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Quando ai microfoni di Radio Ivrea c’erano Guido Novaria e Dirce Levi

La sigla del giornale radio la scelse Brizzolara attingendo dal repertorio dei Pifferi

Quando ai microfoni di Radio Ivrea c’erano Guido Novaria e Dirce Levi

Guido Novaria, già vice capo redattore de La Stampa, ricorda la sua esperienza giornalistica a Radio Ivrea che si  sviluppò fra maggio del 1981 e giugno del 1982, tredici mesi che precedettero il suo ritorno in Alto Canavese, dove nel settembre del 1982 fondò e diresse Il Canavese.

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A fine aprile ricevetti una telefonata da Sergio Calvi, redattore sportivo della Sentinella che mi chiedeva se mi interessava lavorare a Ivrea, nella redazione della Sentinella,  con l’incarico di preparare i notiziari giornalistici per Radio Ivrea. Una proposta che rivoluzionò tutti i miei progetti e quelli del mio collega e socio Giampiero Paviolo con il quale nel 1979 avevo fondato l’ASAC, acronimo di Agenzia Stampa Alto Canavese. Non ci misi molto a decidere, soprattutto dopo il colloquio con il direttore della Sentinella e di Radio Ivrea, Francesco Brizzolara. Lui i chiarì i rapporti fra radio e giornale, visto che la mia assunzione veniva fatta dalle Edizioni Nuova Europa proprietaria della Sentinella.

Dopo alcuni giorni di riflessione decisi di accettare la sfida che mi era piovuta addosso quasi per caso. A 25 anni ero stato chiamato a mettere a frutto la mia poca esperienza giornalistica a Ivrea in una realtà editoriale che per la prima volta in Canavese integrava carta stampata ed emittente radiofonica, potendo disporre di redattori professionisti, chiamati ad utilizzare un nuovo mezzo di comunicazione, superando anche una certa diffidenza verso quelle radio libere nel cui palinsesto non c’erano soltanto rubriche di dediche o di musica per giovani. E Radio Ivrea era sicuramente una di queste.

Ai primi di maggio di quel 1981, contestualmente alla mia assunzione alla Sentinella, iniziò la programmazione giornalistica di Radio Ivrea. 

C’era da preparare la sigla del giornale radio che andava in onda alle 19. La scelse Brizzolara, attingendo dal repertorio del gruppo dei Pifferi: e così la colonna sonora del Carnevale di Ivrea identificò lo spazio dell’informazione di un’emittente che copriva non solo le notizie di Ivrea città ma che con il contributo dei corrispondenti della Sentinella, per la prima volta si occupava di tutto il territorio canavesano.

Il mio lavoro era agevolato dall’apporto dei redattori e dei collaboratori della Sentinella; determinante il lavoro per la radio della mia principale collaboratrice, Dirce Levi. La sua voce accompagnava quasi sempre i servizi di apertura del radiogiornale, le inchieste, i dibattiti che stavano abituando gli eporediesi a conoscere la voce dei sindaci e degli assessori di Ivrea, dei sindacalisti, degli operai Olivetti.

Con Dirce Levi avevamo dato vita a quella strana coppia del giornalismo canavesano che si divertiva anche a dare vita a dibattiti radiofonici su temi di pura invenzione. Famosa, in questo senso, l’inchiesta sulla riapertura a Ivrea delle case chiuse con le voci di sindaco,vescovo, presidente Ascom prese ed adattate a domande impossibili.

Dopo aver preparato il notiziario con servizi del giorno partivo da piazza Perrone, dove allora la Sentinella aveva la sua sede, salivo al Monte Stella dove era ospitata la radio. Attendevo l’arrivo del conduttore – nel gruppo degli speaker c’era anche l’avvocato Mario Benni – quindi con la musica dei Pifferi nelle orecchie che confermava l’inizio del giornaleradio, rientravo a casa, a Rivarolo.

La mia esperienza giornalistica a Ivrea durò poco più di un anno. L’amico e collega Paviolo mi fece tornare a Rivarolo nella sede dell’Agenzia Stampa Alto Canavese che aveva sottoscritto l’accordo per far nascere un nuovo settimanale in zona. Accettai in cambio della poltrona da direttore de Il Canavese. E a Brizzolara consegnai la lettera di dimissioni”-

Guido Novaria

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