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Il caso

"La strada va riaperta ai turisti!": polemiche in Canavese

Se ne è discusso anche in Consiglio comunale. La diatriba riguarda Comune ed Iren

Montagna

Strada di montagna (foto creata con IA)

Potrebbe essere l’idea vincente quella di un consorzio a tre (Iren, Parco del Gran Paradiso, Comune di Locana) per gestire la strada di Telessio?  

E’ la soluzione ipotizzata dal capogruppo dell’opposizione di Locana Giovanni Bruno Mattiet nel corso della seduta di Consiglio del 31 luglio, durante il confronto  sull’interrogazione presentata dal suo gruppo.

La strada in questione  è quella che risale tortuosamente da Rosone il vallone di Piantonetto concludendosi ai piedi della diga costruita a 1.900 metri di altezza e di proprietà dell’IREN.

Tanto è affascinante il paesaggio quanto tormentato il tracciato, soprattutto nella parte in quota.

Tanto è importante questa via di comunicazione (per la manutenzione degli impianti idroelettrici e per il turismo) quanto soggetta a frane e smottamenti.

Soprattutto, però, si pone un problema che non è tecnico o finanziario ma giuridico: il tratto inferiore è di proprietà del Comune, quello superiore dell’IREN.

Giovanni Bruno Mattiet

Dopo decenni di libero transito nei mesi estivi, anni fa erano comparsi dei cartelli con il divieto di accesso per tutti i veicoli non autorizzati.

Chi arrivava fin lì sapendo che il passaggio era sempre stato consentito rimaneva stupito e chiedeva lumi alle persone del posto - se aveva la fortuna di incontrarne qualcuna – sentendosi rispondere che sì la strada era privata ma che la percorrevano tutti.

Da tre anni di dubbi non è più possibile averne perché dove inizia il tratto dell’IREN è stata collocata una sbarra.

Subito dopo le elezioni amministrative di inizio giugno il gruppo di minoranza guidato da Giovanni Bruno Mattiet (già primo cittadino per quindici anni dal 2004 al 2019) aveva presentato un’interrogazione comprendente in realtà due questioni distinte. Da un  lato si segnalavano le cattive condizioni del tratto di proprietà comunale  e la conseguente necessità di intervenire con lavori di manutenzione e messa insicurezza; dall’altro si chiedeva al sindaco quali azioni avesse “intrapreso in questi anni con IREN Energia per mantenere aperta la strada” e lo si esortava a sollecitare la società a “metterla in sicurezza ed a rimuovere la sbarra”.

La minoranza propone un consorzio fra Comune,
Iren ed Ente Parco Gran Paradiso 

L’esame dell’interrogazione non è iniziata nel migliore dei modi visto che alla domanda di Bruno Mattiet “La posso illustrare?” il sindaco Mauro Peruzzo ha risposto picche: “No, lo faccio io altrimenti non la finiamo più” ed ha anche aggiunto: “Dopo quello che è successo a  fine giugno, forse non l’avresti più presentata”.

Il riferimento era ai danni che il maltempo aveva provocato nel tratto dell’IREN dalle piogge mentre mesi prima era stato quello del Comune ad essere colpito.

Il seguito della discussione è però stato più costruttivo. Peruzzo ha spiegato come l’amministrazione fosse intervenuta con estrema urgenza per la messa in sicurezza ed incaricando la ditta Della Gasperina (con  sede a Locana e molto quotata nel suo campo) di imbrigliare i massi e mettere in sicurezza la carreggiata.

Mauro Peruzzo Cornetto

Anche l’IREN comunque era intervenuta tempestivamente ed aveva provveduto ad una pista per consentire ad un  margaro di salire all’alpeggio con il bestiame. Su questa parte dell’interrogazione in effetti Bruno Mattiet si è dichiarato "Soddisfatto" pur ribattendo che l’avrebbe presentata comunque anche dopo i danni provocati dal maltempo.

La nota dolente è il resto: “Se la strada non viene riaperta, il danno economico e di immagine per il vallone di Piantonetto sarà pesante. Il Rifugio Pontese sarà costretto a chiudere e così il Climapark”.

Il Climapark è il centro di esposizione didattica dedicato a clima e ghiacciai, creato accanto alla diga di Telessio per iniziativa dell’ex-primo cittadino ed aperto nel 2022 grazie ad ingenti finanziamenti pubblici.

Il vicesindaco Mauro Guglielmetti ha spiegato: “Lo scorso anno avevamo trovato un compromesso che non condividevo: avevano tolto il lucchetto lasciando la sbarra al suo posto. Una cosa del genere  non serve a niente!”.

In effetti è difficile immaginare che un automobilista scenda, sposti la sbarra e proceda salvo si tratti di un individuo del tutto privo di scrupoli o di uno che conosce la situazione. Anche il solo cartello però costituiva e costituirebbe ancora un problema. “Non toglie responsabilità all’IREN – ha dichiarato Bruno Mattiet - ma blocca i turisti. L’italiano, abituato ad infrangere le regole, passa lo stesso; lo straniero torna indietro”.

"Con l’IREN – ha precisato Guglielmetti – abbiamo avuto diversi incontri ma non è facile trovare  una soluzione. Se qualcuno ha delle idee, ben vengano!". A quanto si è capito, la società sarebbe disponibile  a cedere la proprietà della strada così il peso ingente della manutenzione ricadrebbe sul Comune di Locana. “Non potremmo più fare nient’altro, tutte le nostre risorse finirebbero lì” – ha commentato il sindaco. Anche Bruno Mattiet  la pensa allo stesso modo: “Vogliono sbolognarcela… Se mi metto nei panni dei dirigenti IREN, su quella strada non vorrei far passare nessuno oppure vorrei cederla; se mi metto in quelli del sindaco, credo che sarebbe una bella palla al piede. Una soluzione però bisogna trovarla: occorre uno sforzo di fantasia”.

Una qualità che  a lui – bisogna riconoscerlo – non ha mai fatto difetto. Ecco pertanto il suo suggerimento: “Mettiamoci insieme, Comune, IREN, Ente Parco ed insieme gestiamo la strada! Ne trarremo tutti vantaggio”.

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