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Cronaca
13 Novembre 2024 - 12:09
Addio a Giorgio Grigliatti, orgoglio piemontese: il Maestro Gourmet che ha ridisegnato la cucina italiana
Giorgio Grigliatti, torinese di nascita, lascia un vuoto profondo nel panorama della cucina italiana e internazionale. Uomo dall’animo curioso e sensibile, Grigliatti ha saputo interpretare la gastronomia come un’arte, trasformando il semplice amore per il cibo in una ricerca costante della perfezione e dell’innovazione. Sin da giovane, mentre lavorava nell'azienda familiare di cancelleria, la sua passione era rivolta ai sapori e alle cucine di tutto il mondo. A
lui, il termine "gourmet" non bastava: la sua capacità di cogliere le sfumature dei piatti e la sua dedizione lo hanno reso un vero poeta del gusto, capace di unire esperienza e istinto in ogni sua scelta culinaria. La sua curiosità lo portava a scoprire, fino all'ultimo, nuove tendenze e a ispirare cuochi, chef e appassionati.
Negli anni ’90, Grigliatti, insieme all’amico e collega Bob Noto, scomparso nel 2017, ha fatto conoscere la cucina spagnola agli italiani, supportando personalità come Ferran Adrià. Fu grazie a questo sodalizio che le tradizioni culinarie di Torino, la famiglia Lavazza e i fratelli Adrià si fusero, creando nuovi orizzonti gastronomici.
Simbolo della cucina gourmet
Durante la sua carriera, è stato protagonista di una rivoluzione culturale che ha contribuito a rendere la cucina un’arte riconosciuta e rispettata in tutto il mondo. Negli anni ’90, insieme al fotografo e gourmet Bob Noto, Grigliatti ha giocato un ruolo chiave nell’introduzione della cucina spagnola in Italia, anticipando la tendenza che avrebbe poi consacrato chef come Ferran Adrià e i fratelli Roca a livello internazionale.
Attraverso la loro influenza, i legami tra le tradizioni italiane e spagnole si sono rafforzati, creando una fucina di innovazioni che avrebbe poi influenzato la cucina moderna in tutto il mondo. A Torino, città che ha sempre considerato come la sua casa, Grigliatti collaborò anche con la famiglia Lavazza, portando la tradizione del caffè torinese ad abbracciare nuovi orizzonti e favorendo connessioni che arricchirono il patrimonio gastronomico locale.
Giorgio Grigliatti non solo amava scoprire sapori e tendenze, ma incarnava uno spirito libero, capace di aprire nuove prospettive in ambito culinario. Matteo Baronetto, chef del ristorante Del Cambio, lo ha descritto come un "poeta del cibo", sottolineando la sua rara capacità di cogliere l’essenza di ogni ingrediente.
Grigliatti credeva nel potere della tavola come luogo di unione, scambio e creatività, e questo è il lascito più prezioso che ha donato al mondo della gastronomia. Oggi la sua scomparsa rappresenta una perdita incolmabile, ma il suo spirito e la sua visione continuano a vivere in tutti coloro che, grazie a lui, hanno imparato a vedere la cucina come una forma d’arte.
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