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Cuorgnè

E' ufficiale: la villa confiscata al boss in Canavese ha dei nuovi gestori

Diventerà un polo di aggregazione per la comunità

Canavese

La firma dell'assegnazione della sindaca di Cuorgnè Giovanna Cresto

Finalmente, dopo tanta fatica, si è arrivati al dunque. Poche settimane fa la notizia che la villa confiscata al boss della ‘Ndrangheta Giovanni Iaria aveva trovato un gestore per il progetto <Dopo di Noi> messo a punto dal Comune di Cuorgnè; venerdì 5 luglio la conferenza-stampa di presentazione.

Nella vecchia sala consiliare si sono riuniti gli esponenti dell’amministrazione comunale e dell’Associazione “Mastropietro” (che avrà in gestione la struttura e concretizzerà il progetto), l’assessore regionale alle Politiche Sociali Maurizio Marrone, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine (Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza) e dell’Agenzia per i Beni Confiscati (la dottoressa Paola Spagnolo in luogo della dirigente Simona Ronchi impossibilitata ad intervenire).

Fra il pubblico erano seduti i rappresentanti dell’ASL e del CISS 38 e, naturalmente, numerosi attivisti di LIBERA, l’associazione creata quasi trent’anni fa da don Luigi Ciotti e che si è attivamente impegnata per far sì che il bene confiscato potesse trovare una degna destinazione.

Senza che lo si sapesse o senza che lo si volesse sapere, la mafia si era infiltrata a tutti i livelli nel  nostro territorio

ll sindaco Giovanna Cresto ha parlato di “una vittoria della collettività. Non è stato facile arrivare a questo punto!”. Ha ricordato come, nel giugno 2011, Cuorgnè avesse scoperto attraverso l’Operazione Minotauro che “senza che lo si sapesse o senza che lo si volesse sapere, la mafia si era infiltrata a tutti i livelli nel  nostro territorio” e di come, dieci anni più tardi, al Comune fosse stato chiesto di esprimere una <manifestazione d’interesse> nei confronti dei beni confiscati. La prima risposta fu negativa e provocò  “un grande clamore mediatico. Mi è stato chiesto tante volte se ci fossimo pentiti di quella scelta: la risposta è No. Eravamo appena entrati in carica, non avevamo contezza delle risorse disponibili e dei progetti già avviati dalla precedente amministrazione. Chiedere l’assegnazione senza avere un progetto sarebbe stato inutile e controproducente perché questi beni vanno acquisiti per utilizzarli”.

Poi l’inversione di rotta, dopo aver ottenuto il sostegno delle istituzioni. “Grande aiuto abbiamo avuto dalla Prefettura (in particolare dalla dottoressa Stallone), dall’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati, dai Carabinieri che ci hanno accompagnati tantissime volte nei sopralluoghi (quanti ne abbiamo fatti!) e dalla Regione, che ha messo a disposizione 50.000 euro per la ristrutturazione. Chiaramente non basteranno e sarà un’impresa titanica ma questo la Mastropietro lo sa”. Un ringraziamento particolare il sindaco lo ha rivolto agli uffici comunali ed all’assessore alle Politiche Sociali Elisa Troglia. Quest’ultima ha precisato:  “Abbiamo bussato a tante porte: alcune le abbiamo trovate aperte, altre erano semichiuse e si sono aperte in seguito. Abbiamo dovuto affrontare un conflitto fra i nostri valori  e le difficoltà pratiche: se le abbiamo superate ed oggi siamo qui è stato grazie ad un lavoro di rete fra soggetti pubblici ed associazioni del Terzo Settore. Ne abbiamo incontrate tante, accogliendo i loro suggerimenti e cambiando alcune clausole del bando per renderlo più fattibile.  Nessun ente ci ha detto che le difficoltà fossero legate al progetto del <Dopo di Noi> in sé stesso”.  Il problema erano gli ingenti lavori da effettuare sulla struttura e la difficoltà ad ottenere i finanziamenti. L’assessore si è commossa nel sottolineare che “Lavorando nel Sociale e con i disabili, conosco benissimo le loro difficoltà e quelle delle loro famiglie” ed ha concluso sottolineando come  “senza il Terzo Settore, la lotta alla criminalità sarebbe più difficile”.

La conferenza stampa di assegnazione della villa confiscata

Anche secondo Marrone “In questa vicenda ha vinto la perseveranza! E’ un bel messaggio che mandiamo. Spesso la mafia prevale perché riesce ad offrire un’immagine di maggior efficienza rispetto alle istituzioni, non dovendo sottostare e regole e vincoli . Riutilizzare un bene appartenuto ad un’organizzazione criminale per finalità sociali (e il <Dopo di Noi> è la frontiera più avanzata nel campo della disabilità) è una doppia vittoria”.

Una firma simbolica del sindaco e del presidente della Mastropietro Egidio Costanza ha suggellato l’affidamento della villa confiscata.

Diventerà un polo di aggregazione per la comunità

Nel progetto messo a punto dalla Mastropietro colpisce in modo particolare la volontà di trasformare l’ex-villa del boss in un luogo aperto alla cittadinanza, mettendo insieme il sostegno alle persone fragili e lo stimolo alla socialità.

Intento tanto più importante in quanto la zona  è quella delle case popolari, un quartiere nato negli Anni Settanta per offrire alloggi confortevoli soprattutto agli immigrati arrivati dal Sud ma visto a lungo sia da chi vi abitava che dal resto dei cuorgnatesi come un pezzo di città a sé stante. Col passare dei decenni la situazione è molto cambiata ma i problemi non sono scomparsi. Creare in questo quartiere un punto di aggregazione per l’intera collettività e farlo all’interno di una proprietà confiscata alle mafie è davvero un’ottima idea.

La villa confiscata a Iaria a Cuorgnè

Costanza ha ricordato: “Da 40 anni lavoriamo sul territorio, occupandoci di tossicodipendenza e di malati psichiatrici, poi di migranti, di disabilità, in ultimo anche dell’emergenza abitativa. Questo progetto costituisce per noi un  impegno importante. Come parte di LIBERA non potevamo farci sfuggire l’occasione: era quasi un atto dovuto”.

Andrea Contratto ha aggiunto: “Le due anime dell’ultimo bando sono quelle che ci hanno fatto decidere. Quell’edificio e quel terreno sono un bene che appartiene a Cuorgnè  e a tutto il territorio: dobbiamo evitare che restino isolati, separati dal quartiere di cui fanno parte. Il grande parco accanto alla villa deve diventare uno spazio importante, coinvolgendo l’intera città”. E’ proprio dal parco che si dovrà cominciare: oltre a ripulirlo da rovi ed erbacce “sarà necessario disboscare le piante cresciute a ridosso dell’edificio, che ci impediscono di verificare le reali condizioni del tetto. Il Progetto Esecutivo sarà pronto a breve, entro l’anno contiamo di portare a termine questa prima fase dei lavori per poi passare all’edificio rendendolo abitabile la più presto: gli spazi interni sono enormi ma per fortuna facilmente adattabili alle nuove esigenze”.

L’assessore Troglia ha aggiunto: “Vogliamo coinvolgere le scuole. Ci piacerebbe portare lì gli studenti il prossimo 21 marzo, nel giorno dedicato alle Vittime Innocenti delle Mafie”.

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