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19 Settembre 2024 - 15:43
Continui black out lasciano al buio i residenti di Filia, a Castellamonte
Gli abitanti di Filia sono esasperati e, dopo aver sopportato per mesi i disagi causati dalle continue interruzioni di energia elettrica, un gruppo di residenti ha deciso di rendere pubblica la situazione. Vogliono incontrare un rappresentante dell’Enel, essere informati su cosa stia accadendo e chiedere garanzie per il futuro.
La frazione castellamontese era balzata agli onori delle cronache nella primavera dello scorso anno a causa dell’installazione di un ripetitore telefonico alto 30 metri la cui ubicazione era stata scelta dalla società InWitt senza che gli abitanti ne fossero minimamente informati: la legge paradossalmente lo consente!. Ora torna alla ribalta per uno dei problemi più diffusi e ricorrenti in questi ultimi anni in varie aree del Canavese: l’inefficienza dei servizi essenziali, tutt’altro che garantiti come invece dovrebbe essere.
“Le interruzioni di corrente – riferiscono i firmatari del documento inviato agli organi di stampa – perdurano da diverso tempo ma hanno subito un’intensificazione negli ultimi due mesi”. C’è una data che fa da spartiacque: il 12 luglio, giorno in cui si verificò un “evento atmosferico estremo”. Da allora la corrente viene spesso a mancare per ore e addirittura per giorni!
Da precisare che Fillia è una frazione collinare di Castellamonte, situata a pochi chilometri dal centro della cittadina e non uno sperduto paesino di montagna, dove sarebbe più facile escogitare scuse per tentare di giustificare i disservizi.
Il Municipio di Castellamonte
Cosa dicono gli abitanti?
“Alcune volte si tratta di interventi programmati ed Enel-Distribuzione affigge i relativi avvisi ma spesso l’interruzione è improvvisa e prolungata”. Le conseguenze sono intuibili.
“Nel nostro territorio – scrivono i residenti - hanno investito dei privati aprendo piccole attività come ristoranti, attività di ricezione turistica, allevamenti di api, soggiorni rivolti alle scuole e artigiani in campi vari, che organizzano il loro lavoro partendo dal principio che i servizi di base essenziali, compresa la corrente elettrica, siano garantiti. La sua interruzione improvvisa provoca disagi e alcune volte ripercussioni economiche. E’ facile immaginare cosa succeda al cibo immagazzinato in un frigo di un ristorante in un giorno estivo se l’elettrodomestico non funziona per molte ore, così come è immaginabile l’imbarazzo di un gestore di un B&B che porta delle candele ai turisti stranieri perché possano almeno illuminarsi. Tutti gli sforzi per il rilancio economico e turistico del territorio (dei privati e della nostra Amministrazione), rischia di essere vanificato perché un luogo senza la garanzia dei servizi di base non è ospitale. Persino l’apicoltura, mestiere completamente a contatto con la natura, ha bisogno di elettricità in alcune fasi operative”.
E che dire di chi lavora in smart working?
“Difficile giustificare per troppe volte al datore di lavoro l’assenza dal servizio online”.
Anche chi a Filia non svolge attività economiche ma semplicemente ci vive va incontro a disagi e danni rilevanti. Alcuni, per avere l’acqua, utilizzano autoclavi che senza corrente elettrica non funzionano. Quasi tutti hanno stufe a pellet e con l’avvicinarsi del freddo sono molte le preoccupazioni sulla garanzia del riscaldamento invernale (memori anche dei precedenti mesi freddi passati senza stufe per molte ore). E poi ci sono le ripercussioni sui pannelli solari e sugli elettrodomestici.
A chi protesta per questa insopportabile situazione l’Enel dà risposte evasive, che appaiono francamente irritanti ad un osservatore esterno: figuriamoci cosa può aver pensato il destinatario della risposta. Prima una premessa auto-elogiativa: “Confermiamo che la nostra società è costantemente impegnata nel miglioramento della continuità e qualità del servizio elettrico erogato con attività di monitoraggio ed interventi di manutenzione degli impianti”. Segue una sequela di giustificazioni: “Riteniamo opportuno far presente che la fornitura di energia elettrica, all’attuale stato della tecnica, non può essere totalmente esente da fenomeni di interruzione del servizio e/o buchi di tensione derivanti da cause fisiologiche, imprevedibili e tecnicamente ineliminabili da parte del distributore. Inoltre, fenomeni quali le differenze di densità di carico lungo la rete di distribuzione, la struttura della rete elettrica ed il relativo assetto di esercizio, la distribuzione dei vari carichi elettrici lungo le linee e la loro topografia possono influenzare il livello di tensione della singola fornitura[...]”.
Ma… siamo o nel 2024 o agli inizi del Novecento? L’Enel esiste da sessant’anni, l’utilizzo generalizzato della corrente elettrica risale a parecchi decenni prima eppure se ne parla come se fossimo agli albori!
Con molta pacatezza, gli abitanti di Filia si limitano ad affermare: “Su quanto risposto ci permettiamo di dissentire. E’ sufficiente percorrere alcuni tratti delle linee elettriche nelle zone boschive per rendersi conto che non è in atto nessuna costante manutenzione. I tecnici Enel intervengono in seguito alle nostre segnalazioni sulla interruzione del servizio (che ci costa davvero fatica perché comunicare con il call center di Enel richiede molta pazienza) o in seguito alla segnalazione di eventuali criticità. Questo non ha niente a che vedere con le costanti manutenzioni citate, definiremmo piuttosto tale modalità “gestione emergenze”.
La realtà è che “Gli elettrodotti a bassa e media tensione passano spesso in zone boschive private i cui proprietari, eredi dei terreni, a volte vivono altrove. L’abbandono dei boschi da parte dei privati e la mancata manutenzione nello spazio di sei metri partendo dalla linea a carico di Enel, fa si che sempre più spesso cadano alberi sui cavi interrompendo il servizio. Non riteniamo però che l’unica causa siano gli eventi climatici estremi (come è più semplice e comodo dire), in quanto la situazione precedente al 12 luglio era già molto critica e oggi basta un soffio di vento per causare ingenti danni”.
In merito alle oscillazioni di tensione rilevate quotidianamente in molte abitazioni, gli scriventi vogliono “evidenziare due importanti ripercussioni” e spiegano: “Gli impianti fotovoltaici privati hanno nell’inverter un sistema di protezione impostato secondo i valori di tensione stabiliti nella norma CEI 8-6/1998-04, gli stessi che deve garantire Enel all’interno delle case, ovvero 230 V +/- 10%. Superati tali valori l’inverter si stacca e l’impianto non produce fino al nuovo collegamento: questo può ripetersi molte volte ogni giorno rendendo di fatto non operativo l’impianto. Il danno economico può diventare importante per il privato che ha deciso di investire su un sistema di produzione di energia meno impattante per il pianeta di quello a combustibili fossili ma non riesce a rientrare dalle spese nei tempi previsti. Valori molto bassi di tensione, al di sotto dei limiti della norma, possono inoltre danneggiare o rompere gli elettrodomestici di casa e la cosa si è già più volte verificata. Ci permettiamo quindi di sollecitare Enel al rispetto della sopra citata norma CEI”.
Visto che gli abitanti di Filia pagano per un servizio pessimo le stesse tariffe di chi la corrente la riceve regolarmente, ritengono di avere diritto a “tranquillità e garanzie almeno per quanto riguarda l’energia elettrica. Non vogliamo metabolizzare il disagio né ricorrere a soluzioni individuali come l’acquisto di generatori. Vogliamo che vengano risolti i problemi per l’intera collettività!”.
I cittadini si erano già rivolti al sindaco di Castellamonte il quale “si interfaccia con Enel durante le emergenze per aggiornarci sul procedere degli interventi” ma vogliono parlare direttamente con la società.
Quali le loro richieste?
“Sapere quale sia il piano di interventi previsto e le relative tempistiche per il ripristino il più possibile definitivo del corretto funzionamento degli elettrodotti che portano l’energia elettrica nelle nostre case. In particolare vogliamo sapere quali sono i piani di manutenzione ordinaria intorno alla linee elettriche, quali sono le zone di intervento e quando si intenda provvedere per stabilizzare le oscillazioni di tensione facendole rientrare nei range previsti dalla norma”.
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