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"Basito dalla campagna elettorale del Pd: nessuna autocritica sulla sanità!"

Il titolo di un articolo di Michele Sanfilippo apparso su ”Il Fatto Quotidiano.it” condiviso anche dall'ex sindaco di Chivasso

Pentenero

Gianna Pentenero, candidata alla presidenza della Regione Piemonte

“Sono basito dalla campagna elettorale del Pd in Piemonte: nessuna autocritica sulla sanità”.

Potrebbe sembrare una mia dichiarazione alla vigilia delle elezioni regionali ed invece è il titolo di un articolo di Michele Sanfilippo apparso su ”Il Fatto Quotidiano.it” con tanto di foto della candidata alla Presidenza della Giunta Regionale.

Lo sottoscrivo interamente, anche perché prosegue affermando che: “…per la Destra l’idea è quella di fare in modo che il mercato sostituisca lo Stato nei vari settori pubblici e nella sanità soprattutto. Ma mi disturba assai più che la candidata del Pd che da troppi anni guarda di più alla Confindustria e al suo modello di mercato …che alle fasce più deboli della popolazione. Mi disturba che muova critiche alla gestione della sanità senza il minimo accenno di autoscritica rispetto alle disastrose politiche del partito di cui fa parte, che non ha posto alcun freno alla privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn).

In Italia nel 2021 la spesa pro capite nella sanità è stata di 2.856 euro, contro i 5.944 della Germania e i 4355 della Francia e la media Ocse di 3.771.

Nel 2013 la Fondazione Gimbe lanciò la campagna “Salviamo il nostro Servizio sanitario nazionale (Ssn)”, per sensibilizzare i decisori politici, manager, professionisti sanitari e cittadini sulla necessità di rimettere la sanità pubblica al centro del dibattito e dell’agenda politica. Il lento scivolamento verso il disastro.

Nel mio ‘piccolo’, durante i miei impegni parlamentari e più precisamente in Commissione Bilancio ho cercato di mettere un freno a questo disastro annunciato, con proposte emendative a favore della sanità nelle Leggi Finanziarie, purtroppo puntualmente disattese da governi di centro-destra e di centro-sinistra.

Renato Cambursano, ex sindaco e parlamentare

A questo progressivo scivolamento anche le regioni hanno fatto la loro parte, non solo in Lombardia - dove sono stati destinati 1.555 euro pro-capite alla sanità pubblica, mentre alla sanità privata, sommando agli stanziamenti pubblici i soldi che i cittadini spendono di tasca propria per curarsi (circa 900 euro a testa), vanno 1.494 euro – ma anche nel nostro Piemonte già anche con la Giunta Chiamparino-Saitta, della quale Gianna Pentenero faceva parte!

Qual è la situazione oggi? Lunghissimi tempi di attesa, aumento delle prestazioni intramoenia, aumento della spesa privata, diseguaglianze nell’accesso alle cure, mobilità sanitaria, rinunce alle cure, sino alla riduzione dell’aspettativa di vita.

Durante la fase più critica della pandemia, tutte le forze politiche esaltavano il valore della sanità pubblica e invocavano la necessità di potenziare il Ssn.

“Passata l’emergenza, la sanità è stata rimessa all’angolo, in fondo alle priorità del Paese” – è ancora Cartabellotta a dirlo - “considerando la spesa sanitaria come un costo e mai come un investimento, ignorando che la salute e il benessere della popolazione condizionano la crescita del Pil. Oggi serve innanzitutto una visione sul modello di sanità che vogliamo lasciare in eredità alle future generazioni e occorre stabilire quante risorse pubbliche investire per la salute e il benessere delle persone e bisogna attuare coraggiose riforme per condurre il Ssn nella direzione voluta. Ma tutto questo richiede ancora prima un patto sociale e politico che, prescindendo da ideologie partitiche e avvicendamenti di governi, riconosca nel Ssn un pilastro della nostra democrazia, una conquista sociale irrinunciabile e una grande leva per lo sviluppo economico del Paese”.

Nel mese di settembre scorso, in precedente scritto, citavo la mia esperienza, maturata in quei 20 mesi di presenza nel Collegio Sindacale di un grande ospedale milanese, che mi portava ad indicare alcune proposte per “curare il malato Ssn”.  Dopo altri 10 mesi, quelle proposte sono tuttora valide e sono state fatte proprie dal Pd nazionale. Meglio tardi che mai.

Eccole:  

  • Garantire l’aggiornamento continuo dei livelli essenziali di assistenza;
  • Regolamentare il rapporto pubblico-privato e la sanità integrativa;
  • Rilanciare le politiche sul personale sanitario;
  • Riprogrammare l’offerta dei servizi socio-sanitari in relazione ai reali bisogni di salute della popolazione;
  • Investire in prevenzione e promozione della salute;
  • Aumentare le risorse per la ricerca indipendente;
  • Rimodulare ticket e detrazioni fiscali per le spese sanitarie.
  • Fissare al 7,5per cento del Pil il finanziamento annuale e abolire il tetto di spesa stabilito nel 2006, avvalendosi del Mes;
  • Potenziare le capacità di indirizzo e verifica dello Stato sulle Regioni.

In conclusione: si predica bene, ma alle parole non seguono mai i fatti!

Renato Cambursano

Ex sindaco di Chivasso e parlamentare

 

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