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Cronaca

Crocifissi gettati in strada da bambini di quinta elementare: scoppia il caso

La scuola convoca i genitori e riflette su rispetto e simboli religiosi

Due crocifissi in frantumi sul marciapiede di corso Brescia, sotto le finestre della scuola primaria Parini di Torino. 

L'episodio, avvenuto il 29 ottobre, ha sollevato interrogativi profondi su educazione, rispetto e convivenza multiculturale. Ma cosa ha spinto un gruppetto di bambini di quinta elementare a compiere un gesto così simbolicamente carico?

La scoperta dei crocifissi distrutti è stata fatta da una maestra il giorno successivo, e subito è emersa la verità: durante l'intervallo, alcuni bambini erano entrati nell'aula di religione, avevano rotto i crocifissi e li avevano gettati dalla finestra del secondo piano. Un atto che, secondo il preside dell'istituto comprensivo Torino II, Massimo Cellerino, richiede una riflessione profonda: "Bisogna capire quali fossero le motivazioni, se una bravata o un'inquietudine più profonda".

A scuola ci si interroga sull'accaduto



La reazione della scuola non si è fatta attendere. È stata convocata un'assemblea di classe con i genitori, durante la quale è emerso il dispiacere e la mortificazione delle famiglie coinvolte. "Non è questo l'insegnamento che diamo ai nostri figli", hanno dichiarato unanimemente.

La scuola Parini, nota per il suo approccio multiculturale, ha colto l'occasione per ribadire l'importanza del rispetto verso tutte le confessioni religiose, un valore fondamentale in un contesto scolastico che accoglie famiglie di diverse nazionalità, dall'Egitto alla Nigeria, dal Perù alla Tunisia e al Bangladesh.

Gli insegnanti hanno avviato un percorso di riflessione con tutta la classe, affrontando temi come il rispetto delle religioni e l'importanza dei simboli. È stato sottolineato anche il pericolo di lanciare oggetti per strada, che potrebbe causare danni a persone e cose. Come sanzione, i bambini responsabili dovranno dedicarsi ad attività di servizio alla comunità, riordinando i libri della biblioteca scolastica fino alla fine del quadrimestre.

Il preside Cellerino ha inviato una lettera ai genitori per spiegare la gravità del gesto e le ragioni della scuola. "Al centro di questa faccenda c'è l'aspetto simbolico", ha affermato, sottolineando l'importanza di comprendere le motivazioni dietro l'atto. Da quanto emerso, si tratterebbe di una bravata, non di un atto sacrilego intenzionale. "È evidente che abbiano scelto un oggetto più carico di significato rispetto ad altri", ha osservato il preside, evidenziando come i bambini abbiano una percezione confusa del valore simbolico dei crocifissi.



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