AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
22 Giugno 2024 - 12:53
"Sale l’attesa per l’arrivo del Pride in città”. Nemmeno una settimana fa cominciavamo così il nostro racconto per l’evento organizzato dal collettivo Provincia.Lotta e che andrà in scena a Ciriè sabato 29 giugno.
L’appuntamento per “Frociriè” (questo il titolo della manifestazione) è fissato per le 15:30 in Corso Martiri della Libertà, dove si svolgeranno attività, musica, balli e interventi che daranno voce a tutte le persone che non si sentono rappresentate e che vogliono rivendicare la propria esistenza in una società “spesso oppressiva e discriminante”.
“Veniamo dai margini, dall’invisibilità, dalla disoccupazione, dal lavoro povero, dal disagio psicologico. Collettivizziamo la nostra rabbia e la trasformiamo in prospettive e pratiche per il futuro”, si legge in un post su Instagram di Provincia.Lotta.
E, a qualche giorno di distanza dall’evento, noi torniamo nuovamente sull’argomento Pride per raccontare un po’ quella che è l’atmosfera che si respira in attesa di “Frociriè”.
E sì, perché dopo il primo articolo che avevamo pubblicato (sia su carta che sul nostro sito web) i commenti degli abitanti della Città dei D’Oria in riferimento alla notizia sono stati moltissimi, tra chi attende con ansia il passaggio della sfilata LGBT+ per le vie locali e chi, invece, ha altri pensieri. Tolti alcuni commenti che Facebook e Meta hanno censurato autonomamente perché “ritenuti offensivi” (che non siamo stati in grado di leggere e su cui di conseguenza non possiamo esprimere un giudizio), il fulcro dei “dubbi” si sono concentrati su un argomento fuori dal comune: il titolo scelto per la manifestazione.
“Frociriè non si può leggere. Il nome è veramente scandaloso”, “Se l’hanno chiamato Pride perché cambiare nome? ”, “ho chiesto un po’ in giro e mi hanno detto che vogliono riecheggiare le parole denigratorie che ha usato il Papa nei confronti della comunità lgbt”, “Concordo di preferire anch’io il nome tradizionale, questo sa di auto-denigrazione, opposta all’orgoglio”, “se loro si chiamano così va bene, ma se glielo dicono gli altri no”.
Questi, solo alcuni dei tanti commenti sotto al nostro post. Tra tutti i racconti, poi, c’è anche chi afferma di essere stato “preso in giro” a lavoro per il nome della manifestazione.
Sono stati molti i commenti sotto al nostro post condiviso sui social
A onor del vero, non tutti i residenti ciriacesi si sono lamentati del titolo dell’evento: “non vedo l’ora, 29 giugno. Ci saremo” dice qualcuno, e altri rincarano “Grazie a Provincialotta si risveglia un po’ Ciriè. Non è per niente scontato che una provincia non sia solo un dormitorio o una città di conservatori, fortunatamente le nuove generazioni danno una bella boccata d’aria al Ciriacese”.
Ma veniamo al dunque, per quale motivo come nome dell’evento è stato scelto “Frociriè”? A spiegarlo, in un post social, è stato proprio il collettivo Provincia.Lotta.
“Le origini della parola “frocio” sono incerte, ma una delle varie possibile etimologie ci risuona in modo particolare, ovvero la storpiatura della parola “feroce”, attribuita ai Lanzichenecchi dopo il sacco di Roma del 1527. Ovviamente non ci identifichiamo letteralmente con quelle azioni criminali, è piuttosto la “ferocia” ad essere attributo che la nostra comunità da sempre sente propria e di cui oggi più che mai sentiamo il bisogno - spiegano - Ci hanno sempre rivolto appellativi come checca, effemminata, sempre facendo leva su atteggiamenti ritenuti “non virili” e simbolo di fragilità e debolezza. Ebbene, noi vogliamo riprenderci tutto, vogliamo svuotare di significato gli insulti che abbiamo subito per secoli e renderli nostri. Questo si può fare solo conoscendo il peso di quelle parole”.
“La “F word”, la parola “frocio” - aggiungono - scegliamo di usarla esplicitamente per ragioni politiche. Una parola che ad oggi è simbolo della comunità queer, da usare tra pari, tra persone che hanno condiviso e condividono il fardello che è questa parola. Chi è esterno a questa comunità non può permettersi di usare determinati appellativi perché non ha questa consapevolezza, perché non conosce secoli di oppressione, di discriminazione e di violenza. Come collettivo troviamo che il dover spiegare e giustificare ad un’audience di persone etero e cis le nostre scelte artistiche, di lessico e dover assistere all’indignazione di massa sia frustrante se non ridicolo”.
“Se causiamo scalpore - chiudono da Provincia.Lotta - e qualcuno si sentisse offeso perché la parola frocio viene associata alla cittadina in cui vive, Ciriè, allora vuol dire che stiamo facendo un buon lavoro. Non siamo qui per presentarci educatamente e silenziosamente. Abitiamo anche noi Ciriè come nella provincia, quindi anche Ciriè è frocia”.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.