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Per chi suona la campana?
15 Settembre 2024 - 07:00
Drag Queens
Quest'anno il sempre ricco calendario delle feste patronali in Canavese ha presentato una novità che vale la pena di rilevare e che, in alcuni – segno della confusione dei tempi – ha suscitato qualche stupore. Partiamo da Ozegna, dove il nutrito programma di appuntamenti del «Settembre Ozegnese» ha visto al suo centro la tradizionale celebrazione in onore della Natività di Maria – che quest'anno cadeva proprio domenica 8 settembre – con la Santa Messa officiata alle 10.30 dal «quasi vescovo» e «quasi vicario generale» don Luca Meinardi.
Il clou della giornata, dopo tornei di pinnacola, tiri alla fune e giochi per bambini, si è avuto però alle 21.30, quando si sono esibite, in un applaudito spettacolo burlesque en travesti, le belle Drag Queens: Daniela Tellmewhy, Lucrezia Borchia e Cristy Mcbacon. Per coloro che non sapessero cosa sia una Drag Queen, offriamo loro la definizione tratta dal dizionario: «Artista, generalmente omosessuale o transessuale, che si esibisce in spettacoli di varietà travestito da donna, sfoggiando un trucco e un abbigliamento volutamente appariscenti, improntati a un'idea di femminilità eccessiva e talvolta parodistica».
Sicuramente, con le Drag Queens l'arciprete di San Giorgio non c'entra nulla, eppure il silenzio su di un evento che patentemente stride – per non dire peggio – con le celebrazioni mattutine della Tota Pulchra è apparso singolare, se confrontato con la logorrea di certi preti che ormai discettano su tutto, meno che su quell'emancipazione da Dio – accusato di limitare la libertà dell'uomo – che è il relativismo. Sono forse i miracoli del «riposizionamento», che impone di evitare ogni polemica che potrebbe guastarne il percorso.
Anche a Feletto, la festa patronale di San Vittorio di Cesarea, martire sotto Diocleziano, è stata celebrata domenica 15 settembre con la Santa Messa alle ore 10.30 e, dopo giochi per giovani e anziani e l'apertura dello stand gastronomico, alle 21.30, come ad Ozegna, si sono esibite le Drag Queens DJ Frankie, Cristy McBacon e La Dany, che hanno mandato il pubblico in visibilio. Finora non si sono registrati commenti o reazioni del parroco. Eppure don Stefano Teisa è un prete di dottrina, schietto e con fama di non mandarle a dire, specie nelle questioni che implicano i costumi, dove spesso interviene andando controcorrente rispetto alla narrazione dominante.
In possesso di un dottorato in teologia morale, egli è stato insegnante di tale disciplina presso la Facoltà teologica e nel 2002 diede alle stampe il volume «Le strade dell'amore. Omosessualità e Vangelo».
In esso il parroco di Lombardore e Feletto, partendo dalla Sacra Scrittura, affrontava con rispetto e competenza il problema, ma la sua accoglienza non fu entusiastica, in primis da parte di tutto il mondo gay-friendly – e questo era scontato – ma anche dal vescovo emerito, monsignor Luigi Bettazzi, che non risparmiò pubbliche critiche allo studio di don Teisa, accusato di non aver tenuto conto del mutato «sentire comune».
Per questo ci saremmo aspettati un commento o una presa di posizione su uno spettacolo che è pur sempre, secondo il linguista Tullio De Mauro, la messa in scena «di omosessuali maschi che amano indossare costumi femminili ed esibirsi in pubblico» e che – lungi da noi ogni sospetto di omofobia o di bacchettonismo! – poteva avere luogo, per una questione di buon gusto e di buon senso, in un'occasione o in un giorno diverso dalla festa di un santo.
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Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconta di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non è una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen
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