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07 Luglio 2024 - 07:00
Nella bella Settimo, nella felice Settimo, nella città più soddisfatta d’Italia della propria amministrazione comunale e della propria sindaca, succede che, a pochi passi dal Municipio c’è una storia da raccontare di solitudine e sofferenza.
Protagonista è un uomo, Alberto Marino, segnato dalla malattia e dalla malasorte, che vive da mesi in un garage, senza un bagno, senza il riscaldamento, senza nulla. Mangia panini e la fa dove può …. Come unico compagno: un gatto.
Un trapianto di fegato ha segnato la sua esistenza, lasciandolo con una salute fragile e la necessità di cure costanti. Ma la vita gli ha riservato un altro colpo basso: la perdita della casa e la conseguente discesa in un baratro di precarietà.
Il Centro Fenoglio, gestito dalla Croce Rossa, avrebbe messo a disposizione un letto, ma lui sogna una stanza solo per sé e per il suo gatto, un luogo dove potersi sentire al sicuro, dove coltivare un po' di intimità e di speranza.
Una richiesta che sembra essere caduta nel vuoto. La politica si gira dall'altra parte e i cittadini, presi dalle proprie vite frenetiche, non sembrano accorgersi di lui. Anzi, c'è chi ha trovato il tempo e la crudeltà di denunciarlo per occupazione abusiva.
La domanda che ci dobbiamo porre tutti è come sia possibile che, nel XXI secolo, un uomo malato e il suo gatto siano costretti a vivere in queste condizioni?
Ma anche come sia possibile che la solidarietà e l'empatia siano diventate sentimenti così rari da non trovare spazio nel cuore di chi amministra la città?
La storia di quest'uomo è un pugno allo stomaco che ci costringe a riflettere su quanto sia fragile la nostra esistenza e su come, in un attimo, ci si possa ritrovare catapultati ai margini della società.
In mezzo a tanta indifferenza, una piccola luce di speranza c’è sempre e noi non gli volteremo le spalle.
La sua battaglia sarà la nostra battaglia. Una battaglia per la dignità, per il diritto di vivere una vita decente, per la speranza di un futuro migliore. Una battaglia che non possiamo permetterci di perdere.
Perché nessuno, nessuno mai, dovrebbe essere condannato a vivere in un garage, con un gatto come unico compagno, invisibile agli occhi di una società che ha dimenticato il valore della solidarietà e dell'empatia.
Commenti all'articolo
rosacatenaccio
07 Luglio 2024 - 12:34
La vostra battaglia sarà anche la mia come semplice cittadina che non può permettere che la solidarietà diventa un contenitore di semplici parole ma deve essere una presa di coscienza costante e fatta con rispetto .invito tutti a pensare a chi è più fragile ed a rendersi disponibile anche con semplici gesti non occorre essere supereroi ma solo persone con saldi principi nel cuore
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