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23 Ottobre 2024 - 18:05
Un fulmine a ciel sereno colpisce la redazione: il Commissariato di Polizia di Ivrea-Banchette è in ginocchio. La denuncia, messa nero su bianco in una lettera firmata da Pietro Di Lorenzo, Segretario Generale Provinciale del SIAP (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia), è stata inviata il 22 ottobre 2024 al Prefetto di Torino, al Questore e a numerose figure politiche di spicco, tra cui senatori, deputati, consiglieri regionali del Piemonte e i sindaci di Ivrea e Banchette.
La notizia arriva in un momento cruciale: domani, alle 10, presso il liceo Gramsci di Ivrea, si terrà una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, e questo documento non può passare inosservato. Di Lorenzo, con toni diretti e preoccupati, traccia il quadro di una situazione che potrebbe lasciare il Canavese senza un’adeguata protezione. Negli ultimi dieci anni, il personale del Commissariato ha subito una riduzione del 10%, mentre le richieste di intervento sono aumentate del 20%.
Il Commissariato, che conta su 47 agenti (compresi il dirigente e il vice), si ritrova con solo 35-38 unità operative al giorno, a causa delle aggregazioni presso la Procura di Ivrea e delle malattie. "Questo numero non basta a coprire le esigenze di un territorio vastissimo," afferma Di Lorenzo, "con oltre 200 comuni e 300.000 abitanti distribuiti su 2.000 chilometri quadrati." Il dato che fa più paura è semplice: "Un poliziotto ogni 6.000 abitanti," sottolinea Di Lorenzo, "contro la media nazionale di uno ogni 250."
Ma il problema non si limita solo alla copertura territoriale. Il Commissariato di Ivrea-Banchette è anche responsabile di un imponente carico amministrativo, gestendo il rilascio di passaporti e permessi di soggiorno per 206 comuni, e licenze amministrative per 103 comuni. Di Lorenzo non esita a denunciare: "La pressione sull'ufficio è enorme, e questo sovraccarico si traduce in servizi ritardati e cittadini insoddisfatti."
E non è tutto. Di Lorenzo ricorda che la mancanza di personale è una piaga che affligge il Commissariato da anni. Nonostante mozioni approvate dai comuni del Canavese e le promesse ricevute dal Ministero dell'Interno e dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, "abbiamo ricevuto solo promesse," lamenta, "ma la situazione peggiora ogni giorno. Nei prossimi mesi, altri poliziotti andranno in pensione, rendendo il quadro ancora più drammatico."
La questione dei trasferimenti è altrettanto complessa: il Questore di Torino non può disporre il trasferimento di personale verso Ivrea senza incorrere in costi aggiuntivi per le indennità, su cui non ha potestà. "È una situazione kafkiana," denuncia Di Lorenzo, "un corto circuito burocratico che lascia il Canavese senza protezione." La richiesta del SIAP è chiara: nuove assegnazioni di agenti dai corsi di formazione e la possibilità di autorizzare trasferimenti interni.
Di Lorenzo richiama inoltre l'attenzione su un altro aspetto preoccupante: la mancanza di forze dell'ordine rischia di lasciare intere fasce orarie della giornata senza alcuna presenza di polizia o carabinieri sul territorio. "È paradossale che in una zona così estesa e popolosa, in certi momenti della giornata, non ci sia né una volante né una gazzella a disposizione," denuncia il sindacalista. La riduzione delle volanti da due a una per turno ha reso impossibile rispondere tempestivamente alle emergenze, alimentando un crescente senso di insicurezza tra i cittadini.
Il colpo di grazia arriva con la sospensione, ormai decennale, del servizio di "poliziotto di quartiere", che in passato era un importante punto di riferimento per la comunità. Di Lorenzo, con tono amaro, afferma: "Abbiamo dovuto rinunciare a un servizio che non solo garantiva prevenzione, ma rafforzava il legame tra la polizia e il tessuto sociale della città." Un altro chiaro esempio di come la cronica mancanza di personale stia compromettendo la qualità del servizio offerto alla popolazione.
La lettera inviata il 22 ottobre rappresenta l’ennesimo tentativo di accendere i riflettori su una problematica che sembra destinata a rimanere ignorata dalle istituzioni centrali. La frustrazione di Di Lorenzo è palpabile: "Se le nostre richieste non verranno ascoltate, non esiteremo a mobilitarci, come abbiamo fatto nel 2014. Scenderemo in piazza per informare i cittadini su ciò che sta accadendo e per denunciare pubblicamente questa grave lesione del diritto alla sicurezza."
Una minaccia non velata, ma un impegno concreto da parte del SIAP, che si prepara a difendere il diritto alla sicurezza dei cittadini del Canavese. Come conclude Di Lorenzo: "Non possiamo più permetterci di far finta che tutto vada bene. Il tempo delle promesse è finito."
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