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Ivrea
22 Giugno 2024 - 18:58
"Mi chiamo Eleonora Binando. Ho subito abusi dal mio ex maestro di canto per molti anni, troppi. Da quando ne avevo tredici. Mi sono sempre tenuta tutto dentro. Mi sono rifugiata nella malattia per sopravvivere ai ricordi. L'anoressia mi ha portata vicino al punto di morire. Oggi voglio parlare, con il mio nome. Voglio che si veda la mia faccia. Lo voglio fare per aiutare le altre. Per quelle che hanno subito violenza sessuale. Per quelle che come me lottano contro l'anoressia. A loro dico, denunciate. Parlate subito. Non tenete le cose. Quello che tieni diventa malattia. Prima vi aprite, più probabilità avete di guarire. Denunciate. La giustizia è lenta. Ma c'è" .
Eleonora Binando, 33 anni, in un'intervista al quotidiano La Stampa, ha deciso di svuotare il sacco, di metterci la faccia, di parlare pubblicamente della sua esperienza per dare coraggio e forza ad altre vittime di abusi sessuali e disturbi alimentari.
Eleonora parla dal letto del reparto di psichiatria dell'ospedale di Ivrea dove è ricoverata da due mesi e mezzo. Le ultime settimane sono state particolarmente difficili: ha perso peso nuovamente e non riesce ad alzarsi dal letto.
Ha trovato la forza di parlare dopo aver appreso che Mauro Ginestrone, l'uomo che l'aveva abusata, è stato condannato a 5 anni di carcere per violenza sessuale. Ginestrone, ex tenore del coro del teatro Regio di Torino, ha sempre negato le accuse, sostenendo che una grave psoriasi gli impediva di avere rapporti sessuali .
Un Inizio di Speranza e Coraggio
Eleonora ha incontrato Ginestrone alla fine della quinta elementare, quando era nelle voci bianche e lui era il suo maestro di canto. "Io l'ho conosciuto alla fine della quinta elementare. Ero nelle voci bianche. Lui era il mio maestro a scuola. Aveva 33 anni più di me. Quando ne avevo tredici propose a mia mamma di farmi seguire un corso di teatro individuale. Mi dava lezioni ogni domenica mattina nel suo studio, che è sotto casa sua. Ha iniziato con qualcosa che sembrava un gioco. Voleva che gli passassi il chewing gum nella bocca. Poi ha fatto il resto" .
Gli abusi subiti hanno avuto un impatto devastante sulla vita di Eleonora, portandola a sviluppare un grave disturbo alimentare. "Sono malata da vent'anni, oggi ne ho 33. Soffro di anoressia da quando ho 15 anni. È successo dopo le prime violenze. Mangiavo e vomitavo. Perché dentro mi sentivo sporca. Così mi liberavo" .
La prima persona a cui Eleonora ha rivelato il suo segreto è stata la madre, quando era in fin di vita all'ospedale delle Molinette. "Mamma, ti devo spiegare il perché della mia malattia. Ma è un segreto talmente pesante che dovrai conservarlo per tutta la vita".
Mesi dopo, durante un viaggio in auto, Eleonora ha continuato il suo racconto: "Mamma ma tu lo sai come lavora Mauro? Lo sai che usa il sesso con le persone a cui insegna?" .
Nel 2018, la decisione di denunciare quell'uomo dopo aver saputo che stava per organizzare un nuovo coro per ragazze. "Ero in ospedale, messa molto male. Avevo saputo che lui stava per organizzare un nuovo coro per ragazze. Maggiorenni, certo, ma femmine. Ho pensato che avrebbe fatto a loro quello che aveva fatto a me. Ho chiesto alla mia psicologa di aiutarmi ad alzarmi dal letto e di accompagnarmi in caserma. L'ha fatto. Ero sempre stata in silenzio. Ma non potevo stare più zitta" .
Ginestrone ha sempre respinto le accuse, affermando di essere innocente e di non poter avere rapporti sessuali a causa di una grave psoriasi. Tuttavia, la pm Elena Parato non gli ha mai creduto, chiedendo una pena di otto anni e ottenendone cinque. Per la Procura, l'anoressia di Eleonora è una conseguenza diretta delle violenze subite .
Durante il processo, il consulente della difesa ha cercato di dimostrare che non c'era alcun legame tra le presunte violenze e l'anoressia di Eleonora. Ma il tribunale di Ivrea, presieduto da Stefania Cugge, ha stabilito la colpevolezza di Ginestrone, condannandolo a cinque anni di reclusione .
Un Messaggio di Speranza
Nonostante la lunga battaglia contro la malattia e il dolore del passato, Eleonora continua a lottare con determinazione. "Quando inizi a parlare, quando racconti la tua storia, il peso non è più solo tuo. Lo condividi. Allora pesa meno. So che forse non guarirò mai del tutto. Ma posso arrivare a vivere in condizioni migliori. Finendo di studiare, viaggiando. Voglio una vita migliore" .
L'avvocata Giusi Paragano, che ha seguito il caso di Eleonora, spera che la sua storia possa infondere coraggio a tutte le ragazze che hanno subito abusi. "Speriamo - dice a La Stampa - che la sua storia serva a infondere coraggio a tutte le ragazze che hanno subito abusi. Denunciare è la strada giusta" .
Eleonora conclude con un messaggio potente: "Se parli il tuo fardello diventa più leggero. Dentro di me resteranno cicatrici. Non più ferite" .
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