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Tra caffè e racconti: le radici di una comunità nei "Bar Cervo", "Bar Casa" e "Bar Portici"

Luoghi di incontro e convivialità, dove ogni caffè racconta una storia e ogni tavolino è testimone di legami autentici nei bar del paese

Verolengo

Tre tazze, tre storie...

Nel cuore di Verolengo, in via per Casale, si trovano luoghi che custodiscono i ricordi di un’epoca passata e le tradizioni di un’intera comunità.

Il Bar Cervo, il Bar Casa e il Bar Portici non sono semplici locali: sono testimoni di storie di vita vissuta, di pomeriggi trascorsi a giocare a carte, di chiacchierate infinite tra amici e di una socialità che oggi è rara da trovare.

Nel corso dei decenni, questi bar sono diventati punti di ritrovo per tutte le generazioni, preservando l’anima di Verolengo e mantenendo viva una tradizione che parla di amicizia, passione e spirito di comunità. 

Bar Cervo: un’anima storica 

Entrare nel Bar Cervo è come fare un salto indietro nel tempo, respirando l’aria di un’epoca in cui i bar non erano solo luoghi di consumo, ma spazi vitali di socialità.

Fondato nel 1901, il Bar Cervo è uno dei più antichi del paese, con un carattere accogliente e familiare che lo distingue.

Qui, generazioni di verolenghesi si ritrovavano ogni pomeriggio e fino a sera inoltrata per sfidarsi a briscola, scopa o tresette. I tavolini di legno diventano il palcoscenico di battaglie appassionate, dove i giocatori scandiscono il ritmo delle mani con frasi in dialetto, risate fragorose e qualche battuta ironica. 

Anche nelle fredde sere d’inverno, il Bar Cervo era un rifugio sicuro: le porte restavano aperte e il calore del locale accoglieva chiunque volesse ripararsi dalla nebbia e dal freddo. Per chi osservava da fuori, la scena era quasi incantata, con uomini intenti a mescolare le carte, il fumo delle sigarette che avvolgeva i giocatori e una leggera coltre di rumore che usciva dalle finestre appannate. Le donne del paese si riunivano fuori dal locale o sotto i portici, scambiandosi confidenze e racconti della giornata. 

Alessandra-Bar Cervo

Oggi, la tradizione continua grazie ad Alessandra, che dal 2009 si dedica alla gestione del bar con passione e determinazione: "Il bar, prima di me, era gestito da Massimo Osella insieme a sua moglie. So che più di 40 anni fa era anche una pizzeria. Io ho rilevato il bar nel 2009; in realtà non ho deciso di chiamarlo Bar Cervo, ho voluto lasciare il nome storico per mantenere la tradizione, dato che io sono... così. Ho sempre temuto che il bar potesse non farcela, e ancora oggi ci sono difficoltà: abbiamo affrontato una pandemia, una crisi economica e tanto altro. Sono fiduciosa in un miglioramento. E che dire... io speriamo che me la cavo!".

Negli anni ha affrontato molte sfide, dalla crisi economica alla pandemia, ma è una persona fiduciosa in un miglioramento.

"Perché migliorarsi è la sfida della vita," dice Alessandra. "Spero di continuare a mantenere vivo un angolo di autenticità in un mondo che cambia.” 

Bar Casa: un rito familiare di conversazioni 

A pochi passi dal Bar Cervo, il "Bar Casa" racconta un’altra storia di tradizione e affetto. Fondato nei primi del Novecento dalla famiglia Casa, questo locale, che si chiamava “Caffè Pasticceria Piemonte”, ha sempre avuto un’aura accogliente e intima. Qui, le donne si sentivano a loro agio, sia che volessero gustare un caffè, unirsi a una partita a carte o partecipare a un avvincente gioco di biliardo. Non era raro vedere tavolini misti, dove uomini e donne si sfidavano a scopone o a sette e mezzo, rendendo il bar un vero punto di ritrovo per tutti. 

Negli anni ’60, il locale è stato trasformato in un bar esclusivo,"Bar Casa", mantenendo però quell’atmosfera calda e familiare. Qui, le famiglie si riunivano al completo, con i nonni che insegnavano ai più piccoli i primi rudimenti delle carte e le mamme che chiacchieravano sui fatti del paese. Le donne portavano spesso i ferri da maglia, trascorrendo ore a lavorare a mano e confrontandosi su ricette e vita quotidiana.

 

Naomi Polledro-Bar Casa

Da cinque anni, Naomi Polledro gestisce il “Bar Casa” con dedizione: “Prima di me, il bar era gestito da Sergio. Dopo tanti anni trascorsi qui, ho deciso di intraprendere un nuovo percorso, così ho preso in gestione il locale. Ho mantenuto il nome storico perché è parte della nostra comunità. La mia esperienza lavorativa precedente qui mi ha permesso di conoscere bene il locale. L’unica sfida è stata il COVID-19. Ho superato i momenti più difficili del 2020 con sacrifici economici e continuando a dare un servizio," dice Naomi.

Anche nei momenti difficili, come durante la pandemia, il Bar Casa è rimasto un faro di stabilità, continuando a essere un luogo sicuro dove tutti si sentono accolti. 

Bar Portici: la tradizione che incontra la modernità 

Nato nel 1997, il "Bar Portici" si è rapidamente imposto come un punto di ritrovo per le nuove generazioni. Anche se tempo fa era un’antica farmacia, questo locale ha saputo adattarsi alle esigenze del tempo, diventando un luogo di incontro per chi cerca un’atmosfera giovane e frizzante. Gli anziani dicono che questo bar veniva chiamato nei dintorni “Bar delle fumne” (Bar delle donne) in piemontese, perché ai tempi era l’unico bar dove giravano tante donne; una volta, infatti, le donne non andavano nei bar, ma qui si ritrovavano sempre per chiacchierare.

 

Manuela Cimmarusti-Bar Portici

Manuela Cimmarusti, attuale proprietaria dal 2019, aveva solo 23 anni quando ha revitalizzato il locale, creando un ambiente dove modernità e tradizione si intrecciano in modo armonioso: “Il Bar Portici è stato aperto da una ragazza giovane. Dopo di lei lo hanno rilevato due signori, che lo hanno tenuto per una decida di anni, e poi sono arrivata io, l’ho rilevato all’età di 23 anni, ho aperto nel 2019, ho lasciato il nome “Bar Portici” per rimanere nella tradizione , e spero che duri ancora molto! Ho sempre amato questo locale; ci venivo da piccola a fare merenda dopo la scuola. Sono molto orgogliosa del mio percorso anche se ci sono state fin da subito tante difficoltà, appena un anno dopo l’apertura è arrivato il COVID, io ero nuova del settore e subito ho pensato potesse essere un problema, ma poi non mi sono data per vinta e ho pensato di portare le brioches e i drink sottovuoto a casa a tutti i miei clienti dato che non si poteva uscire, e devo dire che in molti hanno aderito e mi hanno aiutato in quel periodo buio e solitario. Poi quel periodo è svanito, e ad oggi Verolengo è un paese dormitorio, non ci sono attività né negozi, ed è sempre più difficile lavorare , non c’è molto passaggio, ma ringrazio sempre i miei clienti che passano sempre a trovarmi e non mi lasciano mai sola”, racconta Manuela. 

Il "Bar Cervo", il "Bar Casa" e il "Bar Portici" non sono semplici locali: sono il battito pulsante di Verolengo. Ognuno di essi racconta una storia unica, tessendo insieme i legami di una comunità che si incontra, si sostiene, si diverte e trova conforto. Questi spazi vivono e respirano l’autenticità e la resilienza del paese: questi luoghi sono veri e propri custodi di tradizioni e racconti che uniscono le persone.

 

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