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Quassolo

Annegò nelle acque del canale mentre lavorava: assolti i dirigenti Edison

I datori di lavoro dell'operaio, invece, sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo

Annegò nelle acque del canale mentre lavorava: assolti i dirigenti Edison

Incidente sul lavoro

Morì mentre stava ripulendo da foglie e arbusti le sponde della diga di Quassolo. A tre anni dal tragico incidente, i dirigenti Edison accusati di omicidio colposo, escono dal processo.

Era il 19 luglio del 2021 e a perdere la vita in quel terribile incidente sul lavoro fu Claudio Giovannino, un florovivaista di 51 anni di Donnas. Cadde e perse la vita per asfissia da annegamento nelle acque della Dora Baltea, in un tratto compreso tra le centrali idroelettriche "Dora 2" tra Quassolo e Montalto Dora.

Edison Spa e le sue figure dirigenziali sono state scagionate dalle accuse di omicidio colposo nel processo che ha seguito questo tragico evento. La decisione è stata presa dalla giudice della corte d'Ivrea, Valeria Rey, che ha emesso una sentenza di proscioglimento per "non luogo a procedere". Questa decisione ha suscitato dibattiti e domande sulla responsabilità aziendale e sulle misure di sicurezza sul lavoro all'interno dell'azienda.

Il processo, che avrà inizio il 19 luglio, proprio nel giorno dell'anniversario della morte dell'operaio.  Marco Stangalino, delegato alla divisione idroelettrica, insieme a Roberto Barbieri e Matteo Spada, dirigenti della stessa divisione, sono tra coloro che sono stati scagionati. Anche Stefano Missinato, preposto Edison, e Davide Costanzo, responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione di Edison spa, sono stati prosciolti dalle accuse, insieme all'azienda stessa in qualità di persona giuridica.

Le operazioni di recupero del corpo dell'operaio quel tragico 19 luglio del 2021

Le motivazioni del non luogo a procedere nei loro confronti verranno rese note tra quindici giorni.

Tuttavia, il processo proseguirà nei confronti dei datori di lavoro diretti di Giovannino: Diego Chiavenuto, titolare dell'impresa individuale Giardinord, e Claudia Emili Ballesio, titolare della società agricola La Cappelletta, per cui lavorava la vittima. Entrambi affronteranno l'accusa di omicidio colposo e dovranno difendersi dalle contestazioni mosse dalla procura di Ivrea, che ha sottolineato presunte negligenze nella gestione della sicurezza sul lavoro.

L'incidente fatale si è verificato mentre Giovannino stava svolgendo compiti di manutenzione del verde lungo il canale che alimenta le centrali idroelettriche. Utilizzando un decespugliatore, stava tagliando l'erba lungo le sponde del fiume quando è scivolato nelle acque profonde, dove ha perso la vita.

La vicenda ha provocato un'ondata di emozioni e richieste di giustizia da parte dei familiari di Giovannino, che, sebbene abbiano ricevuto un risarcimento, parteciperanno al processo come parti offese. Il loro avvocato, Lorenzo Bianco, ha confermato che la famiglia sarà presente in tribunale per garantire che giustizia sia fatta per la morte del loro caro.

Il caso di Claudio Giovannino ha messo in evidenza la necessità di un'attenta valutazione delle responsabilità aziendali e della sicurezza sul lavoro, sollevando interrogativi importanti su come garantire ambienti lavorativi sicuri e proteggere i diritti dei lavoratori.

Le indagini erano state affidate al sostituto procuratore di Ivrea Alessandro Gallo e allo Spresal dell'Asl To4 a cui erano state affidate le indagini per cercare di capire se la morte dell'operaio possa essere stata in qualche modo dovuta o meno al mancato rispetto delle condizioni di sicurezza sul lavoro. Gli inquirenti erano chiamati anche valutare se il canale fosse a norma perché lungo le sponde non ci sono protezioni e scalette di risalita. 

L'avvocato Lorenzo Bianco

I FATTI

Quel pomeriggio Giovannino, recuperato solo dopo aver abbassato il livello dell'acqua, indossava guanti, scarponi anti infortunistica e il caschetto poi sganciatosi dalla testa e recuperato nelle paratie della diga a Montalto Dora.

E a tracolla aveva ancora il decespugliatore con il quale stava tagliando l'erba sulle sponde. Quel giorno, poco prima di mezzogiorno, Claudio Giovannino, stava lavorando sul bordo del canale, nel tratto compreso nel comune di Quassolo, quando è scivolato in acqua e non è più riemerso.

Sul corpo di Claudio Giovannino era stata anche eseguita l'autopsia su incarico del magistrato. Ad occuparsene era stato il medico legale Silvana Temi. 

L'esame autoptico era stato disposto per accertare se la morte di Giovannino potesse essere stata la conseguenza della caduta nelle acque, o se fosse dovuta ad un malore e accertare se c'era acqua nei polmoni.

Dalle risultanze, è risultato che l'operaio morì per annegamento.

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