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Settimo Torinese
18 Agosto 2024 - 11:45
Al bar di Elena Piastra
Ci risiamo. Ancora una volta, ci tocca assistere al solito spettacolo su Facebook, quello in cui la politica diventa una passerella virtuale, un palcoscenico in cui si mettono in scena emozioni ben confezionate, buoni sentimenti, e una spruzzatina di demagogia.
Stavolta, è la storia di un figlio, un brillante diciottenne nato a Torino, diplomato fresco fresco e in procinto di iniziare ingegneria al Politecnico, che ci viene proposta come un grande evento pubblico. Il giovane eroe, nonostante tutto il suo curriculum impeccabile, non è cittadino italiano. E la sindaca Elena Piastra (donna dei record) con un misto di orgoglio e paternalismo, ci racconta di come ha firmato una lettera che gli permetterà di chiedere quella cittadinanza che, di fatto, gli spetta di diritto. Che gesto nobile!
Ma facciamo un passo indietro e analizziamo questa performance. Sì, performance, perché di questo si tratta: un’operazione di marketing politico mascherata da post Facebook. Il post trasuda quell’aura di “guardate come sono brava e attenta ai problemi dei miei cittadini”, ma in realtà non va oltre il cliché della politica da social, dove l’apparenza conta più della sostanza.
Piastra ci dice che ha firmato delle lettere. Bene. E poi? Cosa ha fatto realmente, concretamente, per affrontare il problema?
Ha organizzato una campagna per sensibilizzare l’opinione pubblica? Ha fatto pressione sui parlamentari del suo partito affinché si impegnino seriamente per lo ius scholae?
Ce l'ha un "consigliere comunale straniero", eletto solo dagli stranieri, in consiglio comunale? Si è mai preoccupata di istituire una consulta per gli stranieri? Molti Comuni su questo fronte sono davvero molto più avanti di lei, ad esempio Ivrea.
No, Sindaca. Lei ha semplicemente firmato una lettera che è quel che fanno tantissimi sindaci in Italia.
Un gesto simbolico, certo, ma che resta lì, nell’ambito delle parole e delle buone intenzioni.
Le piace dipingersi come una che agisce, che fa politica. Ma la realtà è che, a parte i post su Facebook, il suo “fare” si riduce spesso a poco più di niente. E la si vede inaugurare 3 volte un parco che è ancora chiuso. La si vede andare in giro per cantieri. Non una parola sul degrado che affligge la città e i cittadini. Sorda. Una sindaca "sorda"!.
La sua pagina social è a tutti gli effetti una sorta di bar virtuale, dove ogni giorno si discute di tutto e di niente, dove si fanno proclami, si esprimono opinioni, ma alla fine dei conti non si decide nulla.
La verità, cara Sindaca, è che lei non lavora più al bar, non è più solo una cittadina qualunque che può permettersi di fare chiacchiere senza conseguenze. Lei è una Sindaca, eletta per agire, per prendere decisioni, per risolvere i problemi, non per limitarsi a commentarli come farebbe qualsiasi cliente.
Quindi, mentre lei continua a raccontarci storie edificanti e a riempire il suo feed di post su quanto è vicina ai problemi dei suoi cittadini, la realtà resta sempre la stessa: parole tante, fatti pochi. Insomma la solita storia del "racconto non raccontato..." di cui parliamo da settimane.
Ecco, Sindaca, il problema non è solo quello che dice, ma soprattutto quello che non fa... e sono sempre di più i suoi concittadini che cominciano a rendersi conto del grande vuoto d'azione dietro a questi post ben confezionati e ai suoi sorrisi accattivanti...
Il Comune di Settimo Torinese ha approvato un ordine del giorno a favore dello Ius Scholae il 21 luglio 2022 manifestando il sostegno del Comune alla proposta di legge nazionale che consentirebbe ai minori stranieri di ottenere la cittadinanza italiana dopo aver completato un ciclo scolastico nel Paese. L'obiettivo dell'ordine del giorno era di sensibilizzare il Parlamento italiano sulla necessità di riformare le norme sulla cittadinanza.
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