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Traporti
19 Ottobre 2024 - 12:08
La linea 229 (Ciriè, Devesi, Robassomero, Vallo, Grange di Nole, Losa, Fiano, Cafasse, Lanzo, Monasterolo, Varisella) che collega i paesi dell’OltreStura con Ciriè e Torino simbolo di un disservizio cronico che esaspera i cittadini. La frustrazione si accumula e le denunce fioccano, come quella di Laura Giolitti, cittadina di Robassomero, che ha deciso di uscire dall’ombra e rivolgersi direttamente all’Agenzia della Mobilità Piemontese, alla Bus Company, al Comune e al consorzio ExtraTo, sperando che finalmente qualcuno si faccia carico delle istanze dei pendolari.
"È inaccettabile che dobbiamo pagare 388 euro all’anno per un servizio che sembra studiato più per creare disagi che per facilitare la vita dei cittadini," ha attaccato Giolitti, esasperata dai ritardi, dalle corse poco frequenti e dagli autobus sovraffollati. Ogni mattina, la situazione si ripete: un solo autobus parte da Robassomero alle 7:35 e, se lo si perde, il successivo non arriva prima delle 8:40. Gli studenti e i lavoratori, stipati come sardine, sperano di trovare un posto per raggiungere scuole e uffici, ma spesso si rassegnano a lunghe attese sotto la pioggia o al freddo.
Il viaggio di ritorno promette poco di meglio: per chi esce da scuola alle 14:00, c’è un'unica corsa alle 14:30 dalla stazione di Ciriè, con un tragitto che può durare anche un'ora per coprire solo 5 chilometri, a causa dei ritardi e dei passaggi a livello che restano inspiegabilmente chiusi.
Giolitti dipinge un quadro desolante, ma non è la sola.
Anche Rori Sforza, presidente del comitato Oltre Stura Futura, non nasconde la sua indignazione di fronte all'inefficienza e aggiunge alla linea 229 anche la 226 (Torino, Venaria, Robassomero, Losa, Fiano, Cafasse, Monasterolo, Vallo, Varisella).
"Sono anni che come comitato denunciamo la situazione e chiediamo un cambiamento. La Bus Company, che gestisce il servizio per conto dell’agenzia metropolitana della mobilità, continua a ignorare i problemi segnalati dai cittadini, lasciando che le linee zigzagano tra i diversi paesi senza un vero criterio," dichiara Sforza.
"Il risultato? I pendolari sono costretti a percorsi lunghi, tortuosi e assolutamente inadatti alle loro esigenze, con la beffa di dover pagare tariffe che non rispecchiano minimamente la qualità del servizio."
Il cuore del problema, secondo Sforza, è la frammentazione istituzionale. "Oggi ci sono tanti piccoli comuni che cercano di farsi sentire, ma le loro voci sono deboli. Ci ritroviamo in una situazione paradossale: piccoli enti locali che devono 'pietire' ascolto da un’agenzia spesso sorda alle loro richieste. La soluzione? Una fusione tra i comuni dell’OltreStura, che permetterebbe di avere una rappresentanza più forte e in grado di ottenere quei servizi di trasporto che oggi sono solo un miraggio."
Tra le proposte avanzate dal comitato vi è l'idea di un collegamento più diretto e frequente tra i paesi dell’OltreStura, Lanzo e Ciriè, dove si trovano servizi essenziali come l'ospedale e la ASL.
"Perché non utilizzare dei bus a chiamata, operativi dalle prime ore del mattino fino alla sera tardi, così da garantire la mobilità a chiunque, in qualsiasi momento? Oggi gli orari sono talmente limitati che chi perde una corsa si ritrova bloccato fino alla successiva, spesso con attese interminabili," incalza Sforza.
La verità è che la linea 229 trasporta più malcontento che passeggeri. Il servizio sembra progettato apposta per complicare la vita di chi lo utilizza. Giolitti lo aveva spiegato chiaramente nella sua lettera: "I passaggi a livello di Ciriè restano chiusi per tempi inspiegabilmente lunghi, creando code e rallentamenti. Chiudono le sbarre, e per noi inizia un’attesa che sembra non finire mai. E quando finalmente l’autobus arriva, è talmente pieno che a volte è impossibile salire. Come si può parlare di un servizio pubblico efficiente?"
Non è solo una questione di scomodità: i continui ritardi e la scarsa organizzazione impattano sulla vita di centinaia di famiglie, che devono fare i conti con ritardi al lavoro, giustificazioni a scuola e una generale incertezza sugli spostamenti.
"Serve - sottolinea Giolitti - una riorganizzazione totale del servizio, con corse più frequenti nelle fasce di punta, magari ogni 15-20 minuti tra le 7:00 e le 8:00 e tra le 13:00 e le 15:00. Un miglioramento del trasporto pubblico non è solo nell'interesse di chi lo usa, ma di tutta la comunità: meno auto private sulle strade significa meno traffico e meno inquinamento."
E la proposta di fusione dei Comuni, avanzata da Sforza. Da un lato, c’è chi vede nella creazione di un soggetto unico una possibilità concreta di migliorare i servizi e ottenere finalmente una rappresentanza democratica più incisiva. Dall'altro, ci sono le resistenze di chi teme la perdita delle identità locali e di una gestione troppo centralizzata.
Ma per Sforza, non ci sono dubbi: "Se non ci uniamo, resteremo sempre cittadini di serie B, costretti a subire decisioni prese altrove senza considerare le nostre necessità."
Nel frattempo, i pendolari dell’OltreStura continuano a vivere un disagio quotidiano che sembra non avere fine. Ogni giorno, centinaia di persone attendono alle fermate, sperando che la loro voce venga finalmente ascoltata.
L’Agenzia della Mobilità Piemontese, la Bus Company e i comuni coinvolti riusciranno a trovare una soluzione? O, come teme Giolitti, i cittadini resteranno intrappolati in un sistema di trasporto che non risponde alle loro necessità, pagando un prezzo troppo alto per un servizio che, al momento, continua a deludere?
La risposta, per ora, sembra rimanere sospesa, come quelle lunghe attese alla fermata, in un’eterna attesa di un cambiamento che tarda ad arrivare.
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