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12 Novembre 2024 - 22:12
Carenza di medici all’Asl To4: va in pensione l’unico urologo in servizio all’ospedale di Chivasso e il reparto rischia di chiudere. Un vero dramma per il territorio.
Dal 27 novembre, il dottor Salvatore Treffiletti non indosserà più il camice bianco. Per il medico, punto di riferimento per i pazienti del territorio e l’unico in servizio, questi saranno gli ultimi 15 giorni di professione. Uno scenario che solleva il serio rischio di una sospensione, se non addirittura di una chiusura, del servizio di urologia per mancanza di personale. L’ospedale rischia di non poter più offrire queste prestazioni, costringendo i pazienti a rivolgersi agli ospedali di Cirié o Ivrea, con tempi di attesa sempre più lunghi e difficoltà di trasporto.
Il direttore generale dell'Asl To 4 Stefano Scarpetta
Il direttore generale Stefano Scarpetta sta valutando tutte le possibilità previste dalla normativa per acquisire nuovi medici urologi, oltre a cercare di concordare con il dottor Treffiletti il differimento della sua uscita dal servizio. Tradotto: «Rimani al lavoro e ti paghiamo le ferie arretrate».
La direzione dell'Asl To4 ricorda inoltre come la carenza di medici urologi nel mercato del lavoro sia cronica e che negli ultimi anni i concorsi per urologi banditi dall’azienda sono andati deserti.
Mentre l'Asl cerca di guadagnare tempo, la politica attacca.
«La situazione dell’ospedale di Chivasso è l’esempio di quanto stiamo dicendo da mesi: questa amministrazione regionale non programma e poi si trova a gestire le emergenze. Quando le emergenze sono troppe, si tagliano servizi ai cittadini», denuncia la capogruppo Pd in Regione, Gianna Pentenero. E aggiunge: «Faccio appello agli amministratori del territorio perché insieme si possa fare un’azione comune e non privare le persone delle cure. Sono a disposizione per farmi portavoce di quest’ennesimo colpo “inferto” al chivassese».
Anche per il consigliere Dem Alberto Avetta l’urologia è un presidio irrinunciabile per l’ospedale, e suggerisce: «Bisogna recuperare il tempo perso e garantire efficacia e continuità all’offerta sanitaria del chivassese».
La carenza di medici urologi in Italia è un problema crescente che compromette la qualità e l'accessibilità delle cure per milioni di cittadini. Secondo la Società Italiana di Urologia (SIU), oltre 10 milioni di italiani soffrono di disturbi urologici seri, evidenziando la necessità di un numero adeguato di specialisti per affrontare queste patologie.
La situazione è particolarmente critica in alcune regioni. Ad esempio, in Piemonte, la carenza di medici urologi ha portato alla chiusura o alla riduzione dei servizi in diversi ospedali, costringendo i pazienti a spostarsi in altre strutture con conseguenti disagi e allungamento dei tempi di attesa.
Le cause di questa carenza sono molteplici:
Pensionamenti e mancanza di ricambio generazionale: molti medici urologi stanno raggiungendo l'età pensionabile senza un adeguato numero di giovani specialisti pronti a sostituirli.
Scarsa attrattività della specializzazione: l'urologia è percepita come meno attrattiva rispetto ad altre discipline mediche, sia per le condizioni lavorative che per le responsabilità connesse.
Formazione insufficiente: il numero di posti disponibili nelle scuole di specializzazione in urologia non è sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale.
Questa situazione richiede interventi urgenti, tra cui:
Aumento dei posti nelle scuole di specializzazione: per formare un numero maggiore di urologi e colmare il gap esistente.
Incentivi economici e professionali: per rendere la specializzazione più attrattiva e trattenere i professionisti nel Servizio Sanitario Nazionale.
Miglioramento delle condizioni lavorative: riducendo i carichi burocratici e offrendo supporto adeguato al personale medico.
Affrontare la carenza di medici urologi è fondamentale per garantire cure tempestive ed efficaci ai pazienti e per sostenere la sostenibilità del sistema sanitario italiano.
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