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05 Novembre 2024 - 09:31
Autovelox non omologato: annullata la multa record a Torino
Nelle strade italiane, dove la sicurezza è una priorità, la tecnologia gioca un ruolo cruciale nel monitoraggio del traffico. Tuttavia, cosa accade quando gli strumenti utilizzati per garantire il rispetto delle regole si rivelano inadeguati? È quanto successo a Torino, dove un automobilista, inizialmente multato per aver superato di gran lunga il limite di velocità, ha visto annullare la sanzione grazie a un cavillo tecnico.
Era maggio quando un uomo è stato immortalato da un autovelox mentre sfrecciava a 255 km/h su un tratto autostradale con limite di 130 km/h. Una velocità impressionante, che ha portato a una multa di 845 euro e al ritiro della patente per un periodo compreso tra 6 e 12 mesi. Tuttavia, la storia ha preso una piega inaspettata quando l'automobilista, assistito dall'avvocato Gabriele Pipicelli di Verbania, ha deciso di presentare ricorso alla Prefettura di Novara.
Il cuore del ricorso risiedeva in una questione tecnica: l'autovelox utilizzato per rilevare la velocità non era omologato. "Il ricorso - spiega l'avvocato Pipicelli - è stato proposto nel solco della giurisprudenza della Cassazione, ormai prevalente, che ben osserva come un apparato semplicemente 'approvato' non è da considerarsi 'omologato' e solo le misurazioni fatte con quest'ultimo sono legittime".
La differenza tra un dispositivo "approvato" e uno "omologato" può sembrare sottile, ma è cruciale. Solo i dispositivi omologati sono considerati affidabili e legittimi per le rilevazioni ufficiali.
Autovelox e sicurezza stradale
Dopo un'attenta analisi, la Prefettura di Novara ha accolto il ricorso, annullando il verbale e tutte le sanzioni collegate. "Il prefetto di Novara non ha potuto far altro che prendere atto che in questo caso l'apparecchio utilizzato dalla polizia stradale era solo 'approvato', annullando quindi il verbale", ha dichiarato Pipicelli. All'automobilista è stata anche restituita la patente, chiudendo così una vicenda che ha sollevato interrogativi sulla gestione e l'affidabilità dei dispositivi di controllo della velocità.
Questo episodio solleva importanti questioni sulla sicurezza stradale e sull'affidabilità degli strumenti utilizzati per garantirla. Se da un lato è fondamentale che le infrazioni vengano sanzionate per mantenere la sicurezza sulle strade, dall'altro è essenziale che le tecnologie impiegate siano conformi agli standard richiesti. La distinzione tra "approvato" e "omologato" non è solo una questione semantica, ma un aspetto che può influenzare la vita degli automobilisti e la credibilità delle istituzioni.
Il caso di Torino potrebbe costituire un precedente significativo per altri automobilisti che si trovano in situazioni simili. La giurisprudenza della Cassazione, come sottolineato dall'avvocato Pipicelli, offre un quadro di riferimento chiaro: solo le misurazioni effettuate con dispositivi omologati sono valide. Questo principio potrebbe spingere le autorità a rivedere e aggiornare i dispositivi in uso, garantendo che siano sempre conformi alle normative vigenti.
La vicenda di Torino ci ricorda quanto sia importante la precisione e la conformità degli strumenti utilizzati per far rispettare le leggi. In un'epoca in cui la tecnologia è sempre più presente nelle nostre vite, è fondamentale che essa venga utilizzata in modo corretto e trasparente. Solo così si potrà garantire un equilibrio tra sicurezza stradale e diritti degli automobilisti, evitando che errori tecnici possano compromettere la fiducia nelle istituzioni.
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