Cerca

Ciriè

In trappola con la burocrazia. A 80 anni, travolto da una cartella esattoriale da 485.000 euro

Il rimpallo degli uffici non dà risposte: una vita di lavoro cancellata da un incubo kafkiano

La burocrazia ha rovinato questo paese

La disperazione

Franco Padellaro, 80 anni, si appresta davvero a diventare un personaggio uscito da un racconto di Kafka, sbattuto qua e là tra uffici che non sanno a chi tocca risolvere il suo problema.

Il problema in questione?

Una cartella esattoriale da 485.000 euro. Cifre che uno come lui non le vedeva nemmeno negli anni d’oro della sua piccola azienda familiare, chiusa ormai nel 2004 e avviata nel 1971 a Cirié insieme alla moglie e alla figlia. Si occupava di assemblaggio di componenti elettrici per automobili, e negli anni aveva raggiunto otto dipendenti. 

Dopo la chiusura, la famiglia Padellaro vendette la casa di San Francesco al Campo per pagare i dipendenti e si trasferì in affitto a Robassomero, dove vivono ancora oggi.

"È un incubo," dice Franco.

Che ad 80 anni si trova incastrato negli astrusi meccanismi di un sistema burocratico che non sa dare risposte ma sa bene come fartele desiderare. Ricordiamo come l’Agenzia delle Entrate ha bloccato i conti della famiglia.

Anche Davide, il figlio disoccupato, si è visto prelevare 700 euro perché, tanti anni fa, era co-intestatario di un conto con i genitori.

Venerdì scorso, Franco e famiglia si sono presentati in via Lanzo, dove però hanno scoperto che l’ufficio non si occupa di queste cose. Niente di nuovo, classico rimpallo degli uffici. "Andate in via Mazzini."

Così, dopo aver ricevuto la chiamata del direttore, arrivano in via Mazzini, dove si sono sentiti dire che devono contattare l’Organismo per la Composizione delle Crisi a Torino. Insomma, un continuo rimpallo tra uffici che, nel dubbio, non sanno nulla.

franco

Sembra di essere in un flipper burocratico. La pallina di nome Franco rimbalza, urta qua, scivola là, ma non trova mai la via d'uscita. E alla fine, in quel colpo fatale che fa cadere tutto, ti rendi conto che nemmeno loro, i signori della burocrazia, sanno bene a chi tocca risolvere il problema. 

Nel frattempo, tra un rimpallo e l’altro, l’angoscia della famiglia Padellaro aumenta. Lunedì hanno avuto l’ennesimo appuntamento, stavolta in via Mazzini, che li ha rimandati all'Ufficio Riscossione di via Lanzo.

E, con una beffarda chiarezza, si sono sentiti dire che "l'importo dei debiti si evince dalle dichiarazioni dei redditi di allora". Insomma, tornate pure da dove siete partiti.

Gli hanno comunque consigliato di rivolgersi all’Organismo per la Composizione delle Crisi, che si trova a Torino.

Esisterà un modo per avere delle risposte chiare e definitive?

Sia che Franco debba pagare, sia che sia stato vittima di un errore, per ora l’unica cosa davvero certa è che, come ne Il Castello di Kafka, quando si ha a che fare con certe questioni, si gira, si gira e si gira ancora, senza riuscire mai davvero ad arrivarci, al castello in cima alla collina.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori