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Lanzo Torinese

Rinnovati i lavori socialmente utili. Come funzionano e a chi sono applicati?

Il comune di Lanzo Torinese rinnova la convenzione dei lavori di pubblica utilità, ma solo in caso di infrazione al codice stradale

Rinnovati i lavori socialmente utili. Come funzionano e a chi sono applicati?

Da Lanzo Torinese arriva una notizia che, per una volta, merita una standing ovation. Il 10 settembre, con una delibera che promette di fare la differenza, il Comune ha rinnovato, per i prossimi quattro anni, la convenzione con il Tribunale di Ivrea sui lavori di pubblica utilità.

Ma cosa significa tutto questo, in pratica? Andiamo al sodo. Questa convenzione tra il Comune di Lanzo Torinese e il Tribunale di Ivrea stabilisce il quadro delle attività che i "condannati" svolgeranno al posto della pena detentiva. Non si tratta di lavori lasciati al caso, ma di prestazioni ben definite, con tanto di durata, tipologia e controlli.

Il Comune di Lanzo dovrà garantire un ambiente di lavoro sicuro, come previsto dalle direttive del Ministero della Giustizia, e assicurarsi che tutto venga fatto secondo le regole.

Un incarico di coordinamento sarà assegnato ai responsabili dei settori amministrativo, cultura e istruzione, e tecnico-lavori pubblici e patrimonio, che dovranno monitorare l’intero processo e redigere una relazione finale, perché la burocrazia non si lascia certo da parte.

Ora, veniamo a un dettaglio interessante.

Secondo la delibera, Lanzo ospiterà solo persone condannate per infrazioni al codice della strada. Quindi, dimenticatevi i crimini più gravi: si parla solamente di guida in stato di ebrezza e di guida sotto effetto di stupefacenti.

E c'è anche da dire che il lavoro di pubblica utilità non è una novità. Si tratta di una pena alternativa che sta prendendo piede in tutta Italia, soprattutto per i reati meno gravi.

C’è qualcosa di affascinante in questa scelta, che strizza l’occhio alla giustizia riparativa.

A differenza del sistema tradizionale, che punta solo alla punizione, questa visione cerca di ricucire i rapporti, di riparare i danni causati da reati minori, offrendo una seconda possibilità sia a chi ha sbagliato, sia alla comunità stessa. Chi ha infranto la legge non finisce dietro le sbarre, ma offre un contributo reale, tangibile, che può fare la differenza per la collettività.

E alla fine, non è questo il senso di giustizia?

Riconciliare e riparare, invece di punire e basta?

Un’idea che, lentamente, sta facendo breccia anche nelle piccole realtà come Lanzo Torinese, dove forse una mano tesa vale più di una punizione esemplare.

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