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Trasporti
07 Novembre 2024 - 00:29
treni cancellati
Paola Gomba non sa più a chi rivolgersi. Tra e-mail, lamentele, segnalazioni e infinite attese di risposte che non arrivano, la sua vita e quella della figlia sono diventate un calvario quotidiano. Ogni mattina, da San Maurizio Canavese, si ripete lo stesso copione: studenti e pendolari ammassati in stazione, con gli occhi incollati al tabellone e il cuore pieno di incertezza, sperando che il treno – sì, quello che dovrebbe essere garantito e pagato puntualmente – faccia capolino sui binari. Ma ormai anche la speranza è diventata un lusso, poiché la realtà parla di cancellazioni senza preavviso, ritardi cronici e servizi che non tengono fede alle promesse di collegamenti puntuali e affidabili.
Ieri mattina, mercoledì 6 novembre, però, la pazienza ha toccato il fondo. I treni delle 7:03 e delle 7:33, in partenza da Torino e diretti a Ciriè con fermata intermedia a San Maurizio, sono stati cancellati, lasciando al loro destino decine di studenti che, pur alzandosi all’alba, si sono visti negare l’arrivo puntuale a scuola.
“Mia figlia era fuori di casa già dalle 6:40,” racconta Paola, “ma nonostante tutti i nostri sforzi, anche oggi è arrivata in ritardo.”
Dopo un’attesa di oltre un’ora, finalmente si è materializzato un treno alle 8:03, ma anch’esso con cinque minuti di ritardo, lasciando i pendolari con l’amaro in bocca e la consapevolezza che per Trenitalia l’orario è un’opinione.
Eppure, il costo dell’abbonamento non lascia spazio a interpretazioni: quasi 70 euro per una tratta di appena pochi chilometri. “Siamo stanchi di pagare per un servizio che funziona solo in teoria,” continua Paola.
“Ci costringono a pagare, ma di garantito c’è solo il disservizio.” E il peggio è che, nonostante le continue denunce dei pendolari e dei genitori, chi di dovere sembra aver chiuso occhi e orecchie, lasciando intere famiglie a far fronte a disagi ormai insostenibili.
La beffa, sottolinea Paola, è che l’introduzione del servizio ferroviario di Trenitalia sulla tratta aveva suscitato speranze e aspettative. Una grande inaugurazione, foto di rito, discorsi e proclami, ma oggi di quella retorica non resta nulla, se non il rumore di un silenzio istituzionale assordante.
“All’inizio sembrava che Trenitalia ci stesse offrendo la luna,”ironizza la madre.
“Ma ora che le difficoltà sono evidenti, nessuno si fa avanti per risolverle. E intanto, gli studenti come mia figlia vedono le loro giornate scandite da attese interminabili e ore di viaggio che superano di gran lunga il tempo che passano in classe.”
Ma i disagi non si fermano solo al mattino. Anche al ritorno, la tratta di rientro per molti pendolari si trasforma in un viaggio della speranza. Ritardi, coincidenze perse e tempi di percorrenza dilatati, che fanno sembrare un breve tragitto tra San Maurizio e Lanzo Torinese una vera e propria odissea.
Per Paola e molte altre famiglie, il pensiero di non pagare più l’abbonamento è ormai un pensiero ricorrente. “La tentazione di smettere di pagare è forte,” confessa, “ma lo facciamo solo per evitare che i nostri figli vengano multati perché sprovvisti di biglietto. Paghiamo per un servizio che non funziona e subiamo anche la beffa delle sanzioni.”
Il grido di Paola non è solo per sé e per sua figlia. È un appello che rappresenta molte famiglie della zona, stanche di un sistema ferroviario che si rivela inadeguato, inefficiente e, soprattutto, irrispettoso dei diritti di chi ogni giorno affolla le stazioni sperando di poter contare su un trasporto pubblico degno di questo nome.
A nulla sono valse le richieste di ripristinare temporaneamente il servizio autobus sulla tratta, una soluzione che garantirebbe quantomeno una parvenza di affidabilità mentre Trenitalia cerca (se mai lo farà) di sistemare i numerosi problemi tecnici della linea. Ma la risposta, al momento, è una sola: il silenzio, quella risposta non verbale che lascia intendere quanto poco importi, a chi dovrebbe occuparsene, della quotidianità di questi cittadini.
Eppure, le promesse di miglioramento non erano mancate.
“Ci avevano garantito un servizio moderno e in grado di collegare il nostro territorio al resto della nazione,” aggiunge Paola, “ma è evidente che qualcosa è andato storto.”
I fatti parlano chiaro: gli studenti e i pendolari hanno più probabilità di passare ore in stazione piuttosto che raggiungere la destinazione in orario. Un paradosso che si consuma ogni giorno, mentre i cittadini continuano a inviare e-mail, a scrivere lettere e a fare appelli che cadono nel vuoto.
Il problema, afferma la madre, non è solo tecnico ma anche di rispetto.
“Paghiamo per un servizio che è un diritto, eppure siamo trattati come clienti di serie B. Mentre altrove si parla di innovazione e di progresso, qui l’unica innovazione che vediamo è il modo in cui i nostri disagi continuano ad aumentare.”
Quella che dovrebbe essere una linea moderna e affidabile, capace di collegare rapidamente e senza intoppi Torino e Ciriè, è diventata un miraggio. Paola e gli altri pendolari chiedono ora un intervento deciso delle istituzioni: “Non possiamo più accettare questo disservizio quotidiano. Chiediamo rispetto, chiediamo soluzioni. È una vergogna che nel 2024 ci si debba ancora affidare a servizi che non funzionano, e che ogni giorno mettono a rischio il diritto dei nostri figli di arrivare in orario a scuola.”
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