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29 Settembre 2024 - 14:31
Banca
Verolengo, un paese che non si arrende, ma che fatica a restare in piedi.
Non tanto tempo fa, Verolengo era un paese vivo. Sotto i suoi portici non c’era spazio per il silenzio. I negozi prosperavano, offrendo servizi per ogni necessità, e si respirava quella tranquillità “a misura d’uomo” che molti cercano disperatamente altrove.
Poi, nel giro di una decina d'anni, il quadro è cambiato radicalmente. Le serrande si sono abbassate una dopo l'altra, e quel brulicare di attività ha ceduto il passo alla desolazione.
Un copione già visto in tanti comuni della cintura torinese: la comparsa dei grandi centri commerciali ha svuotato le vie del paese, una desertificazione commerciale che la crisi economica e la pandemia di Covid-19 non hanno fatto altro che accelerare.
Eppure, in mezzo a questo declino, c’è chi ancora ci crede. Tra mille difficoltà, alcuni coraggiosi imprenditori locali resistono, lottando per mantenere viva una comunità che si estende su quasi 30 chilometri quadrati e conta circa 5.000 anime. Ma la battaglia è dura. Qualche anno fa, come ciliegina amara su una torta già difficile da digerire, l’unica filiale bancaria del paese ha chiuso i battenti.
Da quel momento, i cittadini di Verolengo si sono dovuti accontentare di un solo sportello bancomat, per giunta spesso guasto o malfunzionante. Di recente, lo sportello ha persino iniziato a trattenere le carte bancomat o di credito inserite per i prelievi, provocando la frustrazione degli utenti.
La chiusura della banca non è solo un problema tecnico o logistico, è un colpo al cuore del tessuto sociale ed economico del paese.
Soprattutto per le persone anziane, che non hanno dimestichezza con l'online banking, o per chi semplicemente non ha un accesso facile ai servizi digitali. Senza contare che le banche rappresentano un punto di riferimento per le attività commerciali locali. Un bancomat malfunzionante può sembrare un dettaglio, ma in un paese come Verolengo, dove i servizi scarseggiano, diventa un simbolo di abbandono.
Gli abitanti si sentono traditi, lasciati a sé stessi dalle autorità che dovrebbero prendersi cura almeno dei servizi essenziali. C’è una crescente sensazione che Verolengo sia ormai un paese "dormitorio", un luogo dove si torna solo per dormire, mentre i servizi fondamentali, quelli che dovrebbero facilitare la vita quotidiana, scarseggiano sempre più.
E sì, è vero, un solo sportello bancomat non basta a coprire le necessità di tutto il paese e delle sue frazioni. Le richieste di migliorare questo disservizio si fanno sempre più insistenti, e non senza motivo. È una frustrazione che cresce, soprattutto quando le soluzioni tardano ad arrivare, o peggio, sembrano non essere nemmeno all’orizzonte.
Verolengo merita di più. E non è solo una questione di banche o negozi. È una questione di dignità, di non lasciare che un paese si spenga nell’indifferenza.
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