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05 Novembre 2024 - 10:19
Mercato auto in crisi: Stellantis affonda e la Cina sfida i dazi UE
Il mercato automobilistico italiano continua a dare segnali preoccupanti, registrando un calo significativo nel mese di ottobre. Le immatricolazioni si attestano a 126.488 unità, un tonfo del 9% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Da inizio anno, il bilancio resta debole, con un modesto aumento inferiore all'1%, portando il totale delle vendite a 1.328.663 auto. La flessione colpisce duramente le auto elettriche, che rappresentano solo il 4% delle immatricolazioni, in calo rispetto al 5,2% di settembre, mentre le ibride plug-in restano stabili al 3,4%. Complessivamente, le auto elettrificate raggiungono appena il 7,4% del mercato, segnando un evidente rallentamento nel percorso verso la transizione energetica.
Il colosso automobilistico Stellantis chiude il mese di ottobre con una diminuzione del 27,8% delle immatricolazioni, fermandosi a 31.924 unità rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La quota di mercato del gruppo è passata dal 31,7% al 25,2%, una perdita che riflette le difficoltà del settore e le incertezze legate alle politiche di sostegno pubblico. Anche nei primi dieci mesi dell’anno, Stellantis ha subito un calo complessivo dell’8% nelle vendite, attestandosi a 397.232 vetture vendute. Jeep però brilla come un'eccezione: il suv Avenger è il più venduto in Italia, un risultato positivo che conferma la solidità del marchio in un momento difficile.
La situazione si complica ulteriormente con il taglio di 4,6 miliardi al Fondo automotive, una decisione che ha generato aspre critiche da parte delle associazioni del settore. Le stime di crescita sono state riviste al ribasso, mentre si attende il tavolo di confronto convocato per il 14 novembre dal ministro Adolfo Urso. Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, sottolinea che il taglio dei fondi arriva in un momento critico, con un 69% dei concessionari che segnala una raccolta ordini insufficiente e il 48% che denuncia giacenze di auto nuove invendute.
Stellantis in caduta libera
Secondo l'Unrae, è fondamentale rifinanziare l'Ecobonus e rivedere la decisione di riduzione dei fondi per sostenere un mercato già in affanno. Federauto ha richiesto misure concrete, tra cui un piano triennale di riforma fiscale per supportare le piccole e medie imprese che operano nel settore automobilistico. La mancanza di una chiara strategia di lungo termine sul fronte della sostenibilità e della transizione energetica è un tema centrale, e l’Unione Europea è chiamata ad agire con urgenza.
Mentre il mercato interno arranca, le tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea si fanno sempre più accese. Pechino ha recentemente presentato un ricorso all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) contro i dazi imposti dall'UE sulle importazioni di auto elettriche cinesi. La mossa è destinata ad acuire le divergenze commerciali, mettendo sotto pressione le relazioni diplomatiche tra le due potenze. Per l’Europa, l’ingresso massiccio di e-car cinesi rappresenta una sfida per la competitività del settore automobilistico, già indebolito dai numerosi ostacoli interni.
Il Centro Studi Promotor prevede che, grazie a una crescita modesta registrata nella prima parte dell’anno, il 2024 potrebbe chiudersi con 1.600.000 immatricolazioni. Un dato ben lontano dai tempi d’oro di inizio secolo, quando il mercato si attestava sopra le 2,4 milioni di unità. La crisi attuale richiama, dunque, l'urgenza di un intervento governativo mirato, in sinergia con le istituzioni europee, per assicurare un futuro sostenibile e competitivo al settore auto italiano.
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