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GEDI fa il valzer dei direttori: Orfeo alla guida di Repubblica e il Tg3 diventa merce di scambio?

Con la nomina di Maurizio Scanavino a presidente e Gabriele Comuzzo come AD, il gruppo GEDI accelera sulla trasformazione digitale. Mario Orfeo prende il timone di Repubblica, liberando la poltrona del Tg3, tra le più ambite nel prossimo valzer delle nomine Rai.

alain Elkann

alain Elkann

Cambiamenti al vertice del gruppo GEDI segnano l’inizio di una nuova fase per uno dei principali gruppi editoriali italiani. Il Consiglio di Amministrazione, riunitosi oggi a Torino, ha deciso una serie di nomine strategiche che mirano a dare un'accelerata alla trasformazione digitale del gruppo, puntando anche a un miglioramento significativo dei risultati economici attraverso una rigorosa gestione aziendale.

John Elkann, amministratore delegato di Exor, azionista di riferimento di GEDI, ha espresso grande fiducia in questa nuova fase, sottolineando che "GEDI oggi è uno dei protagonisti europei della trasformazione digitale, con un perimetro di attività chiaro, centrato su intrattenimento e giornalismo di qualità". Elkann ha inoltre commentato che "i cambiamenti organizzativi annunciati oggi permetteranno maggiore focalizzazione e rigore nella gestione del Gruppo".

Tra i cambiamenti più rilevanti c'è la nomina di Maurizio Scanavino come presidente del gruppo, in sostituzione di Alain Elkann, e di Gabriele Comuzzo come amministratore delegato. Scanavino, già figura centrale nella gestione aziendale, ha dichiarato: "Ringrazio l'azionista per la fiducia e auguro a Mario Orfeo buon lavoro. Assumo il nuovo incarico con l'obiettivo di lavorare insieme all'amministratore delegato Gabriele Comuzzo per accelerare l’evoluzione in atto e conseguire ambiziosi obiettivi di redditività per il futuro".

Contestualmente, è stato annunciato anche il nuovo direttore de La Repubblica. A prendere le redini del quotidiano sarà Mario Orfeo, in sostituzione di Maurizio Molinari, che rimarrà comunque all'interno del gruppo con il ruolo di commentatore ed editorialista. Questa nomina, arrivata in un momento di particolare delicatezza per il quotidiano romano, ha sorpreso anche gli ambienti della Rai, dove Orfeo ha costruito una solida carriera giornalistica. Orfeo lascia infatti la direzione della tv pubblica dopo un periodo di intensi cambiamenti, durante il quale ha guidato tutti e tre i principali telegiornali nazionali.

Maurizio Molinari

Maurizio Molinari

Il cambio al vertice di La Repubblica arriva a pochi giorni di distanza da uno sciopero proclamato dal comitato di redazione del quotidiano, che ha accusato l’editore di "gravi ingerenze nell’attività giornalistica". Nel mirino delle proteste c'era anche Molinari, già sfiduciato dalla redazione nei mesi scorsi. Le tensioni erano esplose durante l'evento Italian Tech Week, al quale era stata attribuita una gestione definita "inadeguata e compromettente" per l’indipendenza del giornale. Con l'uscita di Molinari, GEDI spera di aprire una nuova fase di dialogo e collaborazione all'interno della redazione, in un contesto segnato da un panorama mediatico in costante evoluzione.

Il passaggio di Orfeo alla guida di La Repubblica ha inoltre liberato una delle caselle più ambite nella prossima tornata di nomine della Rai, quella del Tg3. La direzione del telegiornale era già inserita nel cosiddetto "valzer delle testate" previsto a Viale Mazzini, ma ora è ufficialmente entrata nella partita che assegnerà le principali direzioni giornalistiche, da tradizione suddivise tra le forze politiche. Il voto per la nomina della nuova presidente della Rai, Simona Agnes, potrebbe risultare determinante nel definire gli equilibri per queste nomine.

La vigilanza parlamentare è attesa a esprimersi nelle prossime settimane, e il voto per la presidenza potrebbe avvenire a breve. La sfida sarà giocata in due tornate: nella prima, la maggioranza dovrà trovare un accordo con una parte dell’opposizione per ottenere i due terzi dei voti necessari; nella seconda, la partita potrebbe spostarsi in un terreno più favorevole alla mediazione politica. Fonti vicine al Partito Democratico osservano con sospetto le mosse del Movimento 5 Stelle, ma assicurano che verrà rispettato il patto che prevede l’uscita dall’aula per far mancare il quorum e ostacolare così la nomina in prima battuta. La seconda votazione potrebbe essere la chiave per sbloccare la situazione, con Forza Italia fiduciosa sull’allargamento del consenso attorno alla candidatura di Agnes. Tuttavia, all'interno del centrodestra non si esclude che si possa giungere a un accordo anche con il Pd, su una figura gradita a entrambi i poli.

In attesa che le nomine vengano portate in consiglio di amministrazione, probabilmente a fine ottobre o inizio novembre, i giochi restano aperti. Molti scommettono che il Tg3 sarà affidato al Movimento 5 Stelle, nonostante il Pd abbia ancora delle carte da giocare. Tra i nomi in corsa per la direzione del Tg3 ci sono Senio Bonini, attualmente vicedirettore del Tg1, e Bruno Luverà, anch'egli vicedirettore agli Approfondimenti. Se dovesse prevalere il Pd, potrebbe essere il turno di Andrea Vianello, in attesa di incarico dopo l’esperienza alla Tv di San Marino, oppure di Carlo Fontana, condirettore della Tgr, o di Ilaria Capitani, recentemente alla guida di Tg3 Linea Notte Estate.

Il Tg3 non è l'unica casella da riempire: anche la direzione della Tgr sarà presto vacante, con il pensionamento di Alessandro Casarin. Il condirettore Roberto Pacchetti è in pole position per il ruolo, in una casella che sembra destinata alla Lega, considerando che le due testate principali, il Tg1 e la stessa Tgr, non possono essere assegnate alla stessa area politica. Allo stesso tempo, sono in scadenza anche gli incarichi di Jacopo Volpi a Rai Sport, una posizione che potrebbe essere affidata a Marco Lollobrigida, e di Paolo Petrecca a Rainews, in quota Fratelli d’Italia.

Questa riorganizzazione delle testate Rai è seguita con attenzione non solo dal mondo politico ma anche dagli ambienti giornalistici, che osservano come la spartizione delle poltrone possa influenzare le linee editoriali delle principali fonti d’informazione del Paese. Con la nomina di Orfeo a Repubblica e l’arrivo di Scanavino alla presidenza di GEDI, sembra aprirsi una fase di maggiore rigidità nella gestione aziendale, accompagnata però da un tentativo di conciliare l'innovazione digitale con il giornalismo di qualità, in un panorama mediatico sempre più complesso e competitivo.

La trasformazione digitale, già avviata dal gruppo, si inserisce in un contesto in cui la sostenibilità economica e l'adattamento alle nuove modalità di consumo delle notizie sono sfide cruciali. GEDI, con questa nuova fase di cambiamenti, punta a riaffermarsi come protagonista del settore, sia a livello nazionale che internazionale, in un'epoca in cui l'innovazione tecnologica rappresenta una chiave di successo imprescindibile.

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