AGGIORNAMENTI
Cerca
Agricoltura
05 Ottobre 2024 - 17:05
Il nocciolo piemontese è a rischio: tra clima e scelte alimentari, un anno difficile per l'Azienda Agricola La Peracca
A Casalborgone, piccolo gioiello incastonato nel verde del Piemonte, ci sono numerose aziende che portano avanti una tradizione di famiglia che sa di buono e genuino. Qui la produzione di nocciole è un’attività che va ben oltre la semplice agricoltura: nei laboratori artigianali, infatti, le nocciole vengono trasformate in deliziose creme spalmabili e profumate torte, conquistando i palati di chi ancora apprezza la qualità.
Ma quest’anno le cose non sono andate come sperato. La produzione di nocciole in tutto il Piemonte è stata pesantemente condizionata dal cambiamento climatico, e le conseguenze si sono fatte sentire per tutti gli agricoltori.
La produzione è davvero calata in modo significativo con effetti disastrosi, ci racconta un agricoltore del luogo, con una punta di amarezza nella voce. "L'umidità eccessiva, causata dalle piogge di maggio e giugno, ha fatto marcire gran parte delle nocciole, che erano già state colpite dalla gelata tardiva di aprile."
Un colpo duro per chi ha deciso di scommettere tutto su una piccola produzione di alta qualità. La sfida del cambiamento climatico, con le sue piogge imprevedibili e le gelate tardive, rende sempre più difficile per le piccole realtà agricole sopravvivere.
"Noi ci sforziamo di rimanere 'vivi' sul territorio, ma le difficoltà ci scoraggiano non poco", continua la donna. E qui emerge una preoccupazione concreta: il rischio che piccole aziende come La Peracca spariscano per sempre, inglobate dai grandi colossi dell’industria agro-alimentare.
Stando ai dati di Confagricoltura, in Piemonte, negli ultimi 15 anni la superficie dedicata alla coltivazione della varietà tonda gentile è più che raddoppiata, passando da 12mila ettari nel 2010 agli attuali 28mila. Tuttavia, nonostante l’espansione dei noccioleti, la produzione è in forte diminuzione negli ultimi due anni.
Nel 2023, ad esempio, si prevedeva un raccolto superiore ai 220mila quintali, ma si è fermato a soli 150mila. Gli esperti indicano come principale causa di questa riduzione i cambiamenti climatici, sempre più imprevedibili e dannosi per l’agricoltura.
Molti preferiscono acquistare prodotti della grande distribuzione organizzata (GDO).
Ma non è solo il clima il nemico. C’è anche una battaglia culturale ed economica da combattere. Le aziende del territorio che producono prodotti artigianali, che richiedono cura, passione e tempo. Ma questo spazio ristretto nei carrelli della spesa degli italiani sta diventando sempre più piccolo.
"È vero che i prodotti artigianali possono avere un costo leggermente superiore rispetto a quelli presenti sugli scaffali dei supermercati", ammette una artigiana agro-alimentare, "ma questo non giustifica la poca attenzione degli italiani quando si tratta di scegliere il cibo da portare in tavola".
C’è una sorta di cortocircuito tra la qualità offerta e le scelte del consumatore. Molti preferiscono acquistare prodotti della grande distribuzione organizzata (GDO), nonostante siano spesso altamente processati. La comodità e l’abitudine prevalgono su tutto, anche quando si tratta di cibo, un aspetto che dovrebbe essere centrale nella vita di tutti noi.
Ed Elisabetta non è la sola a pensarla così. Un recente studio ha evidenziato che le famiglie italiane spendono solo il 7% del reddito annuo per l'acquisto di alimenti, una percentuale in calo costante.
Questo significa che, anche quando il denaro c'è, viene investito in altro: tecnologia, abbigliamento, viaggi... ma il cibo, quello buono e sano, sembra essere passato in secondo piano.
Ma perché è così importante scegliere prodotti artigianali e sani? Innanzitutto, perché acquistare artigianale significa sostenere l’economia locale, aiutare piccole realtà a sopravvivere e mantenere viva una tradizione che rischia di essere spazzata via dai meccanismi della produzione industriale.
Poi, ovviamente, c’è l’aspetto della qualità. I prodotti artigianali, come le creme spalmabili e le torte di nocciole, non sono solo buoni: sono fatti con materie prime selezionate, seguendo processi che rispettano i tempi della natura e del territorio. Non contengono conservanti, coloranti artificiali o ingredienti di dubbia provenienza. In altre parole, rappresentano un ritorno alla genuinità, al gusto vero, lontano dai sapori standardizzati e anonimi dei prodotti industriali.
Scegliere prodotti artigianali non è solo un atto d’acquisto: è una scelta di vita, un modo di prendersi cura di sé e dei propri cari.
Un’attenzione che, nel lungo termine, ha un impatto non solo sulla salute, ma anche sull’ambiente e sulla sostenibilità. Supportare aziende agro-artigianali del territorio significa contribuire a un’agricoltura più etica, più rispettosa della terra e delle persone.
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.