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Il Canavesano

Il mondo degli 'uomini forti': quando l'apparenza inganna

In un'epoca di caos orchestrato e poteri fragili, la ricerca dell'uomo forte si rivela un'illusione pericolosa. Tra i giochi di potere delle élite globali e l'inattività collettiva, l'unica vera risposta risiede nella forza dei popoli, capaci di scegliere con coraggio e intelligenza.

l'uomo forte

l'uomo forte

Così a prima vista, se ci si ferma ai titoloni dei telegiornali e di quelle che, nell’immaginario collettivo, sono considerate le grandi testate giornalistiche, potrebbe anche sembrare che il mondo, un pò a tutte le latitudini, sia diventato ingovernabile. Potrebbe far credere, a chi ama fermarsi alle apparenze, nel nostro Paese la quasi totalità della popolazione, che ci sia bisogno di governi forti e di “uomini forti”.

Quello che ci viene presentato è un mondo caotico, caratterizzato da “poteri deboli” e da leader politici che amano nascondersi, chi sotto l’asfissiante coperta dell’Unione Europea, chi sotto il mantello a stelle strisce inzuppato di sangue e chi sotto ad entrambi. Un mondo con istituzioni obsolete, dove l’impossibilità di decidere è divenuta cronica e più che mai diffusa anche a livello nazionale. Un mondo dove le guerre vengono vissute, soprattutto in Europa ed in particolare in Italia, almeno a sentire la gente, alla stregua delle partite di calcio.

Nessuno dedica un secondo della propria giornata a cercare di capire il perché di tutto questo.

Semplicemente, c’è chi fa il tifo per l’eroico “popolo eletto da Dio” che, impegnato nella “nobile guerra al terrorismo”, sta sterminando i palestinesi ed allo stesso tempo, c’è chi tifa, così per partito preso, dichiaratamente senza nessuna logica, per Putin o per Zelinsky. Il paradosso di questa situazione, di tali comportamenti, che poi si riflettono nella vita di tutti i giorni, è che sono atteggiamenti, almeno all’apparenza, figli e figliastri del “benessere” e della “libertà”.

Nei fatti, tutto ciò che accade e che è accaduto negli ultimi cinque anni, è il frutto malato di un’attenta pianificazione. Vogliono farci credere che ci sono troppi protagonisti, troppi tavoli di trattative e interessi diversi in gioco, ma a ben vedere, quelli che sono di troppo, sono sempre gli “altri”, quelli che rifiutano l’egemonia mondiale degli Stati Uniti d’America. Non dev'essere difficile capire che, arrivati a questo punto, ad altre latitudini, dove le bandiere hanno ancora un significato e certificano un senso d’appartenenza, la parte degli “altri”, di quelli di troppo, tocca a noi.

A noi, che vorremmo un mondo appiattito sui nostri stili di vita, sempre pronti a giudicare diverse realtà, diversi usi e costumi, diverse idee e diverse culture, senza mai trovare il tempo per guardarci allo specchio, se non per aggiustarci il trucco o per vedere se ci esce un pelo di troppo dal naso.

Così, eccoci arrivati alla necessaria accelerazione in campo sanitario, climatico e militare, capace di stimolare, nel “tranquillo” Occidente, il sentimento d’urgenza, che solo una crisi planetaria può creare.

Nessuno che si interroghi, anche solo per un attimo, sulle nostre molteplici e meccaniche obbedienze alla violenza diffusa, generata dalle “democratiche e rispettose strutture Occidentali”: N.A.T.O., U.E., ma anche dal World Economic Forum, dall’O.M.S. e soprattutto dai veri padroni degli Stati Uniti d’America e del “libero” Occidente: BlackRock, Vanguard, State Street Capital e Geode Capital Management. 

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Ormai da tempo, fra i nostri stili di vita, o se volete, fra le nostre abitudini, quelle che vorremmo esportare là dove ci sono i cattivoni che non rispettano i diritti umani, c’è l’accettazione di tutto in cambio della “tranquillità”; ci sono aberrazioni collettive, per lo più impercettibili dalla morale comune, delle cui conseguenze nessuno si ritiene responsabile. Conseguenze disastrose, frutto delle innumerevoli acritiche obbedienze di chi, sempre pronto ad abbaiare secondo il volere del padrone e “libero” di obbedire, dorme il sonno profondo dell’indifferenza.

Chissà, sarà forse perché la libertà comporta grandi responsabilità, che la stragrande maggioranza della popolazione, nel “libero” Occidente e nella “democratica” Italia, alla fine ne ha paura.

Forse è per questo che si è arrivati a partorire l’Internazionale del disordine, dove per ladri e delinquenti di vario tipo c’è sempre una giustificazione; dove i cattivi sono quelli che vengono bombardati; dove i buoni sono quelli che non rispettano i patti; dove la donna stuprata è colpevole di portare la gonna troppo corta; dove rivendicare uno stipendio degno significa insultare chi non ha niente; dove occupare una casa è legittimo; dove pretendere stipendio o pensione senza lavorare o senza aver mai lavorato è cosa buona e giusta; dove sputtanare miliardi in stupidaggini è da grandi politici e dove è ormai normale finire alluvionati dopo due o tre giorni di pioggia. 

Probabilmente, se il parto più importante, in nome della stabilità, dell’uguaglianza e del rispetto dei diritti umani, dal 1° gennaio 1946, è stato l’O.N.U., di fatto il più grande fallimento politico-organizzativo ed economico della storia dell’uomo, è evidente, che sin dalla fine della seconda guerra mondiale, la volontà era quella di creare il terreno fertile per addivenire ad una nuova resa dei conti. L’O.N.U., un labirinto in cui risuonano ben 193 voci e altrettante opinioni e idee diverse; un labirinto, il Palazzo di Vetro, che meglio di qualsiasi altro esempio è la massima rappresentazione della teoria del caos.

Ora abbiamo i governi, i "poteri deboli” del nuovo secolo, che lavorano e legiferano in funzione delle convenienze delle grandi banche d’affari, dei grandi fondi d’investimento, dei padroni del web, delle Big Pharma e dei signori della guerra: i veri “poteri forti”. Una cupola più che mai inattaccabile, di fronte alla quale bisogna giurare fedeltà, pena la certezza di perdere qualsiasi tornata elettorale in qualsiasi Paese membro o rientrante nell’orbita N.A.T.O.; una cupola ai cui vertici troviamo le due famiglie più importanti e ricche del mondo: i Rothschild ed i Rockefeller.

Ormai, i fatti lo dimostrano molto più delle mie parole, il mondo dei G7, dei G8 ed anche quello dei G20 è finito, sparito nel nulla, quello che ci apprestiamo a vivere è il mondo del G0; quello a veloce decrescita demografica; quello delle guerre su larga scala, che certamente non escludono la terza guerra mondiale; quello delle pandemie ad oltranza; quello in cui, un minuscolo puntino sul mappamondo, l’Europa, si sta autodistruggendo per salvare dall’inquinamento il pianeta Terra; quello lgbt, dove si arriva a togliere i figli alle famiglie tradizionali, non ritenute sufficientemente abbienti, per darli in adozione a coppie lesbiche o gay; quello in cui la pedofilia chiede di essere sdoganata come semplice orientamento sessuale; quello che, addirittura, nei prossimi anni, pare orientato a mettere fuori legge la procreazione naturale; quello che, sin dall’età scolastica, non giudica come scrivi, ma quello che scrivi; quello in cui i “leader” politici sono scelti attraverso accurati casting, capaci di metterne in luce inettitudine e dabbenaggine.

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Attenzione, quindi, a non peggiorare ulteriormente la situazione, a chiedere l’uomo forte al comando perché, credetemi, l’uomo forte verrebbe scelto altrove, dove oggi si scelgono incompetenti e rinnegati, e le conseguenze sarebbero drammatiche. Già così non si scherza, non una legge, non un decreto, non una decisione, non un progetto, che tenga conto dei reali bisogni della gente, quindi, non oso pensare cosa potrebbe causare il ritorno del fanatismo, che in un recente passato ha trascinato l’intero mondo in guerra. 

L’unica cosa certa è che continuare a subire passivamente le imposizioni provenienti, vuoi da Roma, vuoi da Bruxelles o vuoi da Washington, non ci rende migliori, non ci rende più liberi e non ci regala aspettative di lavoro e di benessere. “Chi subisce passivamente gli apparati del potere e le iniquità sociali”, scriveva a metà del secolo scorso il filosofo e accademico tedesco Erich Fromm, "ha perduto la capacità di disobbedire, anzi, agisce non essendo consapevole del fatto che obbedisce”. Parole che dovrebbero far riflettere, parole, però, che credo siano sconosciute ai più.

In ogni caso, ritengo che alla base di tutto ci sia molta pigrizia e altrettanta viltà. Diversamente, non mi spiego come possano essere accettate teorie strampalate, che pretendono di essere figlie della scienza pur essendo prive di qualsivoglia fondamento scientifico, o come sia possibile accettare l’idea secondo la quale è necessario ricorrere alla guerra per addivenire alla pace. 

Ho l’impressione che i più abbiano scelto la comodità di non pensare, cosa ritenuta, evidentemente, una noiosa occupazione.  Forse è tardi per farlo, o forse no, ma nella nostra Italia, soprattutto alla luce del fatto che ormai i governi rappresentano, quando va bene, un quarto della popolazione avente diritto di voto e che ormai, più del 50% degli elettori non si reca nemmeno più alle urne, si potrebbe tentare di tornare padroni a casa nostra.

Si potrebbe tornare a chiedere giustizia, nel rispetto dell’uomo e della natura; si potrebbero rispedire al mittente l’imposizione delle auto elettriche, delle case incappottate e ricoperte di pannelli fotovoltaici ed i prati piantumati di pale eoliche; si potrebbe esigere una migliore viabilità, la manutenzione delle strade, rifiutando autovelox e semafori “intelligenti”; si dovrebbe imporre alle istituzioni la pulizia dei fiumi, dei torrenti e la manutenzione degli argini; si potrebbe andare a chiedere conto di come vengono spesi i nostri soldi, perché è ora di finirla con uno Stato e con un’Europa che pretendono di sapere ciò che facciamo, ciò che risparmiamo e ciò che spendiamo! Non abbiamo bisogno di tutori, viviamo in una “democrazia rappresentativa”, dove i rappresentanti delle istituzioni, molto ben pagati, sono dipendenti del popolo, quindi, come datore di lavoro, è il popolo a dover esigere rispetto ed allo stesso modo, sono i contribuenti che devono essere correttamente informati di come vengono spesi i soldi delle tasse e non il contrario.

Non serve l’uomo forte, non serve al mondo e assolutamente non serve all’Italia, ce lo ricorda il ventennio fascista, ce lo ricorda la storia recente e ce lo fa ben presente la quotidianità.

“Per i tempi bui che stiamo attraversando, scrive la poetessa canavesana, Luisella Bondino, serve un coraggio barbaro, una ottusa pazienza ed una instancabile ricerca della Verità”

Non l’uomo forte al comando, ma popoli forti, capaci di scegliere uomini liberi e intelligenti.

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