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Il commento

Settimo Torinese, la città dei tanti "lacchè"

Poi arrivano le elezioni e si scopre che personaggi tutto sommato normali, senza particolari meriti, si candidano alla carica di consigliere comunale e arrivano a prendere anche 700 preferenze.

Settimo Torinese, la città dei tanti "lacchè"

La domanda è: com’è possibile che in una città in cui tutte le cose belle e che si possono toccare con mano sono state costruite dalle amministrazioni comunali del passato (biblioteca, Pala 200, scuole superiori, se vogliamo anche l’ospedale), un sindaco affetto da “annuncite” cronica (faremo, lavoreremo, stiamo facendo, stiamo lavorando, ecc.) riesca a raccogliere intorno a sé il 75% dell’elettorato?

Si dirà che anche lei c’era. Ed è vero, ma c’era anche quando si sono decise le licenze per i supermercati e gli outlet.  C’era. Punto.

Allora si dirà che nella gestione ordinaria della città è stata “insuperabile” come il tonno Nostromo… E invece no. Sono stati cinque anni vissuti con le stesse lamentele di sempre, sul verde e sulle manutenzioni, sulla sicurezza e sul sociale, con una sola differenza: i cittadini le hanno pronunciate sottovoce per paura delle truppe cammellate che sui social imperversano come ai tempi del fascismo.

Poi arrivano le elezioni e si scopre che personaggi tutto sommato normali, senza particolari meriti, si candidano alla carica di consigliere comunale e arrivano a prendere anche 700 preferenze. E che sempre guardando le preferenze i candidati di “Settimo futura” ne hanno raccolte 1.502 più di quante non ne abbia raccolte la lista (1.445), nel Pd se ne sono raccolte 5.784 con la lista a 8.292 e la civica Piastra Sindaca ben 2.067 su 3.146. E sono, malcontate, più di 5 mila persone che hanno scritto due cognomi nella scheda elettorale. Troppe. Tante Incredibilmente fuori da ogni logica elettorale.

Ora delle due l’una: o tutti questi candidati alla carica di consigliere comunale sono dotati di meriti che non conosciamo o quel che si è coltivato in questi anni a Settimo Torinese è qualcosa che assomiglia molto, ma non lo è, al clientelismo a cui si aggiungono i contributi a destra e a manca a tutte le associazioni senza particolari motivazioni, solo perchè esistono. Chiamiamola “fidelizzazione”.

Insomma, probabilmente qualcosa in questa città s’è rotto.

Molto si capisce proprio dagli “accaniti” commenti sui social e dall’identikit di chi li scrive. Alcuni sono sinceri, altri arrivano dai militanti del PD, ma la stragrande maggioranza sono ricollegabili a persone e famiglie che con il governo Piastra hanno ottenuto contratti, collaborazioni, soldi per far festa, finanche un vero e proprio lavoro nelle “partecipate”.

Insomma, tanti lacchè.

In un contesto del genere dove prevale la paura di esprimere un'opinione, può succedere ed è successo che la critica diventi un miraggio, il dibattito politico si riduca a una pantomima e le elezioni, più che un esercizio di democrazia, si trasformino in una farsa con un’unica tifoseria… Settimo per tutti e tutti per Piastra. Anche Maugeri. Anche Catenaccio. Anche Borrini....

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