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Porcini al collasso: tra pioggia, muffe e lumache non resta che sperare

E se non bastassero le lumache, ci si mette anche il vento: la stagione dei porcini è a rischio

Porcini al collasso: tra pioggia, muffe e lumache non resta che sperare

Settembre è tradizionalmente il mese che segna l'inizio della stagione dei funghi porcini, attesissima da appassionati cercatori e gourmet in tutta Italia. Quest’anno, però, le speranze di una prima grande "buttata" di porcini rischiano di essere deluse dalle condizioni meteorologiche avverse che stanno investendo buona parte del Paese.

Secondo il monitoraggio di funghimagazine.it, infatti, le abbondanti piogge degli ultimi giorni hanno letteralmente frenato le prime nascite di porcini nelle zone più vocate, come il Torinese, la Valsesia e l’Insubria. In queste aree, dove inizialmente si era registrato un promettente inizio di stagione, le precipitazioni intense e continue hanno causato una vera e propria interruzione delle buttate. I boschi, già impregnati d'acqua, sono ora invasi da lumache che divorano i giovani funghi appena nati, mentre le lettiere forestali, completamente fradice, vedono proliferare muffe, alimentate dalle temperature ancora troppo alte per il periodo.

funghi

Il problema non si ferma qui. Anche in Friuli Venezia Giulia e in alcune zone del Veneto, la situazione non è migliore. La pioggia, caduta quasi ininterrottamente nelle ultime settimane, ha reso difficile la crescita dei funghi, lasciando spazio solo a poche specie come Finferli, Russule e Trombette dei morti, ma i porcini restano una rarità. Una condizione che si protrae da giorni, lasciando i cercatori a mani vuote o quasi.

L’unica nota positiva in questo quadro generale arriva dalla Liguria e dal basso Piemonte. In queste aree, a dispetto del maltempo che ha colpito gran parte del Nord Italia, le nascite di porcini non si sono mai fermate. Dalla scorsa estate, infatti, si sono susseguite buttate praticamente senza sosta. Secondo le segnalazioni dei cercatori, a partire dal mese di giugno la zona ha visto crescere funghi ininterrottamente, con nascite a diverse altitudini e su vari versanti, dando l’impressione di una "buttata senza fine".

Anche nell'area che comprende lo Spezzino, la Lunigiana, la Garfagnana e l’Appennino Tosco-Romagnolo, la situazione appare migliore rispetto ad altre regioni. Qui, grazie a piogge frequenti e abbondanti, i cercatori stanno raccogliendo porcini già da qualche settimana, con un certo ottimismo per le prossime giornate.

Nonostante le sporadiche aree fortunate, la prospettiva generale non è entusiasmante. I cercatori esperti, analizzando le previsioni meteo, stimano che non si vedranno effetti concreti delle piogge recenti prima del 18-20 settembre. Il motivo principale di questo ritardo sarebbe proprio l’interruzione delle buttate iniziali causata dall'eccesso di precipitazioni e dalle forti raffiche di vento che hanno spazzato molte regioni del Nord e del Centro Italia negli ultimi giorni. Se da un lato il vento non è necessariamente un nemico dei funghi, dall’altro, quando soffia su porcini già nati, può disidratarli, screpolandoli e impedendo la maturazione delle spore. Questo blocca ulteriori nascite e costringe le colonie fungine a ritardare il ciclo di crescita.

È una situazione paradossale: da un lato, piogge attese e desiderate per stimolare la crescita dei funghi; dall’altro, una loro eccessiva presenza che, unita al vento e alle temperature ancora troppo elevate per il periodo, ha bloccato una stagione che si prospettava positiva. Gli appassionati della cerca, quindi, dovranno armarsi di pazienza e attendere che le condizioni migliorino nelle prossime settimane, sperando che la natura riesca a ristabilire l’equilibrio necessario per una stagione di funghi porcini all’altezza delle aspettative.

In fondo, come sempre, la caccia al fungo è anche una questione di tempo, fortuna e una buona dose di ottimismo.

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