo Chiantore che per inciso è dei Tuchini, come lo è l'assessore al bilancio Fabrizio Dulla, e di non aver ottenuto risposte.

"Quando c’è da far cassa - denuncia - questa Amministrazione si attiva velocemente, guardando alla lettera il codice della strada. Basti pensare alle multe sulle strisce bianche con Ivrea Parcheggi. Ma quando si tratta di ascoltare i cittadini, di garantire il rispetto delle regole per un intero quartiere, c’è solo totale indifferenza."

Intanto, per i Tuchini e i loro sostenitori, l’atmosfera resta quella di una festa. Tra sorrisi, chiacchiere e la trepidante attesa per il proprio turno, la febbre verderossa continua a contagiare.

Ma mentre l’entusiasmo dilaga, la città si divide tra chi celebra la passione popolare e chi ne denuncia gli effetti collaterali, in una battaglia che, a ben vedere, non si combatte solo con le arance.

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