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Rivalba

Tartufi avanti tutta: arrivano i fondi per la produzione in Collina

La Regione stanzia 530mila euro per la difesa delle piante tartufigene e al centro del progetto ci sono le terre del torinese tra cui Rivalba, Verrua Savoia, Lauriano Po e Cavagnolo.

Tartufi avanti tutta: arrivano i fondi per la produzione in Collina

Tartufo

E' guerra ad Alba per il primato sui tartufi? Neppure per idea, ma la collina dell'oltre Po chivassese inizia a sedere al tavolo dei grandi e, soprattutto inizia ad essere presa in considerazione per ciò che riguarda la spartizione dei fondi destinati a questo settore.

Attualmente, si stima che il 25% della produzione piemontese di tartufi provenga proprio dalla provincia di Torino. Gran parte di questo raccolto è il frutto del lavoro dei "trifulau" che, con grande sorpresa, riescono a scovare tartufi non solo nei boschi collinari, ma anche sotto gli alberi dei parchi pubblici della città e lungo i viali cittadini.

La Regione Piemonte, riconoscendo il potenziale ancora inespresso del territorio, ha deciso di investire come mai prima nel settore della tartuficoltura. A testimonianza di questo impegno, è stato creato un inedito assessorato dedicato, affidato a Marco Gallo della lista Cirio. 

"Stanzieremo risorse sempre più importanti per sostenere un settore che coinvolge migliaia di persone. E non solo ad Alba: lo faremo per tutti quei territori che, secondo le mappature dell'Ipla, hanno dimostrato attitudine alla crescita spontanea del bianco pregiato, dello scorzone e del nero pregiato", ha dichiarato Gallo.

Tra le aree con maggior potenziale c'è proprio il Torinese, che con gli aiuti della Regione potrebbe arrivare a rappresentare il 40% della raccolta piemontese di tartufi.

Luca Bannò, consigliere comunale di Sciolze e membro dell'associazione Trifole&trifolè, esprime fiducia: "La vocazione e la tradizione non ci mancano. Abbiamo più di 200 associati e, nella seconda settimana di novembre, a Rivalba si tiene una fiera di rango nazionale. Ma per crescere di più abbiamo bisogno dell'aiuto delle Istituzioni".

Luca Bannò con le sue trifole

ECCO I FONDI

Gallo ha già messo sul piatto 530 mila euro, derivanti dal pagamento dei tesserini dei raccoglitori, destinati principalmente alla difesa delle piante tartufigene, con 18 euro stanziati per ogni esemplare, oltre che all'organizzazione delle fiere e alla promozione del tartufo nero. Un bando da 260 mila euro per il recupero delle tartufaie si è appena concluso, e altri ne verranno pubblicati per il sostegno alla raccolta.

Ma i "trifulau" hanno richieste precise. Bannò anticipa che ciò di cui hanno maggiormente bisogno è la difesa del patrimonio arboreo, vitale per il ciclo di crescita del tartufo: "Le querce, i cerri, i pioppi, i salici, i tigli, i noccioli. Più soldi per mantenere quelli esistenti e piantarne di nuovi significa aumentare la resa, ma è giusto che i proprietari ricevano un contributo congruo per la loro conservazione".

Bannò identifica l'area di maggiore interesse intorno a Torino, in particolare la collina che circonda Castelnuovo don Bosco, Verrua Savoia, Lauriano Po e Cavagnolo.

In nome dei suoi associati, Bannò avanza altre due richieste: l'approvazione di una legge regionale che sensibilizzi i privati a non tagliare gli alberi, vietandolo dove non strettamente necessario, e una maggiore attenzione alle nuove piantumazioni da parte del Comune di Torino. "Sappiamo che negli ultimi mesi è stata avviata un'estesa campagna di abbattimenti. Per noi sarebbe molto importante che per le nuove piantumazioni la scelta non ricadesse sui platani, ma su altre specie più vocate al tartufo".

L'assessore regionale Marco Gallo con le nuove deleghe alla tartuficoltura

L'assessore Gallo ha garantito la disponibilità della Regione a lavorare insieme agli operatori del settore: "Siamo pronti a sederci attorno a un tavolo e a ragionare su qualsiasi proposta che possa aiutare realmente il settore. È già operativa una consulta regionale per la tutela della produzione con delegati dalle province di Asti, Alessandria, Cuneo e Torino, con la quale vogliamo avere rapporti sempre più stretti e proficui".

Questa nuova attenzione al tartufo e alla sua produzione potrebbe dunque trasformare la Collina in un protagonista di primo piano del settore, rafforzando non solo l'economia locale, ma anche la tradizione e la cultura legate a questo prezioso frutto della terra.

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