AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
14 Novembre 2024 - 10:22
E' ripartito a Torino il processo per l'Eternit
Il processo d'appello Eternit bis è iniziato ieri, mercoledì 13 novembre, a Torino, riaprendo una delle vicende giudiziarie più drammatiche legate all'amianto e ai suoi devastanti effetti sulla salute pubblica. La maxi aula del Palazzo di giustizia torinese ha accolto le parti coinvolte, tra cui i rappresentanti dell'accusa, i familiari delle vittime e le parti civili, tra cui Sicurezza e Lavoro e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’imputato principale è l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, già condannato in primo grado a dodici anni di reclusione per omicidio colposo, ma non presente in aula.
Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro, ha sottolineato quanto sia doloroso tornare nella stessa aula dove nel 2009 si era aperto il primo maxi-processo Eternit, conclusosi con una prescrizione. "Ci auguriamo che finalmente ora possa esserci giustizia per le vittime dell’amianto", ha affermato Quirico, sottolineando come una condanna costituirebbe un "segnale forte per le migliaia di vittime e i loro cari, oltre che un incentivo per le bonifiche, ancora drammaticamente indietro". La sentenza di primo grado aveva infatti riconosciuto gravi responsabilità all’Eternit e a Schmidheiny per i lutti causati.
La procuratrice generale Sara Panelli, intervenendo all’apertura del processo, ha invitato Schmidheiny a considerare l'istituto della giustizia riparativa, permettendogli un confronto diretto con i familiari delle vittime. Panelli ha evidenziato come, in questo caso, tale istituto rappresenti "un’opportunità straordinaria per Schmidheiny di dimostrare che è il filantropo che dice di essere". Ha inoltre sottolineato la "straordinaria dignità delle vittime" di Casale Monferrato, ricordando le testimonianze precise e composte di oltre 100 cittadini, intrise di tristezza.
Un momento toccante è stato il ricordo di Romana Blasotti Pavesi, storica presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, deceduta a 95 anni lo scorso 11 settembre. Con il permesso dei giudici, è stato mostrato un frammento della sua testimonianza resa in un processo precedente.
In primo grado, la Corte d'Assise di Novara aveva esaminato 392 decessi legati all'esposizione all'amianto, pronunciando condanna per 147 casi e dichiarando la prescrizione per 199. I pubblici ministeri Sara Panelli e Gianfranco Colace hanno richiesto la rinnovazione del dibattimento per dimostrare la responsabilità dell'imputato anche in alcuni dei casi per i quali era stato scagionato.
Le comunità di Cavagnolo e Brusasco, con la consociata Saca dell'Eternit, hanno pagato un pesante tributo all'amianto
L'amianto è un minerale fibroso utilizzato in passato in numerosi settori industriali per le sue proprietà isolanti e resistenti al calore. Tuttavia, l'inalazione delle sue fibre è estremamente pericolosa per la salute umana. Tra le patologie più gravi causate dall'esposizione all'amianto vi è il mesotelioma, un tumore maligno che colpisce le membrane sierose, principalmente la pleura. Questa malattia ha un lungo periodo di latenza, spesso superiore ai 20-30 anni, e una prognosi generalmente infausta.
In Italia, il mesotelioma ha causato migliaia di decessi. Secondo i dati del Registro Nazionale dei Mesoteliomi, si registrano circa 1.500 nuovi casi ogni anno. Le regioni più colpite sono quelle con una forte presenza industriale, come Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna.
Per contrastare questa emergenza sanitaria, l'Italia ha adottato la Legge 257/1992, che ha vietato l'estrazione, l'importazione, la commercializzazione e l'utilizzo dell'amianto e dei prodotti che lo contengono. La legge prevede inoltre misure per la bonifica dei siti contaminati e la tutela dei lavoratori esposti. Nonostante ciò, la completa eliminazione dell'amianto dal territorio nazionale è ancora lontana, e le bonifiche procedono a rilento, lasciando esposte numerose persone ai rischi correlati.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.