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Borgofranco d'Ivrea
12 Luglio 2024 - 11:26
I lavori lungo la Sp 73
Sono passati due giorni dall'apertura della strada provinciale che collega il Canavese al Biellese. Un'apertura attesa con ansia da chi ogni giorno si è trovato a dover allungare il proprio tragitto di ben dieci chilometri a causa di quell'interruzione lungo la provinciale 73.
E non parliamo solo di chi deve andare verso il Biellese, ma degli abitanti stessi di frazione Biò che vivono dall'altra parte del punto in cui è caduta la frana. Una borgata tagliata in due in cui anche solo portare i bambini a scuola era diventato un disagio.
Nel pomeriggio di mercoledì 10 luglio la strada è stata riaperta a senso unico alternato. Un semaforo regola il passaggio delle auto all'altezza del cantiere. E' stato inoltre introdotto il limite di velocità di 30 chilometri orari.
Ma il pericolo che la strada possa richiudere è più che mai vivo. Il muro di contenimento è stato ricostruito in tempi record da Città Metropolitana, ma la frana che incombe sulla frazione non è ancora stata messa in sicurezza tant'è che le due villette ai piedi del cono della frana non sono state restituite ai proprietari, due famiglie che da due mesi non possono tornare nelle proprie abitazioni a causa di un pericolo ancora vivo.
L'intervento per riaprire la strada è stato classificato da Città Metropolitana come di "somma urgenza", ma non è risolutivo. E' solo il primo passa di un'opera ben più vasta che porterà alla messa in sicurezza del tersante a rischio frana.
A preoccupare è il meteo e le violente piogge che si stanno abbattendo sul territorio: "In caso di piogge intense e persistenti - avvisa Città Metropolitana - il versante sarà sottoposto a verifiche e nel caso in cui venga a mancare l’efficacia dei presidi messi in atto, verrà sospeso il transito a tutti gli utenti".
La strada, però, potrebbe anche tornare ad essere chiusa per motivi diversi, come la riapertura del cantiere per la realizzazione delle restanti opere di messa in sicurezza: "L'eventuale chiusura potrà inoltre essere messa in atto durante le successive fasi di sistemazione definitiva del dissesto" sottolinea Città Metropolitana.
L'interruzione della provinciale 73 è avvenuta la sera del 16 maggio, quando un tratto della montagna è franato, causando il crollo del muro di contenimento della strada. Fortunatamente, la strada era già stata chiusa dieci giorni prima grazie alla segnalazione tempestiva di un automobilista che aveva notato segni premonitori di cedimento.
Il cantiere è situato nei pressi della frazione Biò a Borgofranco d’Ivrea. L'intervento riguarda la messa in sicurezza del punto di convergenza tra la Strada Provinciale 73 della Serra e la 74 di Chiaverano. Il costo complessivo dell'operazione, approvato dal Consiglio metropolitano il 13 giugno, ammonta a 205.000 euro.
Il progetto includeva la realizzazione di un nuovo rilevato destinato a proteggere il piede del versante e la sede stradale da eventuali nuovi scivolamenti di materiale. Il terreno è stato posizionato dietro al rilevato, insieme a un muro, per garantire ulteriore protezione alla carreggiata. Nei giorni scorsi, è stato costruito un canale di gronda per la raccolta e lo smaltimento delle acque provenienti dal versante soprastante e riprofilata la nicchia di distacco della frana.
La riapertura della strada rappresenta un passo fondamentale per il ripristino della normalità nella zona. Questo intervento è stato accolto con sollievo dalle comunità locali, che vedono in questa arteria un collegamento vitale per il traffico quotidiano e le attività economiche della regione.
"Dieci chilometri in meno al giorno!" commenta con soddisfazione una donna di Settimo Vittone che lavora a Biella. "Una sola corsia e semaforo all'altezza di Frazione Biò. Una sola corsia e semaforo in galleria, ma 10 km in meno!".
Non è la prima frana qui a Borgofranco. Il pensiero va al 1994, quando una frana travolse la borgata Paratore e quelle case vennero dichiarate inagibili, tanto che le ruspe dovettero abbatterle cancellando in un solo colpo una delle frazioni più antiche del paese.
Uno dei residenti, Silvia Zilli, fece causa al Comune vincendola in tutti e tre i gradi di giudizio e ora il Comune di Borgofranco le deve circa 700mila euro.
"In quell'occasione feci tutto il necessario muovendomi sotto le indicazioni del prefetto della ricostruzione - racconta Fausto Francisca che all'epoca era stato appena eletto sindaco. Io da ufficiale di governo ho seguito quel che mi diceva di fare lo Stato. Eppure la Zilli ci ha contestato proprio quelle cose e il Comune è stato condannato. Non mi va bene, ma è così".
La casa di Borgata Paratore ristrutturata da Silvia Zilli e suo marito Flavip Bonardo
La frana travolse la casa e tutta la borgata arrivando fino in paese
Prima ancora, un'altra frana aveva colpito il paese.
"Borgofranco è zona di frane per una questione geologica - spiega il sindaco Fausto Francisca -. Noi siamo sulla linea di faglia tra Africa ed Europa. Nel 1666, tutta la borgata di Biò è stata cancellata. Si contavano i morti. E a riportarlo è l'archivio dei Savoia. Peccato che poi la memoria storica svanisca e che si sia ripreso a costruire proprio lì. Siamo nello stesso delta di frana di oggi".
"In tempi più recenti se ne ricorda un'altra.Era il 1944quando i miei genitori che arrivavano da Scarmagno e avevano costruito vicino alla scuola di Biò persero la casa in quella frana che portò via 7/8 case tutte in fregio al torrente Rio Loriale e Rio dei Mulini - racconta il sindaco -. Dopo 50 anni molta gente ha ricostruito le case nello stesso punto. Nel novembre del 1994 ci fu l'alluvione in seguito alla quale abbiamo dovuto ricollocare sette abitazioni. A febbraio il piano regolatore di Borgofranco era già stato cambiato ed alcune zone erano state classificate con il divieto di aumento del "carico antropico" mettendo dei limiti allo sviluppo di alcune zone. Parliamo delle frazioni di Biò, Baio e San Germano".
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