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Il caso
03 Luglio 2024 - 19:02
Tutti contro il nuovo sentiero (o strada?) nel Vallone di Sea a Groscavallo? Parrebbe proprio di sì. E, adesso, sulla piattaforma online change.org è addirittura comparsa una petizione per cercare di bloccare il progetto, che in nemmeno una settimana è riuscita a raccogliere oltre 1100 adesioni. Non male, se si considera che Groscavallo conta sì e no 200 abitanti.
Della questione ne avevamo parlato circa un mese fa, poco prima delle elezioni, quando nelle Valli di Lanzo e non solo si era sollevato un coro di protesta contro la progettazione (proposta dall’amministrazione comunale allora uscente e nuovamente confermata dopo la tornata elettorale, che vede alla guida di Palazzo Civico il sindaco Giuseppe Giacomelli) di un nuovo sentiero nel Vallone di Sea, in frazione Forno Alpi Graie nel comune, appunto, di Groscavallo.
Stiamo parlando, come in molti lo hanno definito, di un “angolo di paradiso” aspro e incontaminato, posto a 1219 metri di quota e al confine tra due perle del territorio, una italiana (Il Parco Nazionale del Gran Paradiso) e una francese (il Parc National de la Vanoise).
A turbare gli animi di residenti e non era stata una delibera comparsa sull’albo pretorio del Comune, documento in cui si parlava del progetto di realizzazione di un nuovo tracciato che garantisse l’accesso al Vallone, che verrebbe costruito sfruttando i fondi per le “Aree Interne” destinati alle infrastrutture per le zone di alpeggio.
Una decisione immediatamente seguita dal coro: “il paesaggio verrà rovinato”.
A sollevare perplessità sul progetto sono stati in tantissimi, dalla minoranza locale, al CAI e addirittura l’onorevole Mauro Berruto. “Ci sono diverse criticità, come il fatto che l’intera area è sottoposta a vincolo di tutela paesaggistico-ambientale. Verrebbe quindi distrutto un contesto di pregio e di interesse pubblico che potrebbe essere viceversa valorizzato in funzione del turismo outdoor. Senza contare che l’area oggetto di intervento è sottoposta a vincolo idrogeologico” spiegava nel documento Berruto. E a fargli eco arrivava anche la minoranza groscavallese guidata dal consigliere Giuseppe Rapelli: “Al momento non sappiamo neanche se hanno avuto tutte le autorizzazioni del caso. Il progetto, così come descritto in breve, risulta contraddittorio. Basti pensare che nel comunicato pubblicato sul sito internet istituzionale del Comune il sindaco parla di “sentiero”, mentre nell’albo pretorio si descrive una pista di 2,5 metri di larghezza: non è la stessa cosa”.
La petizione lanciata sulla piattaforma Change.org
A nulla erano serviti il comunicato stampa dell’amministrazione comunale e le dichiarazioni del Sindaco Giacomelli: “Non c’è una messa in sicurezza di quel versante e fin da subito avevamo sconsigliato a tutti il transito in quelle zone a causa dell’elevata pericolosità di crollo e frana di massi. Quello che andremmo a fare è semplicemente spostare il sentiero per risistemarlo dove passava prima del 1970, dato che la sua ubicazione era stata rivista con la costruzione dell’acquedotto generale delle Valli di Lanzo” affermava il primo cittadino.
E a tornare sulla questione in questi giorni è stata l’ATA (Associazione Tutela Ambiente di Ciriè), firmataria della petizione online. “Il Vallone di Sea è di nuovo in pericolo. Il Comune di Groscavallo e l’Unione Montana Alpi Graie sono in procinto di far partire i lavori di sbancamento per costruire un’inutile strada larga ben 2,5m che distruggerebbe per sempre uno dei valloni più belli e selvaggi delle nostre Alpi - spiegano - Un progetto assurdo per i rischi idrogeologici presenti, devastante per un ambiente sottoposto a vincolo paesaggistico e custode di specie arboree protette , costoso per la manutenzione che dovrà essere fatta e soprattutto senza un reale ritorno economico, in quanto volto a raggiungere un alpeggio con un pascolo pressoché assente e senza un progetto di riqualificazione”. A corredo di queste dichiarazioni, ATA ha allegato il comunicato stampa del Comune (in cui si parla dell’ampliamento dell’offerta escursionistica del Vallone grazie anche al nuovo tracciato) e la risposta del Gruppo Valli di Lanzo in Verticale, ennesimo attore schieratosi contro al progetto, che in totale verrebbe a costare oltre i 105mila euro.
Insomma, i “no” relativi al nuovo sentiero continuano ad accumularsi e la polemica sul Vallone di Sea al momento pare essere ben lontana da una conclusione.
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