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09 Ottobre 2024 - 15:24
Pane e spreco: un problema su cui riflettere nel Canavese
Durante l’evento Sana Terra, i risultati di un questionario promosso da Ecoredia sulle abitudini alimentari delle famiglie del Canavese hanno evidenziato un fenomeno su cui è doveroso riflettere: il 20% del pane viene sprecato. In particolare, il 13% del pane in eccesso viene buttato, mentre la percentuale sale al 20% se si considerano eccedenze non integre, come il pane sbocconcellato o i pacchi di grissini aperti.
La maggior parte del pane non utilizzato viene però riutilizzato per altre ricette o come cibo per animali, segnalando una certa consapevolezza dell'importanza di evitare gli sprechi alimentari. Un segnale positivo, dunque, in un contesto dove la tradizione rurale aiuta a mantenere alta l'attenzione su questi temi.
Come avete interpretato i dati del questionario e quali sono le conclusioni emerse?
"I questionari sono stati fatti circolare all'interno di gruppi di acquisto solidale attraverso il meccanismo del passaparola," afferma la presidente di Ecoredia, Maria De Pieri. "Già il numero delle risposte, 344, fa capire quanto l'argomento sia sentito dalla popolazione. La consapevolezza sullo spreco alimentare è alta, e questo è positivo."
Un dato altrettanto interessante emerso dal sondaggio riguarda la panificazione domestica: il 20% dei prodotti di panificazione nel Canavese vengono realizzati in casa. Questo riflette una volontà di ridurre gli sprechi e di valorizzare le risorse locali, un aspetto fondamentale in un’epoca in cui gli sprechi alimentari hanno effetti negativi tanto sull’ambiente quanto sull’economia.
Ridurre gli sprechi non è solo una questione di risparmio economico.
Ma non basta ridurre lo spreco di pane, bisogna alimentare la consapevolezza del valore del cibo.
In effetti, il pane ha da sempre rappresentato più di un semplice alimento: è un simbolo di condivisione, di sostentamento, e spesso anche di sacrificio. Evitare di sprecarlo significa non solo rispettare le risorse, ma anche onorare la tradizione che lo circonda.
La consapevolezza dello spreco alimentare è cruciale. Ridurre gli sprechi non è solo una questione di risparmio economico, ma ha un forte impatto sull'ambiente, riducendo l’impronta ecologica legata alla produzione e alla gestione dei rifiuti. In un mondo dove il cibo è ancora un privilegio non garantito a tutti, imparare a non sprecare diventa un atto di responsabilità etica e sociale.
In conclusione, i dati emersi nel Canavese sono un invito a continuare a lavorare sulla sensibilizzazione, ma allo stesso tempo evidenziano un territorio che ha già intrapreso un percorso virtuoso verso la sostenibilità alimentare.
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