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Eporedia Futura
03 Settembre 2024 - 07:00
Vanessa Vidano e Andrea Gaudino
L’estate volge al termine sotto le Rosse Torri e la vita cittadina si appresta a tornare alla quotidianità di sempre, con le solite problematiche che non sono magicamente sparite come castelli di sabbia alla prima onda.
I recenti fatti di cronaca mostrano, infatti, una tendenza in aumento: sono sempre più all’ordine del giorno atti violenti, vandalici e criminali.
Tra baby gang, lupi solitari, risse tra ubriachi e rapinatori la nostra Città si sta lentamente scoprendo sempre meno sicura, con la preoccupazione degli Eporediesi e la cecità dell’Amministrazione.
Facciano però attenzione i Consiglieri Vidano, Gaudino e tutta l’allegra brigata del “volemose bene”: non registrare i livelli di criminalità di una favela non comporta la libertà di nascondere la testa sotto la sabbia e convincersi che vada tutto bene.
Sebbene Ivrea si sia sempre potuta dire “isola felice della sicurezza” – ancora oggi, rispetto ad altre realtà italiane – è compito dell’Amministrazione invertire questa inquietante tendenza, senza peraltro ricorrere ad allarmismi.
Il Centrodestra, in Consiglio Comunale, ha affrontato svariate volte il tema: tra le molteplici, particolarmente rilevanti sono l’interpellanza con la quale si chiedeva perché il Sindaco non avesse istituito una delega alla sicurezza e la mozione per il contrasto al fenomeno delle baby gang.
Apriti cielo.
Ogni volta abbiamo causato lo sdegno di Vanessa Vidano (Viviamo Ivrea), particolarmente insofferente alla repressione del crimine (confondendolo con il criminale, ma tant’è), le accuse di strumentalizzazione di Andrea Gaudino (Laboratorio Civico) e le rocambolesche giustificazioni di Barbara Manucci (PD), forse ben più propensa di parte della maggioranza ma costretta al voto contrario in nome dell’unità della stessa.
Sta di fatto che, nonostante le rassicurazioni della Sinistra eporediese, la situazione sta sfuggendo di mano e, pur senza doverci preoccupare come se fossimo nel Bronx, è necessario affrontare un problema dalle importantissime ricadute sull’intero tessuto socioeconomico cittadino.
E, dunque, cosa dobbiamo fare?
Innanzitutto – e già qui ci sono dei problemi – dobbiamo raggiungere la consapevolezza di avere un problema da affrontare e non nasconderci dietro a un dito. Poi, si dovrà mettere in atto una lunga serie di interventi preventivi e formativi, onde evitare un’ulteriore crescita del fenomeno.
Lo sforzo è certamente notevole ma non si può pensare di lasciare la Città nelle mani di vandali, balordi e delinquenti, dal momento che sarebbe la tragica fine di uno dei pochi grandi aspetti favorevoli rimasti alla vita eporediese: la vivibilità di una città a misura d’uomo e sicura.
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