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Il Canavesano
01 Settembre 2024 - 07:00
Giornale La Voce
Voglio iniziare raccontando un aneddoto. Qualche anno fa ero a cena con un noto imprenditore locale, una persona che stimo molto, alla quale ho visto fare di tutto per affrontare la crisi perpetua nella quale, ormai, ci dibattiamo da troppo tempo. Un uomo che viaggia molto, che spesso è all’estero a caccia delle commesse necessarie a garantire il lavoro ai suoi dipendenti. Ma, per farla breve, di quella piacevole serata, in un momento in cui stavamo chiacchierando di giornali e informazione, mi sono rimaste impresse alcune sue parole: "Sai, Paolo," mi disse, "quando sono all’estero non t’immagini quanto mi è utile La Voce. Se voglio sapere qualcosa sul governo, sugli avvenimenti mondiali o le quotazioni di borsa, le leggo ovunque, ma se voglio sapere cosa è successo in Canavese, a Ivrea, Lanzo, Rivarolo o Chivasso, devo cercare 'La Voce' sul tablet."
Parole che, dette in libertà all’interno di una piacevole chiacchierata, avevano messo in risalto, meglio di tante dotte disquisizioni, l’importanza del giornalismo locale. Di fatto, l’ultimo avamposto dove ancora c’è, perché irrinunciabile, perché indispensabile linfa vitale, il contatto con il fatto, con l’evento, con la notizia e con il lettore.
Questa è l’informazione locale, quella che molti sedicenti grandi giornalisti vorrebbero relegare a un giornalismo di serie B; quella snobbata da alcuni lettori che si beano di sapere tutto ciò che accade in Italia e nel mondo e poi non sanno cosa avviene nel paese in cui vivono o in quello vicino. L’informazione locale, a mio modesto modo di vedere, è un importante servizio, capace, più delle grandi testate giornalistiche e delle televisioni nazionali, di dare un’anima visibile al territorio. Non solo: chi legge il nostro giornale è spesso testimone dei fatti che raccontiamo e sa benissimo se ciò che scriviamo, o diciamo attraverso le nostre pagine social, corrisponde a verità.
L’informazione locale, quindi, a differenza di quella offerta dai grandi media nazionali e internazionali, sempre più ridotti a portavoce delle élite economiche e politiche che stanno ai vertici della società, risulta più che mai utile per fornire ai lettori i mezzi necessari al riconoscimento dei motivi fondamentali che li fanno sentire una comunità.
2012: convegno ad Agliè organizzato da me (Paolo Bini) sull'informazione locale con "La Voce"
Identità, Comunità e Territorio sono l’apogeo dell’informazione; dell’informazione libera e indipendente; dell’informazione che racconta la realtà a cui è legata; dell’informazione capace di creare un rapporto di osmosi che nutre tutti, il lettore e il giornale che la produce. L’informazione globalizzata pare aver scelto la via dell’intrattenimento, atta ad addormentare lo spirito critico delle persone e a ridurre gli individui a spettatori passivi a cui si può raccontare tutto e il contrario di tutto.
Gabriel Kahn, docente di giornalismo all’Università del Sud California, in un suo recente articolo titolato "Salvare il giornalismo locale per salvare la democrazia", nell’analizzare la crisi economica e di credibilità delle grandi testate giornalistiche, ha scritto: "Le acque reflue dell'informazione scorrono attraverso le stesse tubature delle acque potabili, le inquinano, le rendono velenose." Frase che dovrebbe destare molta attenzione e anche preoccupazione tra chi si occupa d’informazione a livello nazionale, a livello locale e soprattutto fra i cittadini che, sempre più vittime ignare di un bombardamento informativo senza precedenti, più atto a creare disinformazione che altro, si offrono senza l’adeguato scudo, che solo l’abituale fruizione dell’informazione locale può fornire, alla concentrazione dei media, ai conflitti d’interesse, ai Tg addomesticati, ai finti esperti e a sondaggisti e giornalisti, specialisti nel proclamare la propria autonomia quanto più praticano la più subdola faziosità.
Un conto sono le opinioni, un altro è essere faziosi. Non esiste giornalista, e spero essere umano, senza opinioni, e meno male che è così. Diversamente, anche a livello locale si assisterebbe alla stessa omologazione che ci offre il giornalismo nazionale, unicamente capace di dividersi, neanche troppo bene, per sole convenienze politiche.
Di fatto, piaccia o no, viviamo tutti all’interno di un grande “villaggio” globale dove le notizie si inseguono, si assiepano e si disperdono con straordinaria velocità. Notizie che, se mancasse l’informazione locale, ci porterebbero in casa i “grandi” temi LGBT, gli sbarchi continui di immigrati che fuggono da guerra, fame e malattie, quello che succede nei palazzi della politica romana, i grandi fatti di cronaca nera e ciò che le agenzie di stampa americane vogliono farci sapere di quel che accade nel mondo. Ma di ciò che succede sotto casa nostra, nei nostri quartieri e nei nostri comuni, chi si occupa?
E’ qui che voglio arrivare: perché l’informazione locale non entusiasma gli “intellettuali” e nemmeno i giornalisti, quelli che si considerano di serie A? Semplice: l’informazione locale è rimasta l’unica capace di gettare l’occhio oltre la siepe; l’informazione locale è l’unica capace di formare giornalisti in grado di scrivere di sport, di politica o di cronaca; l’informazione locale, pensate un po’ che sfacciata, è l’unica che si preoccupa di raccontare qualcosa della nostra storia, delle nostre origini, dei nostri usi e costumi. L’informazione locale, vi invito a fruirne e a far capire ad amici e conoscenti quanto è importante. Soprattutto, è l’unica che offre al lettore lo spaccato della società che lo circonda, quindi, è l’unica che può offrire, molto più dei Tg nazionali e delle grandi testate giornalistiche, lo spunto per ragionare, per confrontare quello che ci viene propinato come “verità” con la verità effettiva, quella che conosciamo e che solo l’informazione locale può descrivere, criticare, analizzare, valutare, approvare o difendere. L’informazione locale dà Voce al territorio che diversamente non ne avrebbe. Noi, ed altri come noi, impediamo che i territori di nostra competenza siano condannati a diventare afoni, invisibili e totalmente muti.
Il nostro servizio alla società nasce dall’amore per la nostra terra. Raccontare il territorio, le sue tante eccellenze, i suoi percorsi, le sue feste, la sua storia, la sua arte, la cronaca, la politica, lo sport e tutto ciò che vi accade, lo consideriamo una missione. Vogliamo essere donatori di Voce.
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