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Ivrea in Azione

Consiglio comunale o commedia? Il presidente si dimentica la neutralità

Neutralità a intermittenza e strategie di ostruzione: quando il presidente del consiglio diventa il regista della maggioranza

Consiglio comunale o commedia? Il presidente si dimentica la neutralità

Mozione d'ordine: centrodestra muto. Il minimo sindacale lo ha fatto solo Andrea Cantoni. Gli altri consiglieri comunali? Non pervenuti.

Rifletto, immaginando un Maurizio Perinetti e un Francesco Comotto seduti all'opposizione al nostro posto su qualsiasi tema rilevante. Li vedo già lanciare fuoco e fiamme, senza pietà. Come fecero contro l'ex sindaco Stefano Sertoli su argomenti scottanti. Come faceva Comotto, che attaccava il PD con insinuazioni che sfociavano in sospetti, poi magicamente rientrati.

Mi accorgo di quanto sia irrilevante e individualista l'area che, fino a ieri, sembrava voler fare opposizione all'attuale amministrazione. Forse mi sfugge qualcosa.

Andiamo per ordine e iniziamo dal presidente del consiglio, che sembra tutto fare tranne il suo ruolo di garante.

Zittisce la minoranza, la interrompe, redarguendola, e incoraggia la maggioranza consiliare, consapevole della sua debolezza, con il supporto della giunta, ovviamente. In pratica, tutto quello che non è previsto dal regolamento.

Scriviamolo alla lavagna 10 volte: "Il ruolo del presidente del consiglio è di garanzia e richiede neutralità rispetto alle diverse forze politiche."

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E invece… Al consiglio comunale dell'altra sera era evidente che il cronometro fosse tarato sulla mia mozione, dato che, dopo le interpellanze e le mozioni, il presidente ha smesso di controllare i tempi.

Personalmente, non mi sono sentito tutelato. Anzi, ritengo di essere stato politicamente danneggiato, e che sia stata orchestrata una farsa per sabotare la mia mozione, che era senza dubbio la più concreta.

Facciamo un passo indietro: sono state presentate tre mozioni che trattavano il tema della sicurezza in una zona della città che ha suscitato molte polemiche nei mesi estivi, tra degrado, incuria, violenza, criminalità e atti vandalici. Neanche a farlo apposta, sempre la stessa: il Movicentro.

Anche se, nella mozione del PD, non è stata volutamente citata (chissà perché), era ben inteso.

La prima mozione in discussione è stata quella della destra, anche se è stata protocollata prima quella della sinistra.

Sembra uno scioglilingua, ma non lo è. Così ha deciso il presidente del consiglio. Boh.

La mozione chiedeva, per il prossimo bando di assegnazione dei locali, di riservare uno spazio al presidio della polizia locale, valorizzandola. Già discutibile, solo per il fatto che non lasciava spazio ad alcun ragionamento: troppo vincolante, tassativa e perentoria. E poi la polizia locale, a ben vedere, non è nemmeno adeguatamente formata per quel tipo di mansione.

Clamorosa la seconda mozione, della sinistra. Surreale, considerando che arriva dalla maggioranza.

Dopo oltre un anno di discussioni su microcriminalità e sicurezza, la montagna partorisce un topolino: la mozione della maggioranza, targata Laboratorio Civico, propone un tavolo permanente.

Seguito dal clamoroso autogol della collega Vidano di Viviamo Ivrea, che ha sottolineato come il tavolo permanente esista già dalla precedente amministrazione Sertoli.

E qui consentitemi tre emoticon: una faccia perplessa, una faccia sorpresa e la scimmietta che si copre gli occhi. 

Quindi, se tanto mi dà tanto, quel tavolo non ha prodotto nulla di significativo e chissà quante volte si è riunito. 

Bando alle ciance, anche se sembra evidente che a questa maggioranza piacciano. Quanti tavoli permanenti ci sono in Italia?

Tappandomi occhi e orecchie, ho votato le prime due mozioni e non vi sto a spiegare il perché (tic tac, tic tac, tic tac ⏰).

Passiamo alla terza mozione, annunciata da tutti i giornali locali a partire da luglio: la mozione di Azione e Italia Viva.

LA MIA MOZIONE, molto più concreta, a detta di molti, trasversale e perfettamente in linea con quanto Azione e Italia Viva avevano proposto 18 mesi prima della mia elezione: "un presidio delle forze dell'ordine attraverso un locale dedicato presso la stazione del Movicentro, come in ogni altra parte d'Italia!"

Nel mio dispositivo, non c'era alcun obbligo: si trattava semplicemente di una richiesta di valutazione in prossimità del prossimo bando. Nulla di vincolante, solo una semplice analisi di fattibilità insieme agli enti preposti. Tutto qua.

E quindi mi domando: perché tanto scalpore e la messa in scena di una strategia per far slittare la discussione al prossimo consiglio comunale?

So per certo che una parte consistente del PD locale, quella ragionevole e più politica, avrebbe voluto votarla. Come so che l'illustre presidente del consiglio ha preferito allinearsi a Laboratorio Civico per paura di successive strumentalizzazioni. Senza considerare che il PD avrebbe fatto il PD, dimostrando la sua rilevanza politica sul territorio, mentre Laboratorio Civico si sarebbe legittimamente distinto. Avrebbe vinto la democrazia, tutto il resto è fuffa.

Ormai la frittata è fatta, e in politica, si sa: si gioca anche di strategia.

Strategia che il presidente del consiglio normalmente tenta di fare, dimenticando il suo ruolo, ma che avrebbe svolto egregiamente come capogruppo del PD in consiglio comunale. Da presidente, però, ogni volta che ci ha provato ha creato incidenti. Ricordo (sebbene previsto dal regolamento) la contromozione su Israele e Palestina, che minava quella del collega di opposizione.

Il danno, questa volta, ha provocato una ferita profonda. Ma almeno ci offre una certezza: da qui fino all'ultimo consiglio comunale del 2028, il presidente applicherà scrupolosamente il regolamento tanto richiamato, cronometro alla mano per l'intera seduta.

Ciao!!

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